Allattamento al seno: 10 consigli pratici per l'alimentazione del neonato
Partendo dai consigli della Società Italiana di Neonatologia, vediamo di approfondire in dieci punti gli aspetti che non vanno trascurati al fine di migliorare l'approccio con l'allattamento al seno:
Anche se l'allattamento materno è una cosa molto naturale non bisogna mai sottovalutare l'importanza di una corretta informazione. Degli incontri informativi con le future mamme non servono solo per dare le giuste motivazioni ma anche per far luce su eventuali falsi miti o tabù relativi all'allattamento al seno. Non bisogna poi sottovalutare il supporto nelle prime fasi: alcune neo mamme potrebbero non sentirsi all'altezza del compito, altre si preoccupano perché temono di non avere abbastanza latte, ci sono poi delle situazioni di difficoltà che potrebbero essere accentuate dallo stress e dalla stanchezza dopo il parto, se poi manca anche il sostegno del partner o altri familiari la strada è tutta in salita e le probabilità di arrendersi crescono. Dopo alcuni mesi, il rientro al lavoro, sebbene si possono chiedere dei permessi per allattamento, potrebbe portare la neo mamma a scegliere altri tipi di alimentazione per il proprio bambino. Il supporto è quindi importante sia prima che durante tutta la durata di questa esperienza.
Un aspetto che molti ospedali non sottovalutano è il primo contatto mamma bambino subito dopo al parto, questo "incontro" contribuisce infatti a favorire il bonding (legame) che migliora notevolmente l'allattamento materno. Sopratutto se si è alla prima esperienza, il personale sanitario può aiutare la mamma a trovare la posizione migliore per allattare al seno . Abbastanza pratica, anche se non è l'unica, è la posizione dove il bambino sta sotto al braccio, una posizione conosciuta anche come "a presa da pallone da rugby". Per permettere anche di seguire l'allattamento a richiesta, molti ospedali danno la possibilità di tenere il neonato in camera durante tutta la degenza.
Soprattutto i primi giorni, per contrastare il calo di peso fisiologico del neonato, può essere utile allattare il piccolo a richiesta senza un limite nella durata delle poppate. Invece di attendere il pianto come espressione di "appetito" è importante cogliere i segni di ricerca del seno. In caso di bambini molto esigenti, quando il latte materno non è ancora sufficiente, può essere data un'aggiunta, è bene però non fare mai di testa propria ma consultare un neonatologo, o il pediatra, che valuterà prima le condizioni del bambino (entità del calo di peso, reale limitazione del latte nella madre, ecc.). Mediamente, dopo la nascita ci può essere un calo di peso che può andare dal 5 al 10 per cento , non sempre anche un calo abbastanza consistente (tra l8 e il 10 per cento) richiede un aggiunta automatica di latte artificiale, in questi casi è però sempre consigliabile verificare il corretto attaccamento al seno, la durata e gli intervalli delle poppate e lo stato di salute e benessere generale sia della mamma che del bambino. In caso di aggiunte, quando possibile, prima scelta deve sempre ricadere sul latte materno estratto. Il calo fisiologico (ponderale) del neonato, calo di peso del neonato dopo la nascita, nei casi di allattamento esclusivo al seno si recupera mediamente entro il 14° giorno di vita.
Per migliorare l'allattamento al seno l'uso del ciuccio andrebbe evitato nelle prime fasi e durante il periodo di consolidamento. Ci sono bambini che riescono a mangiare bene fin da subito mentre altri hanno bisogno di più tempo. alcuni esperti consigliano di introdurre il ciuccio non prima della terza-quarta settimana di vita, ci sono dei casi dove però si può introdurre prima senza alcun problema.
Ci sono alcuni casi, sebbene rari, dove il latte materno non arriva, in queste situazioni si deve ricorrere al latte artificiale formulato. Il latte formulato sarà da scegliere anche in quei casi dove la mamma ha una patologia a causa della quale è sconsigliato l'allattamento al seno. Anche in questi casi si potrebbe però ricorrere, se si vuole, al latte materno grazie alle Banche del latte umano donato (BLUD).
Le Banche del latte: come abbiamo visto al punto 5, ci sono delle situazioni dove non si può allattare o il latte materno è tropo poco, in questi casi si può ricorrere al latte umano donato da altre mamme. Per molti esperti, Il latte umano donato costituisce la prima risorsa nutrizionale subito dopo quello della madre. Il latte materno estratto con il tiralatte e donato rappresenta anche la principale integrazione laddove si verifichi una condizione di eccessivo calo ponderale alla nascita e per i rari casi in cui neonati a termine, per brevi periodi, non possono alimentarsi al seno.
A breve saranno pubblicati i punti 7, 8, 9 e 10
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