Allattamento e tumore al seno
Nel periodo dell'allattamento al seno entrano in gioco numerosi ormoni (come ad esempio la prolattina e l'ossitocina) che contribuiscono, tra le altre cose, a ridurre il rischio di sviluppare il tumore al seno. L'allattamento non è quindi importante solo per la salute del neonato ma anche per quella della madre. Numerosi studi hanno già evidenziato quanto sia importante allattare, una nuova ricerca conferma quanto già scoperto in precedenza ed evidenzia che le donne che non allattano al seno hanno una probabilità maggiore di contrarre il tumore al seno. I nuovi dati sono stati presentati in occasione dell'undicesima Conferenza Annuale di AACR sulle Frontiere nella Ricerca di Prevenione del Cancro (11th Annual AACR International Conference on Frontiers in Cancer Prevention Research - Ottobre 2012).
Lo studio, condotta presso la Columbia University dai ricercatori della Mailman School of Public Health, ha coinvolto 7.008 donne: 4.011 con diagnosi di tumore al seno e 2.997 inserite in un gruppo di controllo. L'aspetto innovativo di questa ricerca è che mette in gioco più fattori, gli esperti hanno preso in considerazione il numero dei parti avuti, l'uso di contraccettivi orali e l'allattamento al seno.
Dall'analisi dei dati raccolti si è scoperto che il numero di parti di una donna e l'avere, o non aver, allattato al seno incideva in maniera significativa sull'aumento del rischio di tumore al seno. In particolare, il rischio per i recettori degli estrogeni e progesterone negativi (ER / PR) del cancro al seno era maggiore nelle donne che non avevano allattato e questo stesso fattore, se associato a tre o più parti, aumentava il rischio.
Meghan Work, prima autrice dello studio, spiega che le donne che hanno avuto figli ma non hanno allattato al seno presentano un rischio pari a circa una volta e mezzo di ER / PR negativi. Nelle pazienti che avevano allattato al seno i propri figli non c'era invece nessun aumento del rischio di ER / PR negativi.
Per quanto riguarda l'uso della pillola e il rischio di tumore al seno gli esperti non hanno rilevato nessuna associazione. I contraccettivi orali prodotti dopo il 1975 non incrementano quindi il rischio di ER / PR negativi. Meghan Work spiega che la data di produzione è importante perché in passato le pillole contenevano alte dosi di estrogeni e progestinici rispetto alle versioni più recenti.
In particolari casi non è possibile allattare, sia perché potrebbe capitare che il latte non arriva sia perché magari si stanno seguendo delle terapie farmacologiche nocive per il bambino (terapia con antitiroidei, chemioterapia, ecc.). Altre situazioni dove è controindicato allattare è la presenza di infezioni quali: epatite B, citomegalovirus e HIV. Salvo casi estremi, come potrebbero essere quelli citati, anche di fronte a determinate terapie se si deve valutare il rapporto rischio beneficio ne esce quasi sempre vincitore l'allattamento al seno.
Il latte materno è il miglior alimento per i neonati in quanto, oltre a possedere tutti gli elementi nutritivi necessari per la crescita, contiene numerosi anticorpi che combattono i batteri già nello stomaco del piccolo e lo proteggono dalle infezioni. I benefici per la madre non riguardano però solo la maggiore protezione verso i tumori al seno ma anche quelli alle ovaie, inoltre, le donne che allattano risultano essere maggiormente protette verso l'osteoporosi in età avanzata. Allattare al seno aumenta l'intervallo tra una gravidanza e l'altra, offre vantaggi economici e di praticità (il latte materno è sempre disponibile alla giusta temperature), facilita la perdita dei chili in più presi durante la gravidanza, previene eventuali emorragie post partum e favorisce il ritorno dell'utero alle sue dimensioni prima della gravidanza. Secondo i ricercatori della Mailman School of Public Health, alla luce anche dei nuovi risultati, l'allattamento materno dovrebbe essere preso in considerazione nelle politiche di prevenzione del tumore al seno.
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