Alcol, gravidanza e concepimento: rischi anche dal padre
Un consumo moderato di alcolici in gravidanza, o prima del concepimento, influisce sulla salute del bambino, si sa che questo vale per le donne ma pochi però sanno che anche il consumo di alcol da parte del padre può avere dei rischi. Non solo le abitudini alcoliche della futura mamma sono quindi negative ma anche quelle del futuro padre. Sono ormai numerosi gli studi che evidenziano un legame fra la salute del futuro nascituro, o la probabilità di concepimento, e le abitudini anche del papà. Una nuova conferma arriva dall'Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibcn-Cnr). I dati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Addiction Biology (Paternal alcohol exposure in mice alters brain NGF and BDNF and increases ethanol-elicited preference in male offspring - DOI: 10 1111 / adb 12255 - Maggio 2015).
Roberto Coccurello, uno degli autori dello studio, spiega che in base ai dati raccolti l'abitudine da parte del padre di consumare alcolici può influire sullo sviluppo dei bambini , in particolare sono stati rilevati degli effetti sul funzionamento delle cellule del sistema nervoso centrale. Fino a poco tempo fa le restrizioni maggiori riguardavano unicamente le donne, sempre più ricerche dimostrano però che anche i futuri papa devono stare attenti alle loro abitudini, in particolare al fumo e all'alcol.
Se quindi si sta provando a concepire, in previsione di una gravidanza, sia la futura mamma che il futuro papà dovrebbero astenersi, o limitare al massimo, il consumo di alcolici e il vizio del fumo. L'alcol influisce sia sul dna della mamma che del papà incidendo negativamente sullo sviluppo del sistema nervoso centrale del bambino. Si è inoltre rilevato che anche l'abuso di alcolici da parte del padre prima del concepimento potrebbe indurre il figlio adulto ad assumere gli stessi comportamenti. Queste nuove informazioni sono state raccolte anche grazie alla collaborazione con il Centro di riferimento alcologico della Regione Lazio.
Marco fiore, coordinatore dello studio, evidenzia che l'alcol incide in particolar modo sul fattore Ngf (proteina scoperta dal premio nobel da Rita Levi Montalcini), un elemento chiave per la sopravvivenza e la funzionalità di diverse popolazioni cellulari neuronali e non neuronali, e sul Bdnf, coinvolto prevalentemente nella fisiopatologia cerebrale. Questi due fattori (l' NGF e il Bdnf) costituiscono assieme degli indicatori chiave del danno indotto dall'intossicazione da alcol.
Come può l'abitudine alcolica del padre influenzare il bambino? Gli esperti spiegano che il passaggio di questi fattori da padre a figlio avviene attraverso il DNA. Esistono due potenziali modi di trasmissione: uno diretto tramite una mutazione del DNA e uno indiretto attraverso dei meccanismi epigenetici. Per capire meglio il processo bisognerà però condurre ulteriori studi.
I dati raccolti fino ad ora sono frutto di una sperimentazione condotta su alcuni topolini. Alle cavie è stato somministrato un quantitativo di alcol corrispondente nell'uomo adulto a un consumo cronico pluriennale. I topolini sono stati fatti poi accoppiare con femmine che non avevano assunto alcol. Dall'analisi dei dati si è inoltre scoperto che l'esposizione paterna all'alcol è in grado di indurre nei figli una maggiore sensibilità agli effetti gratificanti dell'alcol, una condizione che incrementa considerevolmente il rischio di abuso di alcolici in età adulta.
Anche gli uomini, se tengono alla salute dei propri figli, devono quindi stare attenti agli stili di vita. In previsione di una gravidanza devono quindi cercare non solo di abbandonare il vizio del fumo ma dovrebbero limitare al massimo anche il consumo di alcol.
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