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Vaccino pertosse in gravidanza: rischi e controindicazioni

Vaccino pertosse

Il vaccino per la pertosse in gravidanza non presenta controindicazioni, risulta inoltre essere molto utile in quanto riduce i rischi per la salute del neonato nei primi mesi di vita. Oltre a questo, alle donne che desiderano avere un figlio, l'Organizzazione mondiale della Sanità suggerisce altre due vaccinazioni: il vaccino antinfluenzale e, nel caso non si abbia avuto la malattia, il vaccino per la rosolia. Tutte le gestanti, già prima del concepimento, dovrebbero quindi essere informate sull'utilità della profilassi vaccinale. Gli anticorpi della mamma sono infatti le prime armi che il bambino ha per difendersi dalle infezioni dopo la nascita.

Nel neonato, il vaccino per la pertosse viene fatto verso la sesta settimana di vita (di solito con il vaccino esavalente), prima di allora il piccolo può però essere protetto dalla malattia mediante gli anticorpi della mamma. Se quindi si hanno dei dubbi sulla vaccinazione in gravidanza, è importante sapere che il rischio di contrarre la tosse canina (un altro modo di chiamare la pertosse) nei primi mesi di vita si riduce considerevolmente grazie ad una scelta responsabile della donna.

I risultati di uno studio condotto presso il Kaiser Permanente Vaccine Study Center (USA), pubblicato su Pediatrics (Effectiveness of Vaccination During Pregnancy to Prevent Infant Pertussis - Doi: 10.1542/peds.2016-4091), confermano l'importanza dei vaccini somministrati durante la gestazione. In seguito all'immunizzazione della donna, si trasferisce l'immunità anche al feto attraverso la placenta. Un processo che protegge i bambini da diversi microorganismi fin dai primi mesi di vita, quando ancora il proprio sistema immunitario è in fase di formazione e risultano essere troppo piccoli per essere vaccinati direttamente.

Dopo aver esaminato un campione di ben 148.981 neonati, si è osservato che il vaccino trivalente DTPa (utile per difterite, tetano e pertosse) riduce del 91 per cento il rischio nel lattante di contrarre l'infezione respiratoria batterica nei primi due mesi di vita. Inoltre, la protezione conferita dalla vaccinazione materna si estende anche nel lungo periodo, senza andare ad interferire con quella data dal vaccino somministrato direttamente al bambino dopo la sesta settimana di vita. Al netto degli effetti della vaccinazione pediatrica, il rischio di contrarre la pertosse nel primo anno diminuisce del 69 per cento.

Incrociando i dati raccolti con quelli di altre ricerche relative alla pertosse nei neonati, l'immunizzazione della donna in dolce attesa risulta essere più efficace rispetto ad altre strategie adottate in passato quali, ad esempio, la vaccinazione dopo il parto della mamma e delle altre persone a stretto contatto con il bambino. In base all'attuale piano nazionale vaccinale, il ministero della Salute suggerisce la somministrazione del vaccino contro la pertosse nel corso del terzo trimestre di gravidanza (Il periodo ideale è quello compreso tra la ventisettesima e la trentaseiesima settimana). L'immunizzazione, o il richiamo, si fa con il vaccino trivalente che, come abbiamo accennato, protegge anche dalla difterite e dal tetano. Per quanto riguarda invece quello contro l'influenza, la somministrazione è consigliata nel corso del secondo o-terzo trimestre di gravidanza all'inizio della stagione epidemica.

vaccini in gravidanza

Alcune infezioni che la donna può contrarre durante i nove mesi di gestazione possono aumentare considerevolmente il rischio di malformazioni nel bambino e, in alcuni casi, possono essere addirittura letali. Per questo motivo la vaccinazione antinfluenzale è gratuita per tutte le donne che all'inizio della stagione epidemica si trovano nel secondo e nel terzo trimestre di gravidanza. Per lo stesso motivo, è auspicabile che tutte le gestanti siano protette dalla rosolia.

Il vaccino MPR (morbillo-parotite-rosolia), al contrario degli altri due citati, non è indicato in gravidanza perché è costituito dal virus vivo attenuato. Considerando che la rosolia può causare delle malformazioni nel bambino, prima di pensare al concepimento, è consigliabile effettuare il Rubeo test. Grazie a questo esame si può scoprire se si è immunizzati o meno e, nel caso in cui i risultati dovessero essere negativi, si dovrebbe procedere alla vaccinazione contro la rosolia. Secondo le attuali linee guida, se si scopre durante i nove mesi di attesa di non essere immunizzate, si può ricevere il vaccino gratuitamente dopo il parto, prima di essere dimesse dall'ospedale.

Vaccino pertosse in gravidanza

I rischi legati alla pertosse non sono assolutamente da sottovalutare, sopratutto se la malattia colpisce sotto il primo anno di vita. Nei bambini piccoli le complicanze possono essere molto gravi e le conseguenze invalidanti sono spesso permanenti. Anche se la letalità della pertosse non complicata è generalmente abbastanza bassa nei paesi industrializzati (ma non in quelli in via di sviluppo), in circa il 5 per cento dei casi si manifestano complicazioni a carico del sistema nervoso centrale (encefalopatie). L'encefalopatia da pertosse si risolve senza conseguenze in un terzo dei casi, può però essere letale in circa il 30 per cento dei bambini e circa il 40 per cento dei sopravvissuti subisce danni neurologici permanenti.

Ci sono alcune persone che, a causa di informazioni distorte e riadattate senza nessun criterio scientifico, pensano che nei vaccini ci siano grandi quantità di mercurio, sali di alluminio e altri metalli pesanti. Esaminando i risultati di un'analisi, commissionata dagli antivax, si scopre però che il quantitativo di mercurio che si può assumere con un vaccino è mille volte inferiore a quello considerato innocuo per la salute. È interessante sapere che se ne assume molto di più attraverso il cibo che si mangia tutti i giorni, l'acqua potabile e perfino l'aria.

Nel vaccino per la pertosse sono presenti dei sali di alluminio come adiuvanti. Il loro compito è quello di stimolare la risposta immunitaria ma non solo, grazie ad essi si può anche ridurre la quantità di antigene da inoculare. Anche in questo caso, come per il mercurio, il quantitativo è notevolmente al di sotto del dosaggio considerato tossico.

A conferma che non ci sono controindicazioni per il vaccino della pertosse in gravidanza possiamo citare anche i risultati di due studi scientifici, uno pubblicato sul Bmj e l'altro su Jama:

Tempo fa non erano disponibili abbastanza informazioni relative alla somministrazione del trivalente DTPa in gravidanza e, come nel caso del vaccino MPR, si pensava potesse scatenare la malattia nei neonati. In via precauzionale si consigliava quindi la somministrazione prima del concepimento o dopo il parto. Lo studio pubblicato su Jama fornisce però tutti i dati necessari per affermare che la somministrazione del vaccino DTPa durante la gravidanza è sicura e non comporta rischi per il piccolo.

Lo studio pubblicato sul Bmj conferma le conclusione dell'altra ricerca, la somministrazione del vaccino contro la pertosse non risulta aumentare il rischio di aborto, parto pretermine, placenta previa, eclampsia, preeclampsia, parto cesareo o basso peso alla nascita. Contribuisce invece concretamente a ridurre il rischio di pertosse nel neonato.


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