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Rischi paracetamolo (Tachipirina, Efferalgan, ecc.) in gravidanza

Paracetamolo (Tachipirina, Efferalgan, ecc.) in gravidanza

In attesa di ulteriori conferme, c'è un motivo in più per non abusare dei farmaci in gravidanza: l'uso di paracetamolo in gravidanza, farmaco noto anche come Tachipirina (il paracetamolo è il principio attivo dell Tachipirina), potrebbe aumentare il rischio di disturbi dell'attenzione e iperattività nel bambino. Stando ai risultati di un ampio studio condotto da un gruppo di ricercatori dell'Università della California, le future mamme che usano frequentemente farmaci a base di paracetamolo durante la gravidanza hanno una probabilità maggiore, rispetto a chi non ne fa uso, di partorire dei bambini che svilupperanno dei disturbi dell'attenzione (ADHD) verso i 7 anni. Lo studio è stato pubblicato su Jama Pediatrics (Acetaminophen Use During Pregnancy, Behavioral Problems, and Hyperkinetic Disorders - doi: 10.1001 / jamapediatrics 2013.4914 - Febbraio 2014).

Anche se i dati emersi dallo studio sono molto significativi, gli stessi autori invitano alla cautela e spiegano che serviranno ulteriori indagini per stabilire una relazione certa di causa-effetto. I ricercatori hanno analizzato i dati, ricavati da dei questionari compilati dai genitori, di circa 64 mila bambini danesi nati tra il 1996 e il 2002. Tali informazioni sono state poi incrociate con alcuni dati dell'albo delle diagnosi dell'ADHD e il numero di ricette scritte per il disordine dell'attenzione. Ben il 56 per cento delle mamme dei bambini hanno riportato che durante la gravidanza avevano fatto uso di paracetamolo.

Prendendo in considerazione tutti gli elementi in possesso dei ricercatori si è scoperto che i bambini nati dalle mamme che avevano preso il paracetamolo in gravidanza presentavano un rischio maggiore, stimato intorno al 37 percento, di sindrome dell'attenzione con iperattività elevata (ADHD). Si è inoltre osservato che i bambini le cui mamme avevano assunto il farmaco avevano una probabilità maggiore (più 29 per cento) di essere sotto cura farmacologica per il disturbo.

Zeyan Liew, primo autore dello studio, spiega che i dati in loro possesso non provano una relazione causa effetto ma, ciò nonostante, la ricerca dimostra ancora una volta quanto sia importante considerare attentamente quello che si assume in gravidanza. Ora come ora i dati non sono sufficienti per cambiare le linee guida sull'uso del paracetamolo in gravidanza. Lo studio non fornisce inoltre informazioni su quante volte le mamme hanno assunto il paracetamolo e mancano le informazioni relative all'uso di altri farmaci. Alla luce anche di precedenti studi, che avevano evidenziato un possibile effetto sullo sviluppo neurocognitivo in casi di uso prolungato di paracetamolo, è comunque consigliabile assumere questo farmaco solo se veramente necessario e per un periodo massimo di 5 giorni (salvo diverse indicazioni del medico).


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