Diagnosi Parkinson e Alzheimer con nanocristalli
La diagnosi di Parkinson e Alzheimer non sempre è facile quando ancora si trovano in uno stadio iniziale, una tecnica innovativa sembrerebbe però in grado di identificare le due patologie quando le proteine che le caratterizzano sono presenti ancora in quantità molto ridotte. Un gruppo di ricercatori dell'Istituto di fisica applicata (IFAC-Cnr), in collaborazione con alcuni colleghi dell'Istituto di microelettronica e microsistemi (Imm-Cnr), ha messo a punto una tecnica in grado di identificare piccoli segnali utili per diagnosticare precocemente alcune malattie neurodegenerative. Un risultato molto importante perché, nonostante non esistano ancora delle cure risolutive, si possono sottoporre i pazienti a trattamenti in grado di rallentare il decorso della malattia. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Acs Nano (Site-Selective Surface-Enhanced Raman Detection of Proteins - Doi: 10.1021/acsnano.6b07523).
Paolo Matteini, primo autore dello studio e ricercatore presso l'Istituto di Fisica Applicata "Nello Carrara" (IFAC-Cnr), spiega che attraverso un particolare laser si attivano dei nanocristalli d'argento a forma di cubo, dei cristalli piccolissimi con una dimensione dell'ordine del nanometro (misura corrispondente a un miliardesimo di metro => 10-9 m = 0,000000001). Mediante il fascio luminoso prodotto dal laser si "accendono" i nanocristalli, una sollecitazione che contribuisce a generare un intenso campo magnetico elettrico in grado di amplificare di circa un milione di volte il segnale delle molecole aderenti alla superficie dei nanocristalli stessi. Tale tecnica permette di identificare molecole precursori di alcune malattie neurodegenerative, come Parkinson e Alzheimer, presenti nei fluidi biologici (sangue, urina, fluido cerebrospinale). Il segnale che si riesce a rilevare fornisce informazioni uniche su struttura e composizione della biomolecola anche quando sono presenti in minime tracce.
Giuseppe Nicotra, uno degli autori dello studio e ricercatore presso l'Istituto di microelettronica e microsistemi (Imm-Cnr), evidenzia che con l'ausilio di un innovativo microscopio elettronico a scansione, installato presso i laboratori di Catania, si è riusciti a esaminare la struttura cristallina dei vertici del nanocubo. Queste specifiche aree presentano una disposizione "a gradini", conformazione che intercetta efficacemente le biomolecole in soluzione.
Roberto Pini, direttore dell'IFAC-Cnr e coordinatore dello studio, fa notare che nonostante gli esperimenti condotti finora abbiano dimostrato la validità di questo approccio, c'è ancora molta strada da fare. Sono state messe le basi per sviluppare dei test diagnostici per il riconoscimento precoce di biomarcatori di patologie neurodegenerative, bisogna però ancora condurre un'accurata fase di test preliminari per classificare la complessità dell'impronta ottica dei vari biomarcatori prima che questa tecnica risulti affidabile per l'uso clinico.
In attesa che questa tecnica sia affinata, è importante portare alla conoscenza di tutti alcuni segnali che possono presentarsi anche diverso tempo prima della comparsa della malattia. Per quanto riguarda l'Alzheimer vi rimandiamo all'approfondimento "Quali sono i sintomi dell'Alzheimer?", per l'altra malattia neurodegenerativa citata nell'articolo elenchiamo invece i 10 sintomi del Parkinson da tenere sotto controllo.
Sintomi del Parkinson da tenere sotto controllo
Il Parkinson è conseguente alla progressiva morte dei neuroni, le cellule nervose del cervello. Nel momento in cui si verificano alcuni dei sintomi più noti della patologia, quali ad esempio il tremore e la rigidità, circa il 40 - 50 per cento dei neuroni che producono dopamina sono già morti. Risulta quindi importante cogliere quei piccoli segnali che si possono presentare anche diverso tempo prima della comparsa dei sintomi principali. Qui di seguito elenchiamo i 10 sintomi, da non sottovalutare, che possono contribuire a identificare la malattia quando si trova in uno stadio molto precoce.
