Solo 1 italiano su 10 sa di avere la celiachia
La celiachia, un'intolleranza al glutine che obbliga le persone a eliminare dalla propria dieta alimenti come pane, pasta, pizza, ecc., colpisce in Italia circa 400-550 mila persone, di queste però solo il 10 per cento sa di essere celiaco.
Già da qualche anno l'Associazione italiana celiachia (Aic) si sta dando da fare affinché aumenti la consapevolezza dell'esistenza di questo tipo di intolleranza, non solo nella popolazione e nelle istituzioni, ma anche nella classe medica che in certi casi pur conoscendo la sua esistenza non ha un'informazione a riguardo approfondita.
Adriano Pucci, presidente nazionale dell'Aic, durante un convegno dal titolo "Celiachia e carenza iodica" tenutosi presso il ministero della Salute a Roma, ha esposto le sue perplessità in relazione alla sottovalutazione del problema lamentando in certi casi la scarsa conoscenza della malattia tra i medici. La celiachia è una malattia genetica che necessita di determinate condizioni ambientali per manifestarsi, la difficoltà nel diagnosticarla è dovuta anche al fatto che non sempre compaiono dei sintomi evidenti non appena si ingerisce il glutine, per questo motivo Pucci suggerisce che sarebbe meglio diagnosticarla il prima possibile prevenendo così serie complicanze per la salute del paziente.
Quello che chiede l'Associazione italiana celiachia non è la prescrizione di analisi per ogni persona, ma solo in quei casi dove ci potrebbero essere dei presupposti. Lo screening andrebbe fatto in quelle situazioni dove si presentano per familiarità o malattie associate alla celiachia dei sintomi spesso fraintesi come: osteoporosi precoce, infertilità non spiegabile dal ginecologo, ripetuti aborti spontanei, anemia cronica, diabete mellito, casi di epilessia, ecc., a questi sintomi se ne aggiungono altri più comuni come diarrea, diminuzione del peso, dolori addominali, astenia, vomito.
Per diagnosticare la celiachia si segue un processo ormai standardizzato diviso solitamente in tre fasi.
Nel momento in cui si ha un sospetto clinico o si appartiene a una categoria a rischio, il medico prescriverà degli accertamenti specifici. Solitamente questi accertamenti andrebbero svolti dai parenti di primo grado dei celiaci, da soggetti affetti da malattie autoimmuni come la tiroidite di Hashimoto, diabete di tipo I ecc., da soggetti con Sindrome di Down e da persone appartenenti ad altre categorie particolarmente a rischio.
I soggetti che rientrano nelle situazioni sopra indicate effettueranno un test specifico del sangue, in caso di risultato positivo, che non da comunque ancora la certezza che il paziente si affetto da celiachia, bisognerà seguire una successiva analisi.
Per verificare se effettivamente si è affetti da celiache, qualora il test sierologico è risultato positivo, bisognerà sottoporsi a una biopsia intestinale in cui si preleva una piccola porzione del tessuto da cui si è in grado di verificare se la mucosa è normale o atrofica dando la certezza della diagnosi.
A supporto dei malati di celiachia l'anno scorso è stata approvata una legge, la 123 del 2005. Grazie a questa legge verranno stanziati dei fondi per la formazione e l'aggiornamento medico, inoltre è stata riconfermata l'erogazione gratuita dei prodotti dietetici senza glutine tramite il Servizio sanitario nazionale. Sempre grazie alla 123 viene riconosciuta la possibilità di ottenere la somministrazione di pasti ad hoc anche nelle mense pubbliche, in questo modo le persone celiache non saranno obbligate a portarsi il pasto da casa, una misura che servirà a far sentire i celiaci persone normali.
Per quanto riguarda la ristorazione privata c'è ancora molto da fare, in questo caso si può solo sensibilizzare i gestori dei locali affinché diano la possibilità anche alle persone malate di celiachia di poter scegliere fra alimenti privi di glutine. Sul sito dell'Aic (www.celiachia.it) è possibile trovare un elenco di ristoranti, pizzerie e gelaterie informati sulla celiachia che possano offrire un servizio idoneo alle esigenze alimentari dei celiaci.
Durante il convegno è stata data anche la notizia di un possibile accordo con la McDonald's Italia e la società Autogrill affinché anche nei fast food siano presenti alimenti per i celiaci. Considerando che questi luoghi sono frequentati da molti giovani, mettere a disposizione un menu ad hoc anche per chi è affetto da celiachia sarà un grande passo avanti.
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