Il volto confuso di Cerere
Quando, nel 1801, Giuseppe Piazzi scoprଠCerere, credette di aver individuato il pianeta che si presumeva dovesse orbitare tra Marte e Giove. Nonostante Cerere non sia un pianeta, risulta ad ogni modo essere l'oggetto più grande della fascia d'asteroidi. Eppure solo ora, ben due secoli più tardi, gli astronomi cominciano ad avere un'idea più precisa di quale possa essere il suo volto.
Grazie al potere ottico del Telescopio Spaziale Hubble, una squadra di osservatori guidata da by Joel W. Parker del Southwest Research Institute, ha catturato, nel 1995, numerose immagini dell'asteroide in luce ultravioletta (metodo con il quale L'Hubble può garantire la massima risoluzione). Le precedenti osservazioni effettuate da terra hanno potuto solamente individuare i contorni del disco di Cerere, ma in maniera alquanto approssimativa. L'Hubble invece è stato capace di rivelare dettagli delle dimensioni di circa 50 chilometri. In apparenza il volto di Cerere rivelato dall'Hubble è piuttosto regolare, ad eccezione di un segno scuro ampio circa 250 chilometri. Parker e i colleghi riferiscono che non è chiaro cosa in realtà questa macchia rappresenti, se un cratere, una zona scura o qualcos'altro. Essi però credono che si tratti di una caratteristica reale, non un'ombra od un effetto ottico, tanto che hanno proposto di chiamarla Piazzi, in onore dell'astronomo italiano.
L'osservazione con Hubble, durata appena cinque ore, non è stata sufficientemente lunga da consentire agli astronomi di seguire Cerere nella sua completa rotazione, ma dalle immagini ottenute è possibile comunque dedurre un diametro medio di 950 ± 8 chilometri. Da questo, insieme alle precedenti stime sulla massa, la squadra ha determinato che la densità media di Cerere è di circa 2,6 g/cm³ - un risultato ragionevole, corrispondente ai dati sulla composizione dell'asteroide ricavati dalla sua analisi spettrometrica.
Cerere percorre intorno al sole un'orbita approssimativamente circolare con una distanza media di crca 2,8 unità astronomiche dalla nostra stella.
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