Solanezumab nella cura sperimentale per l'Alzheimer
Una cura sperimentale per l'Alzheimer, alla cui base c'è il solanezumab (un anticorpo monoclonale), promette di rallentare del 34 per cento il decorso della malattia neurodegenerativa. La terapia con anticorpi monoclonali prevede, come dice il nome stesso, l'utilizzo di anticorpi monoclonali, delle sostanze che si legano specificamente alle cellule bersaglio. Alcuni dati preliminari sulla ricerca sono stati presentati in occasione dell'Alzheimer's Association International Conference (Washington, Luglio 2015).
I nuovi dati sono stati accolti con un cauto ottimismo perché in passato il solanezumab non aveva dato i risultati sperati. Una precedente pubblicazione comparsa sul New England Journal of Medicine aveva infatti evidenziato che il solanezumab, diretto contro le beta-amiloidi, non portava a dei miglioramenti significativi nei pazienti affetti da Alzheimer di grado lieve o moderato.
Dopo il primo fallimento i ricercatori hanno però riesaminato tutte le informazioni raccolte rilevando una certa attività in un sottogruppo di pazienti (un campione di 166 individui) con una forma lieve della malattia neurodegenerativa. Partendo da questi dati è iniziata la nuova sperimentazione che ha riacceso le speranze. Per avere la conferma dell'efficacia di questa cura sperimentale per l'Alzheimer bisognerà però aspettare il 2016, nei primi mesi dell'anno prossimo partirà infatti una nuova fase dello studio.
Questa terapia ha un approccio rivoluzionario rispetto alle cure attuali, per il momento si agisce infatti sui sintomi dell'Alzheimer. La cura a base di solanezumab punta invece a mantenere vive le cellule cerebrali rallentando notevolmente il decorso della malattia.
Decorso Alzheimer
Il decorso della malattia è caratterizzato da varie fasi, quanto andremo a descrivere vale però in linea generale ed è bene sapere che ci potrebbero essere notevoli differenze da paziente a paziente. Non tutti potrebbero rilevare gli stessi sintomi e in alcuni casi la progressione dell'Alzheimer potrebbe essere più veloce o più lenta.
Prima fase, demenza lieve - durata: dai 2 ai 4 anni
Nella prima fase della malattia si può avere difficoltà nel ricordare gli eventi recenti, si possono dimenticare i nomi e i numeri di telefono, si ha un lieve disorientamento temporale, difficoltà a trovare le parole giuste, riduzione dell'iniziativa e difficoltà ad affrontare situazioni nuove. Anche se è possibile che alcuni di questi segni siano legati all'età, bisognerebbe porre particolare attenzione perché potrebbero essere i primi segnali del morbo di Alzheimer. La perdita progressiva della memoria, in particolar modo quella recente, può avere serie ripercussioni sulle giornate della persona. Si possono avere delle difficoltà ad orientarsi nello spazio e nel tempo e il soggetto può avere problemi a ritrovare la strada di casa. A causa della consapevolezza della propria progressiva disabilità il carattere della persona potrebbe diventare più aggressivo, ansioso e si potrebbero rilevare stati depressivi.
Seconda fase, demenza moderata - durata: dai 2 ai 10 anni
La seconda fase è quella che in media dura di più. In questo periodo si rileva un peggioramento dei sintomi presenti nella prima fase. Aumentano gli episodi di dimenticanze, gli episodi di disorientamento topografico, spaziale e temporale. Una visita medica geriatrica dovrebbe poter rilevare con una certa accuratezza la patologia. Altri campanelli d'allarme potrebbero riguardare "l'aspetto", si tende infatti a trascurare il proprio aspetto, la propria dieta e le attività quotidiane.
Terza fase, demenza grave: - durata: in media 3 anni
Nell'ultima fase della malattia le persone colpite da Alzheimer perdono completamente l'indipendenza e richiedono assistenza continua e totale. Non vengono più riconosciuti i familiari, si ha la perdita completa delle funzioni cognitive, si verificano episodi frequenti di incontinenza, perdita della deambulazione e della capacità di alimentarsi, il peso diminuisce considerevolmente e si possono presentare diverse complicazioni di salute (tromboflebiti , polmoniti, ulcere, ecc.) Sebbene in questo stadio si ha una perdita totale della capacità di parlare e capire, in alcuni casi si mantiene la capacità di esprimere emozioni attraverso il viso.
Approfondimenti sull'argomento
Cerca nel sito
Se non hai trovato quello che ti serve, o vuoi maggiori informazioni, utilizza il motore di ricerca