Perdita del senso dell'olfatto: la perdita dell'olfatto non è collegata solo al Parkinson, ma anche ad altre malattie neurodegenerative come l'Alzheimer. Qualche tempo fa abbiamo ad esempio parlato di un Test olfattivo per la diagnosi dell'Alzheimer prima della comparsa dei primi sintomi cognitivi. Questo sintomo rappresenta una delle prime avvisaglie del morbo di Parkinson, ciò nonostante è poco conosciuto e spesso non si prende in grande considerazione. Oltre alla perdita dell'olfatto ci potrebbe essere anche la perdita del gusto, questo avviene perché i due sensi si sovrappongono. Perché la perdita dell'olfatto e del gusto sono collegati al Parkinson? Essendo la dopamina il messaggero chimico che trasporta i segnali tra il cervello e le varie parti del corpo, se le cellule che producono la dopamina muoiono, il senso dell'olfatto viene compromesso.
Disturbi del sonno: diversi studi hanno collegato alcuni disturbi del sonno al Parkinson. Una parasonnia REM, nota come disturbo comportamentale del sonno REM (Rapid eye movement sleep Behavior Disorder - RBD), si presenta, in alcuni casi anche 10 anni prima dei classici sintomi della patologia neurodegenerativa, in circa il 40 per cento dei pazienti colpiti da Parkinson. L'RBD si manifesta con comportamenti verbali e/o motori che emergono durante la fase del sonno REM. I sogni di queste persone sono spesso molto vividi e angoscianti, nella maggior parte dei casi chi fa il sogno si vede attaccato e raramente è lui ad attaccare. Sebbene è raro che il soggetto si alzi da letto, il sonno può essere molto agitato e il corpo mima i comportamenti che si vivono durante la fase onirica, alcune volte anche in maniera abbastanza violenta con pugni, calci e corse. Spesso i comportamenti possono comprendere anche imprecazioni, dialoghi, grida e risate. Un altro campanello d'allarme che potrebbe essere collegati al Parkinson è la sindrome delle gambe senza riposo, una condizione fisica caratterizzata da un formicolio alle gambe e la sensazione di doverle muovere. In alcuni casi anche la sindrome delle apnee notturne, l'improvviso arresto momentaneo della respirazione durante il sonno, potrebbe essere un sintomo premonitore del Parkinson.
Problemi intestinali: nella maggior parte dei casi se si hanno problemi di stitichezza o gas intestinale non bisogna allarmarsi più di tanto, ci sono però delle situazioni dove questi sintomi potrebbero essere collegati al Parkinson. Solitamente, quando il sintomo è collegato alla malattia neurodegenerativa, la stipsi è accompagnata da una sensazione di pienezza, che può durare anche per un lungo periodo di tempo, nonostante il pasto sia stato non molto ricco.
Paresi facciale o rigidità nell'espressione: la progressiva diminuzione della dopamina può influire sui muscoli facciali, rendendoli poco reattivi e più rigidi, provocando la conseguente caratteristica mancanza di espressione. Come altri sintomi precoci, anche in questo caso i cambiamenti possono essere poco marcati e no facilmente rilevabili se non osservati con attenzione. Si potrebbe rilevare un ritardo o una lentezza nel sorridere, nel guardare in lontananza o nell'aggrottare le sopracciglia.
Dolore persistente al collo: normalmente un dolore al collo, conseguente ad esempio a un crampo o uno stiramento, sparisce nel giro di 1-2 giorni. Il dolore al collo collegato al Parkinson persiste invece per un periodo più lungo. In alcuni casi non si percepisce un vero e proprio dolore ma una sensazione di formicolio, o malessere fisico, che si propaga fino alla spalla e in alcuni casi al braccio.
