Attacchi di ansia, rischio Alzheimer e deterioramento cognitivo lieve
Frequenti attacchi di ansia associati a un deterioramento cognitivo lieve incrementano il rischio di Alzheimer. Un gruppo di ricercatori del Rotman Research Institute di Toronto ha scoperto che le persone affette da deterioramento cognitivo lieve (Mild Cognitive Impairment - MCI), una situazione di confine tra il normale invecchiamento e la demenza, hanno un rischio maggiore di sviluppare il morbo d'Alzheimer nel giro di qualche anno se soffrono anche di ansia. Lo studio è stato pubblicato sull'American Journal of Geriatric Psychiatry (Anxiety symptoms in amnestic mild cognitive impairment are associated with medial temporal atrophy and predict conversion to Alzheimer's disease - Doi: 10 1016 / j jagp 2014 10 005).
Linda Mah, prima autrice dello studio, spiega che i risultati sono frutto di un'indagine condotto su 376 pazienti , con un'età compresa tra i 55 e i 91 anni, affetti da deterioramento cognitivo lieve (MCI). Tutti i partecipanti sono stati seguiti per un periodo medio di 36 mesi, in questo arco di tempo semestralmente sono stati raccolti dati relativi ai livelli di ansia e di depressione, sono stati inoltre somministrati dei test per valutare il decadimento delle funzioni cerebrali.
Incrociando le varie informazioni raccolte si è così scoperto che livelli elevati di ansia sono associati a un aumento del rischio di declino cognitivo indipendentemente dalla presenza di depressione. Statisticamente circa il 5 per cento di tutti i pazienti con MCI sono destinati alla demenza di Alzheimer, i livelli di ansia possono però incrementare questo rischio. Nello specifico, i pazienti con ansia lieve hanno un rischio maggiore del 33 per cento, la percentuale sale poi ulteriormente nel caso di ansia moderata (più 78 per cento) e grave (più 133 per cento).
Secondo David C. Steffens, coordinatore dello studio, un trattamento farmacologico per l'ansia potrebbe essere utile nelle persone con decadimento cognitivo lieve nel ridurre il rischio di conversione nella malattia di Alzheimer. Se questi trattamenti dovessero funzionare si potrebbero dimezzare il numero di malati, relativi ai casi individuati nello studio, nei prossimi 30 anni. Attualmente non si ha comunque la certezza che dei trattamenti farmacologici per l'ansia possano essere utili nella prevenzione dell'Alzheimer, bisognerà prima condurre degli studi approfonditi; inoltre, un altro studio pubblicato sul British Medical Journal (Doi: 10 1136 / bmj g5205) indica che ci potrebbe essere un legame tra l'Alzheimer e particolari farmaci ansiolitici.
Deterioramento cognitivo lieve (MCI)
Si parla di deterioramento cognitivo lieve (MCI) quando le facoltà mentali di una persona peggiorano senza tuttavia compromettere il normale svolgimento delle attività quotidiane. Il deterioramento cognitivo lieve può avere svariate cause e un decorso diverso da caso a caso. Il decadimento cognitivo lieve si manifesta per lo più sotto forma di problemi di memoria, ovvero di smemorataggine. Ci sono poi anche forme di MCI caratterizzate non tanto dalla perdita di memoria quanto dalla difficoltà di concentrazione e di linguaggio come pure di pianificazione e organizzazione.
Se pensiamo ad una scala, il decadimento cognitivo lieve è molti gradini sotto le demenze come l'Alzheimer, e pochi gradini sopra i problemi di memoria che accadono a quasi tutte le persone di una certa età. Gli individui con MCI non presentano particolari limiti, portano avanti le attività quotidiane senza grande compromissione, sono in grado di ragionare, capire ciò che gli altri dicono e mostrare le proprie reazioni emotive alle molte difficoltà della vita. La memoria non è però quella di una volta e a causa dell'MCI si potrebbe dimenticare un appuntamento medico o una conversazione fatta qualche giorno prima.
In alcuni casi il decadimento cognitivo lieve può provocare anche cambiamenti dell'umore e del comportamento quali: stati depressivi, ansia, aggressività, apatia e rifiuto della vita sociale.
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