Ricerca sul fumo, danni delle sigarette causano una morte su 10
Una ricerca sul fumo evidenzia che, a livello mondiale, circa una morte su 10 è causata dalle sigarette e, più in generale, dal tabacco. Si stima che ogni anno muoiano quasi 6,4 milioni di persone a causa del fumo, ben la metà di queste morti sono concentrate in quattro paesi: Stati Uniti, Russia, Cina e india. L'informazione emerge dal Global Burden of Disease Study 2015 (GBD 2015), un'indagine condotta da un gruppo di ricerca internazionale che ha analizzato, tra il 1990 e il 2015, la diffusione del vizio del fumo. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista The Lancet [Smoking prevalence and attributable disease burden in 195 countries and territories, 1990-2015: a systematic analysis from the Global Burden of Disease Study 2015 - Doi: 10.1016/S0140-6736(17)30819-X].
Emmanuela Gakidou, coordinatrice dello studio e ricercatrice presso l'Università di Washington, spiega che oggi si sa con assoluta certezza che il tabacco è nocivo per la salute, ciò nonostante nel mondo fuma ancora una persona su quattro. Un dato preoccupante se si considera che il fumo è il secondo fattore di rischio per disabilità e morte prematura. Sono ormai decenni che si portano avanti delle campagne di comunicazione contro il tabagismo, alla luce di questi dati c'è però ancora molto da fare.
Nel 2015 circa il 25 per cento degli uomini (un uomo su quattro) e il 5 per cento delle donne (una donna su venti) fumavano quotidianamente, una percentuale più bassa rispetto al 1990 quando fumava un uomo su tre e una donna su dodici. Sebbene la percentuale di fumatori sia calata, a causa dell'aumento demografico a livello mondiale, il numero dei fumatori è aumentato. Se nel 1990 il numero di fumatori era di circa 870 milioni, nel 2015 i dati sfiorano quasi il miliardo. Con l'aumento dei tabagisti è cresciuto anche il numero di decessi associati al fumo: + 4,7 per cento rispetto al 1990.
Grazie a delle politiche antifumo (incremento delle tasse sul tabacco, programmi educativi rivolti ai più giovani, immagini e scritte deterrenti stampate sui pacchetti di sigarette) alcuni paesi sono riusciti a ridurre significativamente il numero dei tabagisti. In Brasile, per esempio, dal 1990 al 2015, la percentuale di fumatrici è passata dal 19 all'8 per cento è quella dei fumatori addirittura da 29 al 12 per cento. Purtroppo, nello stesso periodo, in altre parti del mondo c'è stato un incremento. Negli ultimi 25 anni le tabagiste russe sono ad esempio aumentate del 4 per cento. Qualcosa sembra muoversi anche in Italia, osservando i dati del nostro Paese, dal 2011 al 2014 le vendite di prodotti del tabacco sono diminuite del 5,4 per cento.
In base ad un precedente studio (Peto, Lopez et al., 1994), le morti annuali collegate al fumo sarebbero state nel 1995 3 milioni in tutto il mondo con una prospettiva di 10 milioni per il 2025. Considerando che, in base alla ricerca pubblicata su The Lancet, nel 2015 si è superata la soglia dei 6 milioni, le stime fatte per il 2025 potrebbero essere addirittura sottostimate. Osservando i dati dello studio del 1994, si nota che le morti annuali per il 1995 nei paesi industrializzati sono 2 milioni contro il milione di quelle dei paesi in via di sviluppo, il trend di crescita stimato per quest'ultimi è però allarmante. Se nel 2025 le morti per fumo nei paesi sviluppati passano da 2 a 3 milioni, nei paesi in via di sviluppo si passa da 1 milione a ben 7 milioni. Un aspetto che trova conferme anche nell'indagine coordinata da Emmanuela Gakidou. Secondo i ricercatori, le multinazionali del tabacco stanno infatti puntando molto sui mercati dei paesi in via di sviluppo. Questo perché c'è una minore consapevolezza dei rischi per la salute correlati al fumo e, di conseguenza, sono aree dove ci sono più fumatori.
