Prelevare cellule staminali senza distruggere gli embrioni
E' possibile prelevare delle cellule staminali dall'embrione senza che questo venga per forza distrutto ? Leggendo i dettagli di uno studio riportati in un articolo pubblicato nel numero del 22 agosto (2006) della rivista scientifica Nature, è possibile prelevare una ad una le cellule staminali embrionali senza che l'embrione venga danneggiato e da esse si è in grado di ottenere linee di cellule staminali utilizzabili per la ricerca.
I ricercatori che sono riusciti in questa impresa fanno parte di una piccola società privata del Massachusetts (USA) operante nel campo delle biotecnologie, la Advanced Cell Technology. Gli esperti qualche mese fa erano riusciti a mettere a punto un processo analogo su alcune cellule embrionali di topi, patendo da quei risultati, hanno perfezionato la tecnica e sono riusciti ad applicarla con successo anche sugli embrioni umani.
L'intero studio è stato coordinato da Robert Lanza, capo dello staff di ricerca della Advanced Cell Technology (Act), la stessa azienda che nel 2001 si fece notare per alcuni risultati ottenuti nel campo della clonazione degli embrioni umani. In quell'occasione, l'obiettivo dell'Act non era quello di creare un vero e proprio essere umano completo bensì, più semplicemente, la creazione di organi da impiegare nella cura delle malattie, un processo conosciuto anche come clonazione terapeutica.
Se i nuovi risultati verranno confermati da ulteriori studi, i ricercatori avrebbero a disposizione una nuova tecnica che va ad aggiungersi a quelle che già permettono di ottenere lo stesso obiettivo con il vantaggio che questa non presenterebbe apparenti ostacoli di tipo etico, un limite che in molti paesi impedisce la ricerca sulle cellule staminali embrionali. Grazie alla nuova tecnica messa a punto si è in grado di prelevare una a una le cellule staminali dall'embrione utilizzando una tecnica simile a quella utilizzata nella fecondazione in vitro, in questo modo si hanno a disposizione linee di cellule staminali embrionali umane senza dover distruggere l'embrione.
Come si è svolta la ricerca ? Gli esperti avevano a disposizione 16 embrioni umani frutto della fecondazione in vitro. Partendo da un embrione che si trovava allo stadio di 8-10 cellule, da questo è stata estratta una singola cellula staminale, successivamente si è osservato che l'embrione ha proseguito nel suo sviluppo senza risentire del prelievo. Il passo successivo è stato quello di "nutrire" la cellula staminale estratta con particolari sostanze, in questo modo si è innescato un processo di divisione e proliferazione di una popolazione di cellule utili per esperimenti o tentativi di terapie su pazienti.
Robert Lanza ha spiegato che le linee di cellule ottenute sono del tutto normali e hanno la potenzialità di trasformarsi in qualunque tessuto del corpo umano: nervi, fegato, sangue, cellule della retina e dei vasi sanguigni, potrebbero quindi essere utilizzate per curare numerose malattie.
Per il momento il metodo messo a punto da Lanza ha però un punto debole, a parte i problemi già noti relativi alla sopravvivenza dell'embrione (nessuno degli embrioni utilizzati durante l'esperimento è rimasto integro), in totale le linee di cellule embrionali ricavate sono state solo due, bisognerà quindi migliorare l'efficienza del processo.
Questa tecnica, anche se per fini diversi, è già molto sperimentata, un ulteriore vantaggio della tecnica messa a punto da Lanza. Un processo analogo viene intrapreso durante la fecondazione in vitro per verificare l'eventuale trasmissione al figlio di malattie genetiche. Durante la diagnosi pre-impianto viene infatti prelevata una cellula dall'embrione allo stadio di 8-10 cellule per analizzarne i geni. Una volta verificato che non vi sia la presenza di malattie, l'embrione viene poi normalmente impiantato nell'utero della madre e se tutto va bene dà vita a un bambino sano.
Anche se in apparenza questa tecnica potrebbe risolvere il problema etico legato a questo campo, molti esperti spiegano che la questione non è per niente risolta. Lo studio è si interessante, ma lascia in sospeso non solo certi aspetti etici ma anche medici. Rimane ancora l'alto rischio legato a alla tecnica della biopsia attuata in quanto si rischia comunque di compromettere la vita degli embrioni. Vi è inoltre un problema etico, non relativo solo alla morale cattolica, riguardante il modo attraverso il quale questi embrioni vengono prodotti.
Una soluzione definitiva, ancora molto lontana stando alle ricerche attualmente compiute, si avrà quando si otterranno delle tecniche che permetteranno di prelevare le cellule staminali senza compromettere la sopravvivenza dell'embrione stesso.
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