Canapa libera lo chiede l'industria
Eravamo i secondi produttori al mondo, ma con la legge 685 del 1975, in Italia è stata vietata la coltivazione di canapa per la marijuana.
Così si dovettero distruggere 36 mila ettari di piante, e l'industria subì un grave danno.
Vi ricordate il film l'erba di Grace, li la canapa doveva risolvere i problemi di una vedova, ma poi va a finire in modo diverso. Nella realtà in modo concreto potrebbe dare una mano all'industria, all'agricoltura, all'economia Italiana. Si parliamo della canapa solo di due diverse qualità.
Grace coltivava la cannabis indica quella da cui si ricava la marijuana nei campi italiani invece si coltiverebbe la cannabis sativa, la variante buona della stessa pianta, dalla quale si ricavano un'infinità di cose utili come: tessuti, semi oleosi, cellulosa per carta, pani e dolci, non che biomassa per l'ecodiesel e altri combustibili, materiali da costruzione pannelli, perfino una specie di plastica molto meno inquinante con la quale si fanno i cruscotti delle auto, i volanti, gli schienali per i sedili.
La differenza tra le due piante è la presenza in quella non buona, della sostanza rilassante con effetti leggermente allucinogeni vietati, se non per uso personale nel famoso spinello.
Il problema della coltivazione sta nell'aspetto estetico della pianta stessa che è del tutto identico. Per questo l'Unione Europea vietò la coltivazione in Europa della canapa (marijuana). In Italia con la legge prima menzionata, non si trovò niente di meglio da fare che distruggere tutte le piantagioni di canapa buone e non, passando così in pochissimi anni da 36 mila ettari coltivati a zero.
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