Allattare al seno può fare male: alcuni consigli per non arrendersi
Dopo aver partorito, circa 9 donne su 10 iniziano ad allattare al seno, la percentuale scende però al 77 per cento dopo le dimissioni dall'ospedale, un calo riconducibile in molti casi al dolore al seno. Se si analizzano poi i dati sul lungo periodo si osserva un ulteriore crollo dell'allattamento materno: a 4 mesi poco meno di una donna su tre (il 31 per cento) continua da allattare e appena il 10 per cento prosegue dopo il sesto mese di vita del bambino. La Società Italiana di Neonatologia (SIN), per supportare le neo mamme in questa importante fase della loro vita e del proprio bambino, ha stilato un decalogo (con consigli e informazioni utili) che può essere seguito anche con l'aiuto del pediatra neonatologo.
Sono numerosi gli studi che hanno evidenziato l'importanza del latte materno per il neonato e tutti, ormai, concordano che esso è in assoluto il migliore alimento nei primi mesi di vita. L'allattamento al seno non è però importante solo per il piccolo ma anche per la mamma, nei giorni dopo il parto la suzione stimola la produzione di un ormone, l'ossitocina, che contribuisce a sua volta a stimolare le contrazioni della muscolatura uterine, un processo che serve per riportare l'utero alle sue dimensioni "normali". Altri studi hanno inoltre dimostrato che le donne che allattano sono maggiormente protette verso diverse patologie quali ad esempio il tumore all'ovaio e il tumore al seno.
Abbiamo accennato al fatto che il dolore al seno provocato dall'allattamento è una delle cause che porta ad abbandonare questa pratica, prima di proseguire con il decalogo dei consigli preparato dalla Società Italiana di Neonatologia vediamo di approfondire l'aspetto dell'allattamento doloroso. Un seno dolorante è un'esperienza che può spaventare sopratutto se si è al primo figlio, purtroppo il problema potrebbe ripresentarsi anche alle gravidanze successive ma, seguendo alcuni semplici consigli, si può ridurre il periodo di disagio. Il dolore al seno può derivare principalmente da tre elementi: ragadi, mastite o un'infiammazione. Per quanto riguarda le ragadi è molto importante la suzione, una suzione che avviene in modo adeguato (l'areola, o buona parte di essa, e il capezzolo sono completamente coperti dalla bocca del bambino e il naso e il mento sono a contatto con la mammella) è il modo migliore per prevenirle.
Se le ragadi non sono trattate adeguatamente possono favorire l'insorgenza della mastite, per facilitare la guarigione può essere utile applicare dell'Olio VEA sulle irritazioni dopo ogni poppata e poi un paracapezzoli in silicone o d'argento in modo da limitare il contatto con gli indumenti fra una poppata e l'altra. Quando possibile, si può tenere anche il seno all'aria in modo da farlo asciugare.
Quando si parla di mastite ci si riferisce a un'infiammazione al seno che può essere la conseguenza di un dotto mammario ostruito (ingorgo mammario) oppure di un'altra infezione. Nei casi in cui il latte non può scorrere fluidamente nel dotto si può quindi formare un ingorgo mammario e una conseguente infiammazione, se non si interviene prontamente c'è io rischio che il dotto si infetti. Dietro a una mastite ci possono essere diverse cause: in alcuni casi la mastite si può verificare se qualche familiare è influenzato o raffreddato, può però essere anche la conseguenza di un periodo particolarmente stressante e impegnativo (come ad esempio le prime settimane dopo il parto), in alcuni casi può però manifestarsi anche senza alcun motivo apparente.
Prima della comparsa della mastite, una donna che allatta può accorgersi di avere un ingorgo mammario se percepisce un nodo doloroso o un punto più sensibile sul seno. Altri sintomi che possono essere ricondotti a questa condizione fisica sono: debolezza, malessere generale, brividi e febbre. Il modo migliore per prevenire l'ostruzione del dotto, o eventualmente sbloccarlo, è quello di attaccare frequentemente il bambino; in questo modo si riesce a provare sollievo e si riduce l'infiammazione. Se l'ostruzione del dotto è frequente, può essere utile allattare il piccolo in diverse posizioni al fine di svuotare completamente tutto il seno, se il latte è molto si può ricorrere anche all'uso di un tiralatte per completare l'operazione. Per prevenire l'ostruzione ai dotti è consigliabile evitare intervalli lunghi tra una poppata e l'altra e in alcuni casi può essere utile il ricorso all'allattamento a richiesta, un metodo di allattamento dove il bambino viene attaccato al seno tutte le volte che ne ha voglia (senza quindi orari prestabiliti).
Salvo rari casi, anche in caso di infezione al seno non c'è mai bisogno di svezzare il bambino, il latte materno possiede delle proprietà antibatteriche che contribuiscono a combattere i germi. Nei casi in cui si ha una febbre che persiste per più di 24 ore è importante consultare il proprio medico.
Per ulteriori informazioni puoi consultare la guida all'allattamento realizzata partendo dal decalogo stilato della Società Italiana di Neonatologia o la pagina principale dedicata all'Allattamento al seno.
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