Birra e/o vino in gravidanza
Bere birra e/o vino in gravidanza, ma più in generale qualsiasi bevanda alcolica, può causare nei bambini una patologia molto grave conosciuta come fetopatia alcolica. In caso di sindrome alcolico fetale (Fetal Alcohol Sindrome, FAS), nel piccolo ci potrebbero essere gravi problemi al sistema nervoso centrale con conseguenti rischi di ritardo mentale o di disturbi comportamentali. In alcuni casi si pensa che bere un bicchiere di birra o di vino in gravidanza non possa essere un problema, ancora oggi però non si conoscono esattamente i livelli di guardia e nell'incertezza meglio escludere completamente l'assunzione di bevande alcoliche durante i nove mesi della gestazione. Un gruppo di ricercatori dell'Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Cnr, in collaborazione con il Centro di riferimento alcologico della Regione Lazio (Università la Sapienza - Roma), ha indagato sugli effetti dell'alcol in gravidanza; i nuovi risultati sono stati pubblicati sulla rivista Neurobiology of Aging (Novembre 2011).
Il Dr Marco Fiore, dell'Ibcn-Cnr (Institute of Cellular Biology and Neurobiology, CNR - Roma), spiega che per l'indagine è stato utilizzato un modello animale sperimentale di sindrome feto alcolica. Dall'analisi dei dati si è scoperto che i topi anziani, nati da madri esposte ad alcol durante la gravidanza, presentavano delle alterazioni dei fattori di crescita (Ngf, Bdnf, Hgf e Vegf).
Con il termine "fattore di crescita", usato in certi casi nella forma inglese "growth factor" o con il termine generico "ormone della crescita", si identificano quelle proteine capaci di stimolare la proliferazione e il differenziamento cellulare. Vediamo del dettaglio le proteine esaminate nello studio: la proteina Ngf (Nerve growth factor) ha un ruolo chiave nella vita delle cellule nervose del cervello e del sistema nervoso periferico, la proteina Bdnf (Brain derived neurotrophic factor) previene la degenerazione delle cellule cerebrali, la glicoproteina Hgf (Hepatocyte growth factor) regola crescita e metabolismo delle cellule epatiche e ha un ruolo di protezione delle cellule nervose del cervello, infine, la proteina Vegf (Vascular endothelial growth factor), partecipa ai processi rigenerativi dei tessuti vascolari e del fegato a seguito del danno indotto da epatiti.
Gli effetti dell'alcol sembrerebbero variare in base al tipo di somministrazione. A prima vista un bicchiere di vino rosso in gravidanza no ha effetti negativi. In questo caso, infatti, non si sono osservati particolari alterazioni nel topo anziano a livello dei fattori di crescita nel cervello. Nel vino rosso sono presenti dei composti con proprietà antiossidante e neuroprotettiva, come polifenoli e antociani, in grado di contrastare gli effetti dell'alcol sulle proteine Ngf e Bdnf. Bisogna però tenere in considerazione che l'alcol non ha effetti solo su queste due proteine. Gli antiossidanti e neuroprotettivi contenuti nel vino rosso non sono in grado di prevenire i danni che l'alcol causa durante la gravidanza su fegato e reni.
Il Dr Marco Fiore evidenzia quindi che gli effetti antiossidanti e neuroprotettivi presenti nel vino rosso non sono sufficienti a contrastare totalmente il danno indotto dall'alcool durante la gravidanza. Durante i nove mesi della gestazione sarebbe quindi opportuno no bere alcolici di qualsiasi tipo. In base agli ultimi dati, quasi il 5 per cento dei bambini presentano alla nascita forme non conclamate di sindrome feto alcolica, di questi, quasi l'1 per cento presenta un ritardo mentale con dismorfologie facciali, alterato sviluppo delle ossa del cranio e deficit di crescita.
Anche se attualmente non ci sono abbastanza studi per provare scientificamente una relazione tra esposizione all'alcool nel grembo materno e gravità del danno nel nascituro, il rischio di partorire un bambino con sintomi della sindrome fetale alcolica comunque esiste. Alcuni fattori come fumo di sigarette, consumo di droghe o farmaci, stress ambientali o maggiore sensibilità della madre all'alcool, anche per cause genetiche, possono amplificare tale danno. Il rischio può invece diminuire con una dieta equilibrata e ricca di verdure o l'assunzione di vitamine come per esempio l'acido folico.
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