Diabete nei bambini, come riconoscere i primi sintomi
Riconoscere tempestivamente i primi sintomi del diabete nel bambino è fondamentale per salvare la vita del piccolo. Ancora oggi il diabete infantile può uccidere e, purtroppo anche nel nostro Paese, si registrano dei casi di decessi per complicanze del diabete di tipo I. Una delle complicanze metaboliche più insidiose è la chetoacidosi diabetica, una condizione causata da una notevole diminuzione dell'insulina in circolo associata a un aumento degli ormoni controregolatori quali: la catecolamine, l'ormone della crescita e il glucagone. Questo delicato argomento è stato affrontato in occasione del XX congresso della SIEDP (Roma, 25-27 Novembre 2015).
Mohamad Maghnie, presidente SIEDP e responsabile dell'unità operativa di endocrinologia clinica del Gaslini di Genova, spiega che negli ultimi anni sono morti in Italia diversi bambini per complicanze del diabete infantile. La chetoacidosi, uno dei sintomo d'esordio per molti pazienti, è una grave complicanza metabolica caratterizzata dall'accumulo di corpi chetonici nel sangue. Purtroppo in molti casi i genitori, gli insegnati e perfino alcuni medici, non riconoscono e non intervengono nel modo giusto contro la chetoacidosi, un ritardo nella sua gestione è molto pericoloso in quanto provoca delle lesioni celebrali anche fatali.
Un recente caso può fare da monito, riguarda una bimba di 22 mesi che giunge in ospedale in gravi condizioni di salute. La piccola è sonnolenta, vomita, il suo stato di coscienza si deteriora progressivamente e il respiro diventa sempre più difficoltoso. I medici, sospettando un caso di diabete infantile, eseguono un esame delle urine e controllano la glicemia. Le analisi confermano la diagnosi e iniziano la terapia, una fase molto delicata che deve essere eseguita nei giusti modi: prima di tutto bisogna procedere con la reidratazione attraverso l'infusione di soluzione fisiologica (acqua e sali) e, solo successivamente, si procede con l'infusione dell'insulina per ridurre la glicemia (è importante evidenziare che i due trattamenti devono essere consequenziali e non contemporanei, il secondo deve essere inoltre effettuato almeno due ore dopo l'inizio del primo).
La chetoacidosi, che come abbiamo visto è un condizione molto grave dovuta ad uno squilibrio insulinico elevato, rappresenta il 38 per cento di nuovi esordi di diabete in età pediatrica, purtroppo in un 20 per cento dei casi si interviene quando la situazione è già gravemente compromessa. L'edema cerebrale associato a chetoacidosi si sviluppa dalle 4 alle 12 ore dopo l'inizio del trattamento di urgenza, anche se ci sono casi in cui si presenta sin dall'esordio o fino a 24-48 ore dall'inizio del trattamento. Spesso ci sono dei sintomi premonitori che, se colti dalle persone che stanno intorno al bambino, possono fare la differenza per la salute del piccolo.
Diabete infantile: riconoscere i primi sintomi
Bere e urinare molto, una perdita di peso rilevante, ritardo nella crescita ecc, sono alcuni campanelli d'allarme che possono indicare la presenza di diabete infantile. Questi sintomi dovrebbero allertare i genitori, e le persone che hanno a che fare con il piccolo, in modo da evitare una progressione della patologia a degli stadi avanzati e potenzialmente letali.
I sintomi del diabete possono essere più o meno marcati a seconda di quanto la glicemia è elevata. Nel diabete infantile (noto anche come diabete di tipo I) i sintomi tendono a insorgere in modo più rapido e più grave rispetto al diabete di tipo 2.
Riassumendo, i sintomi che devono mettere in allerta i genitori sono:
- Stati di stanchezza prolungati;
- Aumento della sete (polidipsia);
- Aumento della diuresi (poliuria);
- Perdita di peso marcata anche in caso di un appetito incrementato (iperfagia);
- Malessere generale;
- Dolori addominali.
In particolari casi, quelli più gravi, può anche presentarsi uno stato confusione mentale e la perdita di coscienza. Le principali complicanze derivanti dal diabete possono arrecare al piccolo danni anche di una certa entità a livello neurologico, renale, oculare e cardio-cerebrovascolare.
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