Diabete gestazionale: diagnosi dalla prima visita
Il diabete gestazionale, una forma di diabete che interessa 1 donna in gravidanza su 10, potrebbe essere diagnosticato sin dalla prima visita. In questi giorni (Novembre 2010), in occasione del V Congresso Nazionale Centro Studi e Ricerche - Fondazione AMD (Associazione Medici Diabetologi), sono state presentate le "Linee guida sul diabete gestazionale".
Antonino Di Benedetto, coordinatore del "Gruppo di studio Diabete e gravidanza", spiega che grazie ad una semplice misurazione della glicemia durante la prima visita ginecologica si potrebbe diagnosticare con largo anticipo l'insorgere del diabete gestazionale. Una forma di diabete che interessa il 10 per cento delle gestanti e si risolve nella maggior parte dei casi dopo il parto.
Secondo l'esperto, con molta probabilità, l'adozione di questi nuovi criteri di diagnosi potrebbero incrementare il numero di pazienti alle quali viene diagnosticata la patologia, dall'attuale 10 per cento si potrebbe arrivare addirittura al 18-20 per cento. Se si considera che un diabete gestazionale mal curato potrebbe portare a un diabete di tipo 2, risulta particolarmente importante sottoporre tutte le donne in gravidanza a questo esame il prima possibile senza aspettare al sesto mese di gestazione come avviene attualmente.
Alcune donne hanno un rischio maggiore di contrarre il diabete gestazionale, fra le principali cause ci sono: il sovrappeso, il parto dopo i 35 anni e la familiarità di primo grado per il diabete. Il diabete gestazionale, se non prevenuto e curato, rappresenta una vera minaccia per la salute della donna in quanto 1 donna su 3, dopo il parto, ha un elevato rischio di contrarre il diabete mellito di tipo 2 nei cinque anni successivi.
I rischi per la salute legati al diabete gestazionale non riguardano solo la mamma ma anche il bambino. Se mal curato nel piccolo si possono presentare diversi disturbi quali: macrosomia fetale (una crescita disarmonica del piccolo), predisposizione al diabete, all'obesità e alle malattie cardiovascolari; questo perché il piccolo inizia ad assumere delle quantità elevate di zuccheri già nel ventre materno.
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