Effetti collaterali caffè e cuore
Fra gli effetti collaterali del caffè non sono presenti dei problemi per il cuore, anche chi ha problemi cardiaci può quindi assumere ogni tanto bevande a base di caffeina. Molti nella lista delle controindicazioni del caffè inseriscono anche potenziali problemi a carico del cuore e persone che presentano dei disturbi a quest'organo evitano tale bevanda, in realtà sono molto pochi i malati di cuore per i quali il caffè è veramente controindicato. Uno studio, condotto da un gruppo di ricercatori dell'Università della California di San Francisco (Usa), ha verificato se esiste una relazione tra l'assunzione di prodotti e bevande a base di caffeina e una manifestazione di eccessive contrazioni atriali premature (PAC), delle contrazioni anomale del cuore che possono causare fibrillazione atriale, ictus e morte, ed eccessive contrazioni ventricolari premature (PVC), correlate in alcuni casi a un aumento dell'insufficienza cardiaca e a coronaropatie (malattia coronarica). I risultati dell'indagine sono stati pubblicati sul Journal of American Heart Association (Arrhythmia and Electrophysiology - Consumption of Caffeinated Products and Cardiac Ectopy - Doi: 10 1161 / JAHA 115 002503 - Gennaio 2016).
Shalini Dixit, prima autrice dello studio, spiega che il campione coinvolto nell'indagine è molto ampio, attualmente è una delle ricerche più grandi che hanno messo in correlazione le abitudini alimentari con il tasso di questi disturbi cardiaci (aritmie). I dati sono frutto di un'analisi che ha monitorato le abitudini alimentari di 1.388 persone, 639 uomini e 749 donne, con un'età media di 72 anni. Circa il 61 per cento dei partecipanti, nell'arco dei 12 mesi presi in considerazione, consumava quotidianamente uno o più prodotti contenenti caffeina (caffè, tè, cioccolato, ecc.).
Gregory M. Marcus, coordinatore dello studio, spiega che al termine dell'indagine non sono state rilevate particolari differenze tra le persone che assumevano regolarmente prodotti e bevande contenenti caffeina e chi non ne faceva uso. In particolare, gli studiosi non hanno riscontrato nessuna aritmia (Contrazioni ventricolari premature o Contrazioni atriali premature) collegabile al consumo di caffè, tè o cioccolato, nemmeno tra i soggetti che ne assumevano quantità rilevanti.
Secondo gli autori della ricerca le raccomandazioni cliniche relative al consumo regolare di caffè, e più in generale i prodotti contenenti caffeina, per prevenire disturbi del ritmo cardiaco dovrebbero essere rivalutate. In molti casi oggi si tende a scoraggiare senza un valido motivo scientifico il consumo di determinate sostanze quando invece diversi studi hanno evidenziato che il caffè e il tè potrebbero portare dei benefici cardiovascolari.
Alcuni casi dove il caffè può essere controindicato
In questo studio è stato dimostrato che il caffè non è controindicato per il cuore, ancora oggi però molti medici tendono a sconsigliare inspiegabilmente il suo consumo alle persone malate di cuore. Questa non è comunque l'unica ricerca che sfata questa credenza, sono numerose le indagini che esaltano gli effetti benefici del caffè e in quasi nessuna di esse si rivelano effetti tossici.
Fra i benefici del caffè c'è anche quello di stimolare il centro cardiaco, a differenza di quanto potrebbero pensare in molti la caffeina è quindi benefica anche per la maggior parte delle persone malate di cuore. In determinati casi, elevate dosi di caffè possono provocare tachicardia, extrasistolia e cardiopalmo, nessun tipo di cardiopatia organica è però causata dalla caffeina.
Se proprio vogliamo trovare delle controindicazioni nell'assunzione del caffè queste riguardano per lo più altri aspetti. Dovrebbero evitare il consumo di bevande con caffeina le persone nervose, con distonie neurovegetative (un grave disturbo del movimento), con ipertiroidismo, con ulcera gastrica reflusso gastro-esofageo, con affezioni delle vie biliari (per esempio la calcolosi biliare) e, per chi vuole essere proprio rigoroso, con la gotta. Quantitativi contenuti di caffè possono essere assunti, purché non causino tachicardia o extrasistoli, anche dalle persone che soffrono di aterosclerosi o di malattie delle coronarie.
Affinché il caffè possa generare effetti negativi di una certa entità quali nervosismo, tachicardia,agitazione, nausea, insonnia (per l'insonnia bisogna anche considerare degli aspetti genetici), tremori, ecc., se ne deve assumere quantità notevoli. Nelle sperimentazioni condotte su modelli murini sono stati rilevati effetti tossici quando sono stati superati dei quantitativi che nell'uomo corrispondono a circa 10 grammi. Se si considera che per fare un caffè si utilizzano circa 5 grammi di polvere la quale al massimo contiene il 2 per cento di caffeina (nella soluzione ne passa mediamente il 75 per cento), una tazzina di caffè non supera i 0,10 grammi di caffeina, un quantitativo notevolmente al di sotto dei livelli di guardia.
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