Sintomi ictus sottovalutati dagli under 45
Una debolezza improvvisa, un disturbo della sensibilità o una paralisi che colpisce per lo più solo un lato del corpo (braccio, viso o gamba), perdita improvvisa della parola, ecc, sono alcuni dei sintomi dell'ictus sottovalutati dagli under 45. Secondo quanto rilevato in un'indagine del Ronald Reagan Medical Center dell'Università della California di Los Angeles (Ronald Reagan UCLA Medical Center), quando si è giovani spesso si tende a sottovalutare i segnali che possono indicare un ictus e non si va per tempo in ospedale.
Sebbene l'incidenza di questa patologia è proporzionale con l'età, la percentuale è infatti bassa fino a 40-45 anni e poi aumenta gradualmente per impennarsi dopo i 70 anni, negli ultimi vent'anni i casi di ictus tra gli under 45 sono passati dal 13 al 19 per cento. L'incremento di circa il 50 per cento evidenzia quanto sia importante sensibilizzare anche le persone nella fascia d'età che va dai 18 ai 45 anni.
Un ictus cerebrale è causato dell'improvvisa chiusura o rottura di un vaso cerebrale e dal conseguente danno alle cellule cerebrali causato dalla mancanza dell'ossigeno e dei nutrimenti portati dal sangue (ischemia) o alla compressione dovuta al sangue uscito dal vaso (emorragia cerebrale).
David Liebeskind, neurologo presso il Ronald Reagan UCLA Medical Center, spiega che i dati raccolti nel corso dell'indagine sono preoccupanti: solo una persona su tre degli under 45 ha detto che sarebbe probabilmente andato in ospedale nel caso in cui avesse percepito una sensazione di debolezza, intorpidimento, difficoltà a parlare o a vedere (tutti sintomi comuni in un ictus). Ben il 73 per cento del campione ha invece riferito che avrebbe atteso del tempo per vedere se i sintomi fossero migliorati. L'esperto spiega che c'è una finestra temporale molto limitata (nota come Finestra d'oro - Golden window) in cui iniziare il trattamento affinché il cervello non venga danneggiato in seguito a una mancanza di flusso ematico o a un'emorragia, tale lasso di tempo è di sole 3 ore dall'evento. Aspettare per vedere se i sintomi migliorano è quindi un comportamento che andrebbe evitato, tanto più il paziente aspetta tanto più devastanti possono essere le conseguenze.
Ogni anno in Italia quasi 1 milione di persone vengono colpite da ictus, ben il 19 per cento di queste ha meno di 45 anni. Dietro all'incremento della malattia negli under 45 ci sarebbero dei fattori ambientali come stress, fumo, obesità, sedentarietà, abuso di alcolici o droghe, elementi che vanno ad aggiungersi a alla predisposizione genetica. Se una persona ha una predisposizione genetica e in più ha un comportamento poco salutare è più probabile che incappi in un ictus. Nei pazienti più giovani, rispetto a quelli di una certa età, la tempestività dei soccorsi e una riabilitazione corretta e constante hanno un'importanza ancora maggiore. Se non si interviene tempestivamente, di solito, a un mese dall'evento, il 20 per cento non sopravvive e nel restante 80 per cento permangono difficoltà motorie e cognitive.
Alla luce di questi dati è di fondamentale importanza aumentare la consapevolezza nelle persone che un ictus può colpire a qualunque età e che in presenza di alcuni sintomi quali paralisi facciali, debolezza a un braccio o difficoltà a parlare è fondamentale chiamare subito il 118.
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