Toxoplasmosi in gravidanza
La toxoplasmosi è un'infezione parassitaria causata dal protozoo intracellulare Toxoplasma gondii che, se acquisita in gravidanza, può causare gravi problemi al nascituro. Il parassita infetta la maggior parte degli animali a sangue caldo ma il suo portatore primario è il gatto. L'uomo può contrarre l'infezione da toxoplasmosi entrando in contatto e ingerendo le oocisti presenti nelle feci di gatto o, più spesso, le cisti presenti nella carne cruda o poco cotta. Difatti, sebbene i gatti siano spesso ritenuti i principali responsabili della diffusione della malattia, il contatto con la carne cruda infetta dal protozoo è un fattore di rischio statisticamente maggiore.
Il Centro Statunitense per il Controllo e la Prevenzione delle malattie stima che più di 60 milioni di persone negli USA abbiano il parassita della toxoplasmosi ma pochi manifestino sintomi perché un sistema immunitario sano solitamente impedisce che il microorganismo si manifesti. Un'infezione con Toxoplasma gondii ha infatti nell'80-90 per cento dei casi un decorso asintomatico o di tipo influenzale. I sintomi tipici della toxoplasmosi sono l'ingrossamento delle ghiandole linfatiche e dolori muscolari che durano da qualche giorno a qualche settimana. Con la comparsa degli anticorpi scompare la parassitemia ma nei tessuti le cisti restano vitali per un periodo più lungo. Nei pazienti con sistema immunitario compromesso l'infezione può invece provocare problemi agli occhi o al cervello.
Se una donna contrae la toxoplasmosi poco prima di rimanere incinta o durante la gravidanza, vi è il rischio che il bambino venga a sua volta infetto. In alcuni casi l'infezione materna può causare la morte in utero del nascituro (aborto spontaneo). La maggior parte dei bambini non manifestano sintomi alla nascita ma una piccola percentuale potrebbe mostrare problemi cerebrali e visivi qualche mese dopo. La probabilità di una trasmissione del protozoo attraverso la placenta aumenta con l'evolvere della gestazione (15 per cento nel primo trimestre, 30 per cento nel secondo e 60 per cento nel terzo), tuttavia il rischio di danni al feto diminuisce con l'avanzare della gravidanza. Nella quasi totalità dei casi di toxoplasmosi congenita sintomatica, la malattia è stata trasmessa prima della 26° settimana.
La toxoplasmosi nella madre viene diagnosticata mediante un esame del sangue che, in caso di positività, stabilisce se l'infezione è recente o meno. La diagnosi di infezione congenita si basa su test diagnostici diretti o indiretti. I primi prevedono la coltura cellulare e l'amplificazione del genoma Polymerase Chain Reaction (tecnica di amplificazione genetica utilizzata per diagnosticare l'infezione da toxoplasmosi su sangue fetale o sul liquido amniotico); i secondi implicano l'immunofluorescenza indiretta, ELISA (IgA, M, G), immunoassorbimento per IgM, Western-blot, test di avidità per le IgG.
Per quanto riguarda la cura, se si sospetta un'infezione della madre è necessario sottoporsi ad una terapia con spiramicina poiché il l 96 per cento delle donne affette da toxoplasmosi e trattate con spiramicina partorisce un bambino sano. Dopo la nascita è necessario che tutti i neonati le cui madri hanno contratto un'infezione toxoplasmica acuta nel corso della gravidanza vengano esaminati per i primi due anni di vita.
Come si previene la toxoplasmosi?
Vi sono diversi accorgimenti che possono essere presi in gravidanza per evitare di contrarre l'infezione in caso il toxo-test risulti negativo:
Non toccare carne cruda e in caso di necessità indossare guanti in lattice. Lavare accuratamente con sapone e acqua calda gli utensili e il lavello che sono entrati in contatto con la carne cruda e in seguito le mani.
Mangiare solo carne ben cotta, prestando particolare attenzione alla cottura di maiale e vitello. La cottura a 66° o il congelamento a -20 rende le cisti non infettive.
Mangiare solo uova cotte, lavare la frutta e gli ortaggi (con amuchina o bicarbonato) ed evitarne il contatto con mosche o scarafaggi. È consigliabile consumare solo latte pastorizzato e suoi derivati.
Indossare guanti per il giardinaggio e qualsiasi attività che comporti toccare la terra poiché i gatti spesso usano aiuole e vasi per defecare. Lavare bene le mani con acqua calda e sapone dopo il giardinaggio specialmente prima di cucinare o mangiare.
Il gatto viene infettato tramite ingestione di oociti secrete da altri gatti o di carne cruda (spesso piccoli roditori o uccelli). Dove possibile è quindi consigliabile non dare solo carni cotte ed evitare che l'animale esca di casa.
Lavare la lettiera del gatto con acqua bollente e disinfettarla.
Da quanto detto sinora si evince che la toxoplasmosi è un'infezione normalmente non preoccupante che può però provocare effetti gravi se contratta in gravidanza e non curata. Occorre quindi prevenire la malattia con semplici precauzioni e assicurarsi di non averla contratta durante la gestazione sottoponendosi regolarmente agli esami del sangue.
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