Diagnosi Alzheimer con analisi del sangue 3 anni prima dei sintomi
Grazie a una particolare analisi del sangue è possibile fare una diagnosi di Alzheimer ben tre anni prima che compaiano i primi sintomi. Un gruppo di ricercatori del Medical Center della Georgetown University (Washington) ha scoperto che attraverso un'analisi dei livelli di 10 diversi tipi di grassi presenti nel sangue è possibile scoprire, con una precisione del 90 per cento, se si svilupperà l'Alzheimer nei successivi 2-3 anni. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Nature Medicine (Plasma phospholipids identify antecedent memory impairment in older adults - doi: 10.1038 / nm.3466 - Marzo 2014).
Mark Mapstone, primo autore dello studio, spiega che nella fase iniziale la sperimentazione ha coinvolto 525 volontari con un età minima di 70 anni. A tutti i partecipanti sono stati prelevati dei campioni di sangue all'inizio dello studio e in diversi periodi del follow-up durato complessivamente 5 anni. In 74 partecipanti sono stati individuati dei fattori caratteristici di due patologie: malattia di Alzheimer e deterioramento cognitivo lieve (MCI). Di questi, 46 hanno ricevuto la diagnosi quando sono stati assoldati per lo studio mentre 28 hanno sviluppato il deterioramento cognitivo lieve (MCI) o l'Alzheimer durante il follow-up (questi ultimi sono stati catalogati come gruppo "speciale").
Giunti al terzo anno di studio sono stati selezionati 53 volontari ai quali era stato diagnosticato l'Alzheimer o il deterioramento cognitivo lieve (18 dei quali erano del gruppo "speciale"), sono stati poi selezionati 53 pazienti, senza problemi cognitivi, come gruppo di controllo. In questa fase della sperimentazione gli studiosi sono andati alla ricerca di biomarcatori lipidici che potessero essere collegati alle patologie prese in esame. I test hanno permesso di individuare un gruppo di 10 lipidi che, secondo i ricercatori, possono rivelare se in futuro si svilupperà un deficit cognitivo o l'Alzheimer. I risultati sono stati successivamente convalidati utilizzando i restanti partecipanti ai quali erano state diagnosticate le patologie e 20 volontari di controllo. Howard J Federoff, coordinatore dello studio, spiega che una volta acquisiti tutti i dati l'analisi dei lipidi si è rivelata molto precisa: con un'accuratezza del 90 per cento si riusciva a distinguere il gruppo dei pazienti senza problemi cognitivi ma che avrebbero sviluppato la patologia in futuro e quelli sani e che sarebbero rimasti sani anche negli anni a venire.
Anche se attualmente non esiste una cura contro l'Alzheimer, l'analisi del sangue messa a punto dai ricercatori da la possibilità di identificare le persone a rischio di declino cognitivo progressivo e può cambiare il modo in cui i pazienti, le loro famiglie e i medici curanti possono pianificare e gestire il disturbo. L'identificazione della malattia di Alzheimer a livello preclinico è poi di fondamentale importanza per l'avvio di sperimentazioni farmacologiche efficaci, inoltre, attualmente ci sono dei farmaci in grado di rallentare la progressione della malattia (farmaci efficaci quando la patologia è in uno stadio iniziale e meno in uno stadio avanzato).
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