Omeopatia, prodotti che non funzionano scritto sull'etichetta
Non esiste nessuna evidenza scientifica che l'omeopatia funzioni, i farmaci omeopatici devono pertanto avere un etichetta che avvisa il consumatore della loro inefficacia. Stando alle nuove disposizioni della Federal Trade Commission (FTC), chi in America commercializza i prodotti dell'omeopatia dovrebbe riportare in modo ben evidente che "i farmaci omeopatici non funzionano". Sebbene nella circolare della FTC, l'agenzia statunitense garante della concorrenza, per il momento non viene imposto nessun obbligo di etichetta, nel documento si consiglia il suo utilizzo per essere più trasparenti con i cittadini.
Nel corso degli anni l'omeopatia, che non va confusa con la fitoterapia (una tecnica terapeutica che prevede l'utilizzo di piante o estratti di piante), pur non essendoci degli studi validi che ne abbiamo confermato l'efficacia, ha preso sempre più piede e il fatturato del settore è in forte crescita. Chi commercializza questi prodotti esalta potenziali effetti che derivano da teorie tradizionali ma, fino ad oggi, non esiste nessuno studio valido che ne abbia confermato l'efficacia mediante metodi scientifici convenzionali. Sebbene esistono alcune evidenze scientifiche sull'omeopatia, nessuna è mai riuscita a dimostrare (mediante studi randomizzati e controllati o mediante meta-analisi) che il risultato era l'effetto del prodotto utilizzato. Attualmente non è stato quindi ancora chiarito se gli effetti dei farmaci omeopatici sono significativamente superiori rispetto al placebo, in mancanza di questa prova non si può affermare che i prodotti omeopatici funzionino. Diversi ricerche hanno invece dimostrato che l'effetto placebo è una realtà e il nostro organismo reagisce positivamente in seguito a una determinata aspettativa. Se si è fermamente convinti che una sostanza possa avere un effetto, con molta probabilità si può ottenere un qualche risultato misurabile. Chi crede nei prodotti dell'omeopatia potrebbe quindi , in determinati casi, avere qualche risultato, ma si tratterebbe semplicemente di un comportamento fisico noto come "effetto placebo". Per lo stesso processo fisico mentale, in alcuni casi ci potrebbero addirittura essere degli effetti collaterali collegati ai farmaci omeopatici.
Delle persone, erroneamente, confondono la fitoterapia con l'omeopatia, in quest'ultima sono presenti dei principi attivi con una concentrazione bassissima, talmente bassa da non avere nessun effetto farmacologico misurabile (in molti casi i composti sono così diluiti da non essere neanche distinguibili tra loro). A differenza dei prodotti omeopatici, che hanno un efficacia farmacologica uguale a quella di un placebo (una sostanza prive di principi attivi specifici), i prodotti fitoterapici in certi casi possono effettivamente avere qualche efficacia e di conseguenza bisogna stare attenti anche ai possibili effetti collaterali.
Tornando alla circolare della FTC, l'organismo americano non vuole che ci siano scritte fuorvianti sulle confezioni che portino i consumatori a pensare che quel determinato prodotto sia stato verificato in modo scientifico. Per evitare un messaggio ambiguo è quindi opportuno inserire un etichetta che evidenzia la mancanza di prove scientifiche sull'efficacia del prodotto, non solo, bisognerebbe anche specificare che i presunti effetti si basano esclusivamente sulle teorie della medicina omeopatica del 1700 (teorie non accettate dalla maggior parte degli esperti di medicina moderna).
L'omeopatia non è una "moda" solo americana; essa si sta diffondendo anche nel nostro Paese e, stando ai dati diffusi da Omeoimprese (un'associazione di 22 imprese del settore omeopatico) nel 2015, circa il 20 per cento degli italiani ha affermato di aver utilizzato un farmaco omeopatico almeno una volta nel corso dell'anno. L'utilizzo non riguarda però solo gli adulti, ben il 30 per cento dei genitori dichiara di utilizzare dei farmaci omeopatici per i bambini per risolvere problemi quali: raffreddore, mal di gola, sonno agitato, ecc.. Questi numeri così elevati andrebbero però rivisti, secondo l'Istat il dato reale è molto più basso e solo il 4,1 per cento degli italiani si affiderebbe all'omeopatia.
Effetti collaterali dei farmaci omeopatici
Dopo aver assunto dei farmaci omeopatici si possono avere episodi di xerostomia (secchezza delle fauci / bocca secca), nausea, ecc.. Si potrebbe quindi pensare che se un farmaco omeopatico può avere effetti collaterali vuol dire che le cure omeopatiche funzionano e non sono solo "acqua".
Se si parte dal presupposto, dimostrato scientificamente, che qualunque trattamento terapeutico, compreso un placebo, ha un qualche effetto sull'organismo misurabile , oltre ai possibili "benefici" ci possono essere anche gli effetti "avversi". Come spiegato in precedenza, numerosi studi scientifici hanno dimostrato l'esistenza dell'effetto placebo, in pratica chi assume un placebo mostra un certo miglioramento rispetto al campione di controllo che non assume nessuna sostanza. Come accade per i farmaci, anche una sostanza inerte, come può essere un placebo o un prodotto omeopatico, può presentare dei sintomi avversi.
Per etichettare gli effetti aversi di particolari sostanze, come ad esempio i prodotti omeopatici, è stato coniato anche un termine: nocebo. Si parla di effetto nocebo quando si manifestano delle reazioni avverse, o indesiderate, in seguito alla somministrazione di una sostanza inerte ma percepita come nociva dal paziente.
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