Diagnosi precoce e cure per arrestare l'Alzheimer ai primi sintomi
Attualmente non esiste una vera e propria cura per l'Alzheimer, nel prossimo futuro una molecola potrebbe però arrestare la progressione della malattia. Tale farmaco potrebbe essere utilissimo sopratutto se si interviene quando l'Alzheimer presenta solo i primi sintomi. Un gruppo di ricercatori dell'Università di Cambridge ha individuato nei polmoni una particolare molecola (Brichos) in grado di impedire la formazione delle placche amiloidi alla base della malattia neurodegenerativa. I risultati della scoperta sono stati pubblicati su Nature Structural and Molecular Biology (A molecular chaperone breaks the catalytic cycle that generates toxic Aß oligomers - doi: 10 1038 / nsmb 2971 - Febbraio 2015).
Samuel Cohen, primo autore dello studio, spiega che la molecola Brichos si attacca alle proteine impedendo loro di aggregarsi e formare le placche senili (note anche come placche amiloidi). Attualmente si stanno cercando altre molecole che presentano queste caratteristiche così da poter mettere a punto nuovi farmaci in grado di rallentare lo sviluppo dell'Alzheimer quando ancora è in uno stadio iniziale. Si potrebbe inoltre pensare a delle terapie preventive, un po' come si fa con le statine utilizzate per la prevenzione primaria in pazienti con alto rischio cardiovascolare.
Durante una sperimentazione in laboratorio si è scoperto che la molecola Brichos, presente naturalmente nei polmoni, potrebbe essere la chiave per bloccare le placche amiloidi nel cervello. Si tratta di un approccio rivoluzionario in quanto la maggior parte delle ricerche attuali puntano alla distruzione delle placche amiloidi o alla riduzione del loro potenziale tossico sul cervello. L'obiettino dei ricercatori inglesi è invece quello di prevenirne e ridurre la formazione e l'accumulo di placche amiloidi nel sistema nervoso centrale.
Le persone che presentano un rischio più alto di Alzheimer potrebbero assumere un farmaco verso i 60 anni, molto prima della comparsa dei primi segni, così da ridurre la probabilità di sviluppare gli effetti devastanti della malattia. Sebbene però in laboratorio la molecola si è dimostrata molto efficace, a lato pratico attualmente ci sono dei limiti da superare. La molecola non può essere utilizzata direttamente per la creazione del farmaco perché non resisterebbe al processo digestivo, i ricercatori pensano però di poter sintetizzare una molecola del tutto simile che superi questo inconveniente.
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