Analisi del sangue in gravidanza per scoprire il sesso
Durante la gravidanza si effettuano una serie di analisi del sangue utili per monitorare la salute della futura mamma e del piccolo, non tutti però sanno che un prelievo di sangue potrebbe anche svelare il sesso del nascituro già dalla settima settimana di gestazione quando ancora non lo si può vedere dall'ecografia. Non è la prima volta che si parla della possibilità di poter scoprire in anticipo il sesso del nascituro attraverso un esame del sangue, nuovi dati sull'argomento arrivano da uno studio condotto presso i National Institutes of Health di Bethesda. La ricerca, coordinata da Stephanie A. Devaney, è stata pubblicata sul Journal of American Medical Association (JAMA. 2011;306[6]627-636).
Per sapere se sarà maschio o femmina, per il momento, in Italia bisogna aspettare almeno alla 20esima settimana di gestazione quando si esegue l'ecografia morfologica; forse l'ecografia più importante perché grazie ad essa si effettua un controllo completo: si misura il diametro della testa e si controllano gli organi (cuore, testa, colonna vertebrale, braccia, gambe, fegato e reni), si verifica la posizione della placenta e la quantità di liquido amniotico. In alcuni paesi europei (Olanda, Regno Unito, Francia e Spagna) è invece possibile scoprire il sesso del nascituro già dalla sesta/settimana settimana di gestazione attraverso una semplice analisi del sangue (Gender test).
Il nuovo studio americano dimostra ancora una volta l'attendibilità dell'analisi del sangue grazie alla quale si può scoprire in anticipo il sesso del piccolo. Come si effettua il test? Dopo aver prelevato il sangue della madre si ricercano in esso delle tracce del DNA del feto e si analizzano per individuare possibili tracce appartenenti al cromosoma maschile Y. I ricercatori ci tengono a tranquillizzare le donne ed evidenziano che a differenza dell'amniocentesi questo non è un esame invasivo e la probabilità di perdere il bambino è nulla.
Analizzando i risultati di 57 studi sul test del Dna fetale libero, gli studiosi hanno raccolto i dati di circa 7 mila donne. Dall'indagine è emerso che questo tipo di esame ha una sensibilità del 95,4 per cento, una specificità del 98,6 per cento, un valore predittivo positivo del 98,8 per cento e negativo del 94,8 per cento. Già a partire dalla settima settimana di gestazione l'analisi ha un'attendibilità elevata anche se raggiunge il massimo dell'attendibilità dopo la 20esima settimana quando la concentrazioni di Dna fetale libero nella circolazione sanguigna materna è maggiore.
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