Sviluppo del neonato e iodio in gravidanza
L'alimentazione durante la gravidanza è molto importante per un corretto sviluppo del bambino, lo iodio contenuto negli alimenti influisce ad esempio sullo sviluppo cerebrale del neonato. In occasione del 70mo Congresso Nazionale di Pediatria (Palermo, Giugno 2014), si è riparlato dell'importanza dello iodio durante la gravidanza e nei primi anni di vita del bambino. Gli esperti spiegano che lo iodio è fondamentale per lo sviluppo del cervello e anche dei deficit lievi possono determinare effetti avversi nello sviluppo cognitivo e psicomotorio.
Ci sono due ormoni tiroidei contenenti iodio: la triiodotironina (T3) e la tetraiodotironina (T4). Questi, grazie alla circolazione sanguigna, raggiungono ogni distretto del nostro organismo e hanno un ruolo molto importante nel controllo del metabolismo, della crescita e dello sviluppo dell'organismo. Per un neonato la presenza di questi ormoni è di fondamentale importanza. T3 e T4, durante i primi mesi di vita, contribuiscono allo sviluppo corretto delle connessioni nervose del cervello. Se c'è una carenza di questi ormoni, per esempio in caso di ipotiroidismo, il neonato svilupperà un ritardo mentale irreversibile (sarà affetto da cretinismo). Per prevenire questa situazione, in diversi centri, è prassi abituale eseguire gli esami di funzionalità tiroidea alla nascita.
Uno studio pubblicato nel 2013 su The Lancet (Effect of inadequate iodine status in UK pregnant women on cognitive outcomes in their children: results from the Avon Longitudinal Study of Parents and Children - doi: 10.1016 / S0140-6736 (13) 60436-5) ha misurato la concentrazione di iodio nelle urine di 1040 donne gravide durante il primo trimestre di gestazione, i dati sono stati poi incrociati con alcuni parametri intellettivi dei figli a 8 anni. Il risultato fu che i figli nati dalle madri che avevano una carenza iodica lieve o moderata nel primo trimestre di gestazione avevano, rispetto ai coetanei nati da madri con livelli di iodio sufficienti in gravidanza, un rischio aumentato di punteggio basso nel QI per quanto riguarda le performance relative al linguaggio, alla lettura ed alla comprensione dei testi. Altre meta-analisi hanno inoltre stimato che una severa carenza di iodio nei bambini può essere responsabile di un QI più basso di circa 12-13 punti.
Anche se esistono numerosi studi che evidenziano l'importanza di un buon apporto di iodio in gravidanza, secondo i risultati di un'indagine dell'Istituto Superiore di Sanità del 2012, non tutti i medici di famiglia sono preparati sulla problematica della carenza di iodio nell'alimentazione. Solo il 23 per cento è a conoscenza delle raccomandazioni del Ministero della Salute sul sale iodato e la legge sulla iodoprofilassi, il 45,6 per cento conosce solo la raccomandazione o solo la legge e quasi uno su tre non conosce né la raccomandazione né la legge. Il sale iodato al posto del sale comune viene suggerito agli assistiti e alle gestanti solo dal 22,9 per cento dei medici.
La legge 55/05, risalente al 2005, ha deliberato interventi di iodoprofilassi in Italia, purtroppo in molti casi è ancora disattesa. Un problema da non sottovalutare se si considera che nel nostro Paese ci sono ancora delle aree con carenza endemica. Uno stato di carenza iodica lieve-moderata persisteva ancora nel 2011 in molte regioni italiane, in particolare in quelle del Sud.
Alimenti ricchi di iodio
Lo iodio contenuto nell'acqua dei mari evapora nella atmosfera e, con le piogge, ritorna sulla superficie terrestre. Lo iodio presente nel mare si accumula nelle alghe, nei pesci e nei crostacei, mentre quello presente nei terreni viene assorbito dalle piante.
L'alimentazione è per l'uomo la fonte principale di iodio, la sua concentrazione varia però notevolmente da alimento ad alimento. La concentrazione di iodio nei vegetali dipende dal terreno dove vengono coltivati mentre negli alimenti di origine animale dipende dallo iodio assunto dagli animali con l'alimentazione.
Gli alimenti più ricchi di iodio sono le alghe di mare, l'olio di fegato di merluzzo, l'aragosta, le ostriche, i gamberetti, il salmone, il merluzzo, ecc., generalmente tutti i pesci di mare ed i crostacei contengono un buon livello di iodio. Sono abbastanza ricchi di iodio anche le uova, il latte e la carne. Quantità minori sono invece contenute nella frutta e nei vegetali.
Può contribuire a raggiungere un buon livello di iodio anche la sostituzione del sale comune da cucina con il sale iodato, un tipo di sale che si può comprare al supermercato.
Iodio e mare
Si pensa che respirare l'aria di mare faccia bene ai bambini perché ricca di iodio, portare i bambini al mare non è però sufficiente per compensare un'alimentazione povera di iodio. La quantità di iodio che evapora dal mare e che l'organismo assorbe è troppo poca e non si avvicina minimamente al quantitativo giornaliero ottimale che è di circa 150 microgrammi (per un adulto). Anche se il quantitativo di iodio respirato al mare non è sufficiente neanche per i bambini più piccoli (dai 6 ai 12 mesi il fabbisogno giornaliero raccomandato è di 50 microgrammi), l'aria di mare ha comunque un effetto benefico sull'organismo in quanto è ricca di ossigeno e il sole (se esposti nelle ore giuste e con una corretta protezione) è importante per la vitamina D.
Approfondimenti sull'argomento
Cerca nel sito
Se non hai trovato quello che ti serve, o vuoi maggiori informazioni, utilizza il motore di ricerca