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Riabilitazione dopo ictus ischemico, un farmaco migliora il recupero

Riabilitazione dopo ictus ischemico

La fase dopo un ictus è molto delicata, la salute della persona colpita non dipende però solo dalla riabilitazione ma anche dalla localizzazione e dall'entità del danno cerebrale. La tempestività con cui si interviene è cruciale e alcuni farmaci potrebbero fare la differenza nel recupero delle funzionalità. Un gruppo di ricercatori dell'Ircss, Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, in collaborazione con il Nico Neuroscience institute Cavalieri Ottolenghi dell'università di Torino, sono riusciti a sintetizzare una molecola in grado di inibire la proteina kinase kinase 7 (MKK7), una proteina che ha un ruolo importante nella morte dei neuroni conseguente a un ictus ischemico (noto anche come infarto cerebrale). I risultati dello studio sono stati pubblicati su Cell Death and Disease (Exploring the role of MKK7 in excitotoxicity and cerebral ischemia: a novel pharmacological strategy against brain injury - doi: 10 1038 / cddis 2015 226).

Da un quinto a un terzo delle persone che subiscono un ictus ischemico muoiono immediatamente o nei sei mesi successivi, circa un terzo resta menomato permanentemente e un altro terzo si ristabilisce completamente. La disabilità permanete può dipendere molto dalla riabilitazione dopo l'infarto cerebrale, sopratutto le prime fasi dopo l'evento potrebbero fare la differenza. Alessandro Vercelli, direttore del Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi (NICO) dell'Università di Torino e primo autore dello studio, spiega che in laboratorio si è riuscito a sintetizzare un farmaco che è in grado di limitare del 50 per cento i danni neuronali in seguito a ischemia.

I ricercatori spiegano che il cervello, come ogni altro organo del copro, ha bisogno dell'ossigeno e dei nutrimenti per funzionare (sostanze che arrivano al cervello attraverso i vasi sanguigni). Quando si verifica un'ischemia cerebrale il sangue diretto al cervello si blocca, un evento che provoca la progressiva morte dei neuroni. Nel corso di alcune indagini si è scoperto che una particolare proteina, battezzata kinase kinase 7 (MKK7), svolge un ruolo importante nel determinare la morte dei neuroni a seguito di un attacco ischemico cerebrale. Partendo da questa constatazione si è allora sintetizzato in laboratorio un inibitore (GADD45Beta) specifico di questa proteina.

Tiziana Borsello, coordinatore dello studio e ricercatore presso l'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri (Dipartimento di farmacologia e scienze biomediche dell'Università degli Studi di Milano), evidenzia che il farmaco sintetizzato si è dimostrato efficace nel proteggere il cervello riducendo della metà il danno cerebrale, un effetto osservato anche se somministrato 6 ore dopo l'infarto cerebrale.

Sebbene gli attuali risultati sono stati osservati in sperimentazioni condotte su modelli animali, la scoperta è di notevole importanza. Per il momento, ad eccezione dell'attivatore tissutale del plasminogeno (rt-pa) che presenta però caratteristiche che ne limitano l'efficacia, non esistono profilassi farmacologiche approvate per il trattamento dell'ictus. Il nuovo farmaco fa quindi ben sperare considerando inoltre il fatto che si è dimostrato efficace nel ridurre il danno cerebrale del 50 per cento anche 6 ore dopo l'ictus ischemico, una condizione che riduce considerevolmente i deficit e migliora le possibilità di recupero per i pazienti.


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