Missione Discovery: meglio non rischiare
Per lo shuttle Discovery non poteva esserci partenza più tormentata. Superato l’uragano Dennis e riparato il pezzo di rivestimento che si era distaccato da uno dei finestrini non sembravano esserci più problemi. Invece ecco l’imprevisto dell’ultimo momento: un guasto a uno dei sensori che segnalano il livello del carburante. Cosà¬, a poche ore dal lancio, tutto è stato rimandato: forse alla prossima settimana, forse a fine mese.
In altri tempi il lancio sarebbe avvenuto lo stesso ma stavolta no. Il Discovery è il primo shuttle a tornare in volo dopo la tragica esplosione del Columbia, avvenuta nel 2003. Un altro fallimento e l'Agenzia Spaziale americana sarebbe costretta a mandare definitivamente in pensione le vecchie navette spaziali.
In effetti lo stesso Discovery, pur tirato a lucido e dotato di una fusoliera nuova di zecca, rimane un modello non più al passo coi tempi. D’altra parte costruire da zero nuove navette richiede soldi e competenze che in questo momento la Nasa non possiede. Non c’è alternativa: per gli americani non resta che rimboccarsi le maniche e sperare che i contrattempi siano finiti una volte per tutte.
Luca Nobili
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