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Carenza di vitamina D a causa di un eccesso di tessuto adiposo

Carenza di vitamina D e tessuto adiposo

Una carenza di vitamina D è associata a diverse malattie, non solo patologie a carico delle ossa come l'osteoporosi ma anche di tipo neurodegenerativo come Alzheimer e Parkinson, malattie polmonari e diabete. Dietro a un deficit di tale vitamina non sempre però c'è una scarsa esposizione alla luce del sole o una dieta inadeguata, in molti casi il problema è riconducibile a un accumulo eccessivo del tessuto adiposo. Sembra infatti esserci un effetto "calamita" da parte del grasso e nel tessuto adiposo vi è un accumulano elevate dei precursori della vitamina D con una conseguente diminuzione dei livelli di vitamina D nel sangue. Del legame tra vitamina D e grasso si è parlato in occasione del convegno "Ipovitaminosi D - manifestazioni cliniche e patologie correlate relativo" (D - Day III edizione - Padova, Novembre 2015).

Secondo alcune stime, circa l'80 per cento degli italiani presenta una carenza (più o meno grave) di vitamina D, questa carenza in alcuni casi è riconducibile all'obesità. Un po' di chiarezza su questo legame la fa uno studio condotto dal team da Carlo Foresta, ordinario di endocrinologia presso l'Università degli Studi di Padova. In Italia sempre più persone sono in eccesso ponderale, una condizione di sovrappeso e obesità che si ha nel momento in cui l'indice di massa corporea supera un certo valore (IMC > 25). Foresta spiega che il grasso ha un effetto calamita verso i precursori della vitamina D, di conseguenza se aumenta il numero di persone obese e in sovrappeso aumenta anche il numero di persone con carenza di vitamina D (ipovitaminosi D).

Lo studio si è sviluppato in due fasi, in una prima fase sono state condotte delle ricerche in vitro su cellule di tessuto adiposo, successivamente la sperimentazione si è spostata su due gruppi di pazienti obesi. Osservando i dati raccolti si è rilevato che le cellule del tessuto adiposo captano il precursore della vitamina D, una condizione che spiega il perché nelle persone obese c'è (in molti casi) un' ipovitaminosi D. Proseguendo nel'indagine si è poi rilevato che una somministrazione dei precursori della vitamina ai pazienti non dava nessun risultato rilevante mentre le cose cambiavano se veniva somministrata la forma attiva della vitamina D. Nella terapia per la carenza di vitamina D bisognerebbe quindi fare attenzione al singolo caso, una supplementazione a base di precursori rischierebbe di essere inefficace se non si tiene conto di questo "effetto calamita". Un esempio di precursore della vitamina D è il Didrogyl mentre il Dibase (un integratore spesso dato ai bambini e alle donne incinta) è la forma attiva della vitamina.

Gli esperti spiegano comunque che in alcuni casi la terapia da sola non basta. E' importante che il paziente rientri in un parametro di indice di massa corporea normale (per sapere se sei normopeso utilizza lo strumento per il calcolo del peso forma), in questo modo si riduce la massa adiposa e si normalizza la concentrazione plasmatiche di vitamina D.


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