Nel 2015 i tre paesi con la più alta percentuale di tabagisti maschi erano la Cina (254 milioni di fumatori), l'India (91 milioni di fumatori) e l'Indonesia (50 milioni di fumatori). Per quanto riguarda invece le fumatrici al primo posto ci sono le statunitensi, con 17 milioni, seguite da Cina e India a pari merito con circa 14 milioni. Purtroppo ancora oggi, non solo nei paesi in via di sviluppo, molti sottovalutano la tossicità del fumo, per capire quanto sia pericoloso fumare vediamo quindi di capire cosa c'è in una sigaretta.
Cosa c'è in una sigaretta
In una sigaretta c'è molto di più del semplice tabacco, più di 4000 sostanze, che vengono rilasciate dalla combustione, alcune delle quali sono note per essere cancerogene. Ci sono persone che pensano che fumare poco non faccia male, in realtà anche una sola sigaretta può incrementare considerevolmente il rischio di morte.
Quando si entra nel tunnel della dipendenza, purtroppo, solitamente si minimizzano gli effetti dannosi del fumo sull'organismo. Con il fumo non ci sono vie di mezzo, ogni volta che si accende una sigaretta ci si espone a numerose sostanze che, anno dopo anno, aumentano il rischio di tumore al polmone e altre malattie. Il consiglio è quindi quello di non accendere mai la prima sigaretta e se si è già nel tunnel del tabagismo cercare di smettere di fumare il prima possibile.
Quando si parla delle sostanze chimiche nocive delle sigarette solitamente se ne elencano sempre tre:
- la nicotina
- il catrame
- il monossido di carbonio
In realtà in una singola sigaretta sono presenti più di 4 mila sostanze chimiche. Di queste, ben 400 sono notoriamente cancerogene e altre 400 sono tossiche per l'uomo. Alcuni ricercatori hanno stimato che le persone che fumano un pacchetto di sigarette al giorno, in un anno, assorbono l'equivalente di una tazza di catrame. Il fumo di sigaretta produce inoltre le stesse polveri sottili dell'inquinamento, una persona che fuma per 20anni può arrivare a "ingerire" ben 6Kg di PM10.
Una ricerca condotta dall'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, pubblicata sulla rivista Tobacco Control (Particulate matter from tobacco versus diesel car exhaust: an educational perspective), ha confrontato le emissioni di PM10 di un motore diesel Euro3 in "folle" per 30 minuti e tre sigarette, accese consecutivamente, lasciate consumare in un posacenere per lo stesso periodo. Il risultato è stato che le tre sigarette hanno prodotto molto più inquinamento del motore diesel, un quantitativo di PM10 superiode di 10 volte.
Nelle sigarette è presente anche una sostanza radioattiva nota per essere un alfa emittente: il Polonio-210 (Po-210). Tale sostanza è localizzata sia sulle foglie del tabacco che all'interno della sua struttura chimica. Le radiazioni alfa sono particolarmente dannose se entrano in contatto con i tessuti dell'organismo, per questo è bene limitarne l'esposizione. La temperatura di combustione della sigaretta (da 200 a 400°C) fa si che il Polonio-210 si volatilizzi, finendo, attraverso l'inalazione, sui tessuti dell'apparato respiratorio. Una parte variabile la si può rilevare anche nel fumo ambientale e di conseguenza è pericoloso anche come fumo passivo. I ricercatori alle dipendenze delle multinazionali produttrici di sigarette e tabacco per diversi anni hanno provato, senza successo, ad eliminare questa sostanza dal prodotto finale, ad oggi nessuno c'è però riuscito neanche con l'ausilio di particolari filtri. Chi fuma 20 sigarette al giorno, in base ad alcune stime, si espone in un anno alle stesse radiazioni prodotte da circa 28 radiografie al torace
Alcune sostanze tossiche presenti nelle sigarette:
Monossido di carbonio: è un gas velenoso, particolarmente insidioso perché insapore e inodore, che si genera dalla combustione del tabacco. Quando inalato, oltre a ridurre la capacità respiratoria, contribuisce a diminuire la quantità di ossigeno nel sangue con diverse conseguenze per l'organismo: invecchiamento precoce, ingiallimento della pelle, riduzione del rendimento dei muscoli, ecc..
