Se non vuoi perdere l'udito smetti di fumare
Aiutare una persona a smettere di fumare potrebbe contribuire a ridurre il rischio di ipoacusia e perdita dell'udito. A partire dai 30-40 anni, alcune persone iniziano a perdere gradualmente l'udito, un problema che si accentua con l'avanzare dell'età. Ci sono però dei fattori, come ad esempio il fumo, che possono contribuire in maniera significativa ad innalzare il rischio di ipoacusia.
Anche se esistono vari metodi per smettere di fumare, non è facile convincere qualcuno ad abbandonare il vizio del fumo. Di sicuro non si otterrà molto con le recriminazioni. Sopratutto per i più giovani, è importante trasmettere il messaggio che fumare non è un segno di forza ma di debolezza. Quello che avvicina molti adolescenti al tabagismo è il "mito della sigaretta", un fenomeno che, secondo alcuni esperti, va smontato e non trasformato in colpa, come si cerca di fare con le immagini riportate sui pacchetti. Tali immagini possono essere infatti un deterrente per chi ancora non fuma, ma risultano essere poco efficaci per chi già è dentro questo circolo vizioso.
Un gruppo di ricercatori giapponesi, coordinato da Seitaro Dohi, ha condotto un'indagine su uno dei tanti effetti nocivi del fumo causati dalle sostanze presenti nelle sigarette. Stando ai dati pubblicati sulla rivista scientifica Nicotine & Tobacco Research, Smoking, Smoking Cessation, and the Risk of Hearing Loss: Japan Epidemiology Collaboration on Occupational Health Study - Doi: 10.1093/ntr/nty026, i tabagisti presentano un maggior rischio di perdere l'udito.
Huanhuan Hu, primo autore dello studio e ricercatore presso il Nationale Center for Global Health and Medicine di Tokyo, spiega che non è la prima volta che il rischio di ipoacusia viene correlato alle sostanze tossiche presenti nella sigaretta. Le precedenti indagini presentavano però dei limiti, in quanto si basavano su perdite dell'udito auto-riferite, non erano quindi il risultato di test clinici condotti direttamente sull'orecchio come ad esempio la Prova di Bing (un esame audiometrico).
L'indagine ha interessato complessivamente un campione di 50.195 persone, con età compresa tra i 20 e i 64 anni, seguite per un periodo di otto anni. Annualmente, tutti dovevano sottoporsi a diverse visite sanitarie tra cui alcuni test dell'udito. A disposizione dei ricercatori c'erano anche i risultati dei questionari riguardanti lo stile di vita dei volontari. Al termine del periodo di follow-up, incrociando le varie informazioni, si è così scoperto che i fumatori , rispetto ai non fumatori, presentavano un rischio maggiore di essere colpiti da ipoacusia.
Nello specifico i tabagisti presentano una maggiore probabilità, di circa 1,6 volte, di andare incontro ad una perdita dell'udito alle alte frequenze, per quanto riguarda invece il rischio di sviluppare un'ipoacusia alle basse frequenze il rischio è superiore di circa 1,2 volte. Per chi non lo sapesse, l'ipoacusia alle alte frequenze si manifesta con una difficoltà ad udire solo i suoni alle frequenze acute, si tratta di una condizione nota anche come sordità parziale. A volte, ma non sempre, è spesso accompagnata da acufene (una sorta di fischio all'orecchio).
Le sostanze contenute nel fumo del tabacco danneggiano le cellule del nostro apparato uditivo. Tra i vari effetti, queste incrementano il rischio di infiammazione e diminuiscono il flusso di sangue alla coclea. Nel caso dell'ipoacusia alle alte frequenze, il danno è circoscritto fondamentalmente alle cellule ciliate presenti alla base della coclea. Nelle altre aree della coclea non si rilevano delle alterazioni, i suoni gravi possono quindi essere percepiti correttamente perché le cellule che elaborano i toni bassi sono integre. Una persona che inizialmente non percepisce i toni acuti, con il tempo, potrebbe perdere anche la capacità di sentire le frequenze più basse. È importante sottolineare che, in entrambi i casi, il rischio aumenta esponenzialmente al crescere del numero delle sigarette fumate.
Il monossido di carbonio e la nicotina sono delle sostanze ototossiche che danneggiano la coclea in quanto la privano di parte dell'ossigeno e, con il tempo, possono portare alla perdita dell'udito e ad altri problemi quali disturbi dell'organo dell'equilibrio e acufene. A tale rischio non è però esposto solo chi fuma ma anche chi è esposto al fumo passivo.
In base ai dati di uno studio pubblicato sul Journal of the Association for Research in Otolaryngology, Cigarette Smoking, Passive Smoking, Alcohol Consumption, and Hearing Loss - doi: 10.1007/s10162-014-0461-0, non solo fumare ma anche esporsi al fumo passivo fa perdere l'udito. In questo caso si è stimato un incremento del 15,1 per cento del rischio di sordità per i tabagisti, nel caso del fumo passivo il rischio crescerebbe addirittura del 28 per cento.
In entrambi gli studi si è però osservato che non è mai troppo tardi per smettere di fumare, sopratutto se lo si fa quando l'organismo è ancora abbastanza "giovane" per rimpiazzare in buona parte le cellule danneggiate. Una perdita dell'udito permanente si può quindi evitare, o limitare, abbandonando il vizio del fumo. Mediamente, il rischio di ipoacusia diminuisce dopo circa 5 anni dal momento in cui si smette di fumare.
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