Casi Francesi di Autocombustione
L'osservazione di quanto accadde alla contessa Bandi coincide con ciò che è stato osservato in occasione di altri casi di combustione umana spontanea.
Nel 1725, a Reims, in Francia, Jean Millet, un albergatore, venne processato, accusato di aver ucciso la moglie bruciandola nel camino. Della donna erano visibili pochi resti, ad una trentina di centimetri dal camino medesimo. Quaranta centimetri di pavimento erano bruciati vicino al corpo, ma alcuni mobili posti lଠaccanto erano intatti. Lecat, un giovane medico, riuscଠa convincere i giudici che non si era trattato di una morte "normale", ed essi ammisero l' esistenza di una sorta di "fuoco divino" lanciato da Dio per castigare la moglie dell' albergatore, conosciuta da tutti come ubriacona.
Sempre in Francia, a Caen, il 3 giugno 1782, un' anziana donna svanଠin fumo. Mèrille, il medico incaricato di esaminare il caso, scrisse:"Il capo era posto su uno degli alari, a quarantacinque centimetri dal fuoco. Il resto del corpo giaceva di traverso, davanti al camino, ed era ridotto ad un mucchietto di ceneri. Benchè fosse una giornata fredda, nel focolare c'erano solo due o tre pezzi di legno bruciati". Onestamente, aggiunse che, nella giornata precedente la tragica fine, l 'anziana donna era stata vista da alcuni testimoni bere parecchi litri di vino e molto cognac.
Tale osservazione ha spinto un medico legale americano, Dixon Mann, ad avanzare l'ipotesi che i casi di combustione umana spontanea si spiegherebbero con lo stato di assorbimento alcolico particolarmente pronunciato delle vittime: in questo caso sarebbe sufficiente una scintilla per farle bruciare. Tuttavia (e lo stesso dottor Mann dovrà riconoscerlo) si sono verificati altri casi le cui vittime avevano sempre bevuto solo acqua.
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