DDT e nascite
Il pesticida DDT, bandito negli Stati Uniti nel 1972 ma ancora oggi utilizzato altrove, potrebbe, secondo un nuovo studio pubblicato nel periodico The Lancet, causare nascite premature. "I risultati del nostro studio evidenziano come l'utilizzo del DDT accresca il numero delle nascite premature, che rappresentano uno dei fattori più incisivi di mortalità infantile", afferma Matthew Longnecker, direttore generale al National Institute of Environmental Health Sciences. Longnecker ha collaborato al progetto con gli scienziati del National Institute of Child Health and Human Development e con l'Università del Nord Carolina a Chapel Hill e con il Centro per la Prevenzione e Controllo per le Malattie.
La squadra ha studiato i campioni di sangue prelevati da donne che hanno partorito tra il 1959 e il 1966, e schedate come parte del U.S. Collaborative Perinatal Project, un programma gestito dal National Institutes of Health e da dodici università.
Gli scienziati hanno selezionato 44.000 campioni alla ricerca di tracce di DDE, un prodotto residuo del DDT. Hanno poi raccolto informazioni aggiuntive su 2380 bambini facenti parte dell'indagine originale: 361 erano nati prematuramente, mentre 221 erano di dimensioni più piccole del normale. Dalle analisi è risultato che le madri di questi bambini avevano un livello di DDE più alto rispetto altre donne esaminate. Inoltre il livello medio di DDE nel sangue di tutte le donne esaminate è risultato circa cinque volte superiore a quello normalmente riscontrato oggi. "Attualmente negli Stati Uniti il livello di DDT è piuttosto basso, e si ritiene non sia nocivo" afferma Longnecker. "Ma dobbiamo preoccuparci di ciò che potrebbe accadere in quei 25 Paesi dove il DDT viene ancora utilizzato. Inoltre, rivolgendo lo sguardo ai primi decenni statunitensi, potrebbe verificarsi l'epidemia di nascite premature di cui ora stiamo prendendo coscienza".
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