Nicotina: una sostanza psicoattiva che agisce sul cervello creando dipendenza. Dopo che si inspira il fumo della sigaretta, la nicotina arriva al cervello nel giro di 3-10 secondi stimolando la produzione di adrenalina e dopamina. Oltre a innescare la dipendenza verso il fumo, la nicotina è collegata ad un aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, può inoltre favorire l'aterosclerosi, una malattia delle arterie caratterizzata dalla formazione di placche sulla superficie interna della parete arteriosa.
Catrame: una serie di idrocarburi cancerogeni che quando si fuma si depositano nelle vie respiratorie e nei polmoni. Uno degli effetti sull'organismo derivanti dal catrame contenuto nelle sigarette è l'ingiallimento dei denti. Gli effetti delle sigarette sui denti non si limitano però solo all'aspetto estetico, il catrame aumenta inoltre il rischio di tumori in vari organi.
Nelle sigarette sono inoltre presenti diverse sostanze irritanti che interferiscono con l'autodepurazione dei polmoni e provocano diversi danni alle vie respiratorie. Le mucose dei bronchi, ed in particolare le ciglia che si oppongono all'entrata di polveri e germi nel polmone, risentono in particolar modo di alcune sostanze quali: l'acroleina, l'acido cianidrico, gli ossidi di azoto, la formaldeide e l'ammoniaca. Tali sostanze, nel lungo periodo, provocano alcuni disturbi caratteristici dei fumatori: bronchite cronica, secrezione di muco e tosse.
Altre sostanze irritanti presenti nelle sigarette sono:
Cadmio: un metallo estremamente tossico presente anche nelle batterie. Il cadmio danneggia il rivestimento delle arterie e causa danni ai reni.
Cromo: un oligoelemento contenuto normalmente nelle vernici e negli smalti che, a contatto con il tessuto interno dei polmoni, incide in maniera significativa sull'insorgenza del carcinoma al polmone.
Arsenico: un veleno, privo di odore e sapore, presente pure nei topicidi. Anche se nelle sigarette è contenuto in minima parte, il quantitativo potrebbe sommarsi a quello proveniente da altri fonti raggiungendo dei limiti potenzialmente pericolosi. Questa sostanza, a certe dosi, può danneggiare il sistema nervoso, quello digestivo, il cuore e i vasi sanguigni.
Cianuro di idrogeno: il gas di cianuro di idrogeno è caratterizzato da un odore di mandorle amare, non è però avvertibile facilmente da subito. Una volta inalato danneggia i vasi sanguigni e il cuore, interferisce inoltre sulla vitalità delle ciglia che proteggono le vie respiratorie consentendo alle tossine di entrare più facilmente nei polmoni.
Quando si fuma, molte delle sostanze prodotte dalla combustione finiscono nell'aria. Per quanto riguarda la nicotina, mediamente, nel corpo ne entra circa un quinto di quella contenuta in tutta una sigaretta. Più intensa è la combustione, maggiore è la nicotina che entra nell'organismo (e lo stesso vale per le altre sostanze). Fumando più rapidamente aumenta quindi la quantità delle sostanze tossiche assorbite, questo non vuol dire che fumando lentamente una sigaretta è meno dannosa. Questo aspetto è molto importante ad esempio nel caso delle sigarette light. I tabagisti che scelgono questi prodotti, ritenendoli "meno pericolosi", potrebbero correre invece un maggior rischio perché per ottenere una gratificazione analoga alle classiche sigarette tendenzialmente fumano più intensamente.
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