Scrittura lenta e stretta: la bradicinesia, un rallentamento dei movimenti volontari, è uno dei sintomi del morbo di Parkinson. In una fase iniziale questo sintomo può essere rilevato durante il gesto della scrittura, il movimento della penna comincia ad essere più lento e faticoso, inoltre, spesso, le lettere sono più piccole e strette rispetto a prima. Con il tempo la grafia diventa più filiforme e difficile da leggere. Anche altre azioni quotidiane possono evidenziare la bradicinesia, per esempio quando ci si veste la fase dell'abbottonamento, o la chiusure delle cerniere, è molto più lenta.
Difficoltà nella pronuncia delle parole e cambiamenti nel tono della voce: man mano che la patologia avanza, la voce delle persone colpite da Parkinson comincia a cambiare, in molti casi diventa monotona e più flebile. La difficoltà nella pronuncia delle parole è legata all'irrigidimento dei muscoli facciali, alcuni soggetti con il tempo hanno una certa difficoltà ad aprire bene la bocca e, di conseguenza, non riescono a parlare in maniera fluida e chiara. I problemi legati al linguaggio sono spesso uno dei segni precoci della malattia rilevati dai parenti.
Riduzione del movimento delle braccia: in assenza di specifici casi, se si rileva un marcata difficoltà nel movimento delle braccia bisognerebbe approfondirne la causa perché potrebbe essere uno dei sintomi del Parkinson. Quando si prova a prende un libro in una posizione alta della libreria, o si fa il gesto tipico della battuta del servizio di tennis, il braccio non si estenderà più di tanto. In campo medico questo sintomo viene descritto come "Ridotto movimento del braccio". Con l'avanzare della malattia si ha un aumento del tono, in pratica i muscoli sono più rigidi e il loro movimento è limitato. Ci si può accorgere di questo sintomo anche osservando una persona camminare, se un braccio oscilla meno dell'altro potrebbe essere un sintomo del morbo di Parkinson. Una condizione fisica analoga potrebbe però verificarsi anche in caso di artrite o dopo una lesione, per distinguere la causa può essere utile sapere che in caso di Parkinson le articolazioni non sono coinvolte e non c'è dolore.
Eccessiva sudorazione: l'iperidrosi, un'eccessiva sudorazione, può avere diverse cause, in alcune situazioni il motivo potrebbe però essere il Parkinson. Quando la patologia colpisce il sistema nervoso autonomo (SNA), noto anche come sistema nervoso vegetativo o viscerale, può ledere la capacità di autoregolamentarsi del corpo e, di conseguenza, porta a dei cambiamenti della pelle e delle ghiandole sudoripare. Alcuni individui iniziano a sudare in modo incontrollabile anche quando non c'è nessuna ragione apparente (come ansia o eccessivo calore). In una donna, attacchi di questo tipo potrebbero non essere collegati al Parkinson ma alla menopausa (vampate di calore). In altri casi la malattia può invece colpire il sistema nervoso autonomo generando altri effetti, per esempio una pelle eccessivamente grassa o un'alterazione del cuoio capelluto con conseguente forfora grassa.
Sbalzi di umore e cambiamenti della personalità: anche se attualmente non se ne conoscono esattamente le cause, ci sono diversi studi che hanno correlato il Parkinson a cambiamenti di personalità, manifestazione di ansia nelle situazioni nuove, il ritiro sociale e la depressione. In chi non le aveva mai sperimentate prima, ansia e depressione possono rappresentare un primo segnale della malattia di Parkinson. Alcuni soggetti possono sperimentare anche delle alterazioni nelle loro abilità di pensiero, in particolare quando si cerca di concentrarsi e nelle cosiddette "funzioni esecutive" che governano la progettazione e l'esecuzione di attività. Uno dei primi segnali di declino è la graduale perdita della capacità di multitasking, persone che prima erano in grado di compiere perfettamente più attività contemporaneamente scoprono di riuscire a portare avanti una sola cosa alla volta.
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