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Soglia del dolore, peperoncino e longevità

Soglia del dolore, peperoncino e longevità

Le persone che hanno una soglia del dolore più alta vivono più a lungo? Secondo uno studio condotto presso l'Università della California chi sente meno dolore vive di più. Grazie alla capsaicina, una sostanza contenuta in grandi quantità nel peperoncino, diminuisce la percezione del dolore e di conseguenza si alza la soglia del dolore. Lo studio è stato pubblicato su Cell (TRPV1 Pain Receptors Regulate Longevity and Metabolism by Neuropeptide Signaling - Volume 157, Issue 5, p1023-1036 - Maggio 2014).

Andrew Dillin, coordinatore dello studio, spiega che i risultati sono frutto di una sperimentazione condotta su alcuni topi di laboratorio. Si è scoperto che inibendo i recettori vanilloidi di tipo 1 o TRPV1, principalmente localizzati sulle fibre nervose sensoriali polimodali di tipo C, si allunga la vita del 14 per cento e la salute generale risulta migliore (metabolismo migliore, minore incidenza di tumori, ecc.).

Stando ai risultati di questo studio i ricercatori ipotizzano che il dolore non sia solo un "segnale" ma può contribuire esso stesso a danneggiare l'organismo. Gli esperti evidenziano inoltre che quando si invecchia aumentano gli eventi in cui si prova dolore, cosa che fa pensare che il processo di invecchiamento del corpo sia direttamente collegato al dolore stesso.

Anche se nello studio il recettore del dolore è stato bloccato tramite un procedimento di ingegneria genetica, tutte le persone possono innalzare la propria soglia del dolore mangiando alimenti piccanti che contengono capsaicina. Secondo Andrew Dillin un giusto apporto di capsaicina può essere utile per prevenire diversi problemi metabolici legati all'età ma non solo, contribuirebbe anche ad allungare le aspettative di vita.

I nuovi dati confermano quanto era già stato scoperto in un precedente studio pubblicato su PLoS Biology (Interaction with Phosphoinositides Confers Adaptation onto the TRPV1 Pain Receptor - DOI: 10.1371/journal.pbio.1000046), ora però si è scoperto che la riduzione del dolore può influire anche sulla longevità.


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