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Diabete: dieta per prevenire il tipo 2 (la frutta)

Diabete: dieta (frutta) per prevenire il tipo 2

Per ridurre il rischio di diabete di tipo 2 la frutta nella dieta può avere un ruolo di rilievo, l'importante è che non la si assuma sotto forma di succhi di frutta. Questa raccomandazione vale anche per quelle donne che hanno un alto rischio di diabete in gravidanza (diabete gestazionale). Frutti come mirtilli, uva e mele possono ridurre il rischio di diabete di quasi il 30 per cento, se però si assumono sotto forma di succhi di frutta hanno un effetto opposto. Questa è la conclusione di uno studio nato dalla collaborazione tra ricercatori inglesi americani e singaporesi. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sul British Medical Journal (Fruit consumption and risk of type 2 diabetes: results from three prospective longitudinal cohort studies - doi: 10.1136 / bmj f5001).

Per condurre l'indagine i ricercatori sono partiti dai dati di tre studi a lungo termine che hanno coinvolto complessivamente, tra il 1984 e il 2008, 187.382 individui. Nessun volontario presentava diagnosi di diabete, malattie cardiovascolari o cancro all'inizio dello studio, durante il periodo di follow-up 12.198 volontari (pari al 6,5 per cento del campione) hanno però sviluppato il diabete di tipo 2. Di tutti i partecipanti, i ricercatori avevano a disposizione delle informazioni dettagliate sulle abitudini alimentari. L'indagine si è concentrata in particolar modo sul consumo di frutta in generale e su specifici frutti quali: mele, banane, pere, uva, frutta secca, pesche, prugne, susine, albicocche, arance, pompelmi, fragole, mirtilli, e meloni.

Qi Sun, coordinatore dello studio, spiega che ricerche precedenti che hanno esaminato gli effetti della frutta nella prevenzione del diabete hanno fornito dei risultati variabili. I nuovi dati, frutto di un'indagine che ha coinvolto un ampio numero di persone, evidenziano come alcuni frutti possono essere effettivamente utili nel ridurre il rischio di diabete. Mangiare per esempio almeno 2 porzioni di mirtilli alla settimana aiuta a ridurre del 23 per cento il rischio di diabete rispetto a chi ne assume meno di una porzione al mese, benefici analoghi si hanno anche con l'assunzione di altri frutti come: mele, pere e uva.

I ricercatori spiegano che i succhi di frutta, al contrario, aumentano il rischio di diabete. Secondo alcune stime, sostituire i succhi di frutta con la frutta fresca contribuirebbe a ridurre il rischio di diabete del 33 per cento. Un consiglio che dovrebbero seguire anche quelle donne che hanno un alto rischio di diabete gestazionale. La chiave di tutto potrebbe risiedere nell'indice glicemico che per i succhi è più alto rispetto alla frutta mangiata a pezzi.

Indice glicemico della frutta

L'indice glicemico di un alimento indica la velocità con cui aumenta la glicemia in seguito all'assunzione di un determinato quantitativo di carboidrati, viene ottenuto misurando l'andamento della curva a campana dal momento dell'ingestione a due ore dopo. Non tutta la frutta ha lo stesso indice glicemico e anche lo stato di maturazione può far variare di molto il valore.

Di seguito riportiamo alcuni frutti suddivisi sulla base del loro indice glicemico:

  • Alto indice glicemico: banana, anguria, melone, dattero, frutta sciroppata o in scatola, papaya, succo d'uva.

  • Medio indice glicemico: mango, litchi (nota anche come ciliegia della cina), banana acerbe, spremuta d'arancia senza zucchero, ananas, uva, prugna secca.

  • Basso indice glicemico: arancia, mela, melograno, pesche noci, pesche, albicocche, fragole, lampone, mirtillo, ciliegie, frutto della passione, pere, pompelmo, more.

Si può notare come determinata frutta passi da un indice glicemico all'altro a seconda della loro forma (spremuta o intera), il succo d'uva a un indice glicemico alto mentre l'uva in acini ha un indice glicemico medio, la spremuta d'arancia ha un indice glicemico medio mentre l'arancia a spicchi ha un indice glicemico basso, ecc.. Anche lo stato di maturazione può influire molto su alcuni frutti, per le banane, ad esempio, si passa da un indice glicemico di circa 40 quando è verde a oltre 65 al termine della maturazione.

Concludiamo spiegando che la quantità totale di carboidrati ricavati da un determinato cibo (carico glicemico) è però, nella maggior parte dei casi, più importante della loro qualità (indice glicemico). L'anguria, un frutto con un elevato indice glicemico, ha un contenuto di glucide molto basso in quanto è costituita per la maggior parte da acqua, per questo motivo può essere mangiata (in quantità moderate) anche dai diabetici.


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