Lo iodio nella dieta durante la gravidanza
Un buon apporto di iodio attraverso la dieta non è importante solo per la tiroide ma, durante la gravidanza, contribuisce ad evitare un possibile rallentamento dello sviluppo mentale del bambino. Un gruppo di ricercatori dell'Università del Surrey (un'università britannica situata a Guildford, nel Sud Est dell'Inghilterra), ha rilevato che una carenza di iodio in gravidanza potrebbe rallentare lo sviluppo mentale del nascituro, una condizione che perdurerebbe almeno fino al decimo anno di vita. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Lancet (Effect of inadequate iodine status in UK pregnant women on cognitive outcomes in their children: results from the Avon Longitudinal Study of Parents and Children (ALSPAC) - doi: 10.1016 / S0140-6736 (13) 60436-5 - Maggio 2013).
Nella prima fase dello studio i ricercatori hanno misurato, attraverso un esame delle urine, la concentrazione di iodio in 1040 donne che si trovavano nel primo trimestre di gravidanza. Le varie gestanti sono state poi divise in diversi gruppi a seconda dei livelli di iodio rilevati. Secondo quanto consigliato dall'Organizzazione mondiale della sanità, il livello ideale di iodio dovrebbe essere di circa 150 microgrammi in una situazione "normale", in caso di gravidanza il valore ottimale sale però a 175 microgrammi e nel periodo dell'allattamento a 200 microgrammi.
Durante il periodo della gravidanza la la tiroide della donna aumenta di circa il 50 per cento la produzione dell'ormone tiroideo, questo avviene perché il feto, fino alla 12esima settimana, è privo di una sua tiroide ed è la mamma a dover supplire e trasferire, oltre allo iodio assunto con gli alimenti, la quota di ormone necessaria alla crescita al fine di garantire un buon sviluppo del sistema nervoso centrale.
Nella seconda fase dello studio i ricercatori si sono concentrati sui bambini nati dalle madri esaminate nel periodo della gravidanza. Tutti i piccoli sono stati sottoposti a un test per misurare il quoziente intellettivo all'età di 8 anni e a un test di lettura verso i 9 anni. Incrociando i risultati dei bambini con quelli raccolti durante il periodo della gestazione si è scoperto che i piccoli nati dalle donne che presentavano una deficienza di iodio, rispetto agli altri, avevano una probabilità significativamente maggiore di avere punteggi inferiori alla media. Analizzando nel dettaglio i dati si è rilevato che minore era la concentrazione di iodio minori erano i punteggi ottenuti dai bambini.
Tutte le tappe dello sviluppo del sistema nervoso centrale, da quelle più precoci a quelle più tardive sono sotto il controllo degli ormoni tiroidei prima materni e poi materni e fetali. Quindi prima di iniziare una gravidanza il consiglio è di assumere iodio in quantità sufficiente e di verificare il buon funzionamento della tiroide per garantire al bambino un apporto di iodio e ormoni tiroidei sufficienti all'armonico sviluppo del suo sistema nervoso e della sua intelligenza.
In caso di gravidanza non c'è comunque nessun bisogno di assumere degli integratori di iodio, la normale dieta, se ben equilibrata, ne copre tranquillamente il fabbisogno giornaliero. Sono buone fonti di iodio il pesce di acque profonde, l'aglio, i fagioli, i semi di sesamo, i fagioli di soia, gli spinaci, le bietole, le zucchine bianche e le cime di rapa. In misura minore lo iodio è presente anche nelle uova, nei prodotti lattiero-caseari, nei cereali e nella carne. Se già non lo si usa, si potrebbe poi sostituire il sale normale con il sale iodato ricordandosi comunque che troppo sale fa male, mangiare salato è dannoso per la salute e aumenta il rischio di patologie cardiovascolari.
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