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Agopuntura: i punti che cambiano la percezione del dolore

Agopuntura: punti che cambiano la percezione del dolore

Secondo la medicina cinese nel corpo umano ci sono dei flussi di energia che seguono particolari percorsi noti come meridiani, in condizioni normali tutto è perfettamente equilibrato. Quando qualcosa non va bene c'è un disequilibrio e tramite l'agopuntura, pungendo particolari punti, si riesce a riequilibrare l'energia dell'organismo. Ultimamente sempre più persone si avvicinano all'agopuntura ma non si hanno ancora dei dati scientifici in grado di valutare l'efficacia di questa pratica. Nonostante la millenaria tradizione della medicina cinese, studi clinici controllati sono iniziati in un periodo relativamente recente, intorno agli anni 90. Nel 1990 uno studio scientifico, pubblicato Journal of Clinical Epidemiology, passò in rassegna tutti gli studi clinici allora noti, la conclusione fu che i dati non erano sufficienti per confermare l'efficacia dell'agopuntura nella cura del dolore cronico.

Dal 1990 ad oggi sono stati condotti nuovi studi ma l'efficacia dell'agopuntura nella cura del dolore cronico resta dubbia. Una nuova ricerca spezza una lancia a favore di questa pratica cinese, il cervello sembrerebbe percepire il dolore in modo diverso quando è sotto l'effetto dell'agopuntura. I risultati dell'esperimento, condotto da un gruppo di ricercatori dell'Università di Essen (Germania), sono stati presentati al meeting della Radiological Society of North America (Novembre 2010).

Lo studio, diviso in due fasi, ha coinvolto 18 volontari. Nella prima fase tutti i partecipanti sono stati sottoposti a degli stimoli dolorosi alla caviglia sinistra, in contemporanea, attraverso la Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI), veniva "fotografare" la reazione del cervello. L'esperimento è stato poi ripetuto inserendo degli aghi in punti particolari seguendo i meridiani dell'agopuntura: un ago tra le dita del piede destro, uno sotto il ginocchio destro e uno vicino al pollice destro. Come nella prima fase si è monitorato il cervello attraverso la risonanza magnetica.

La dottoressa Nina Theysohn, ricercatrice presso il Department of Diagnostic and Interventional Radiology and Neuroradiology dell'Ospedale Universitario di Essen, spiega che nella seconda fase l'attivazione delle aree del cervello coinvolte nella percezione del dolore era molto ridotta, in particolar modo la corteccia motoria controlaterale, la corteccia somatosensoriale e altre zone del cervello che si sono attivate in maniera più significativa durante lo stimolo senza agopuntura. Grazie all'agopuntura i volontari risultavano quindi meno sensibili al dolore, i risultati dello studio andranno comunque verificati con un campione più ampio di pazienti.


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