Piante officinali e erbe: Luppolo
Nome botanico: Humulus lupulus L.
Famiglia pianta: Cannabaceae
Descrizione
Il Luppolo cresce spontaneamente anche nel nostro Paese, noto in particolare perché utilizzato nella produzione della birra, ma ricco anche di tradizionali impieghi erboristici. La pianta del Luppolo è un rampicante che raggiunge anche i 6 metri di altezza di cui si utilizzano i coni, cioè le infiorescenze femminili.
Tempo balsamico: i coni si raccolgono in settembre-ottobre. Non vanno conservati troppo a lungo.
Attività principali e impiego terapeutico
Il luppolo essiccato in passato veniva utilizzato come imbottitura di guanciali allo scopo di favorire il sonno ! Anche gli indiani di America utilizzavano il luppolo come sedativo e con tale ruolo agli inizi del secolo entrò anche nella Farmacopea americana. Era ritenuto anche un rimedio specifico per la lebbra, la tubercolosi, la dissenteria, disturbi digestivi e alcune malattie infettive.
Conoscenze scientifiche
I principali costituenti sono: tannini, flavonoidi, una piccola quantità di olio essenziale ricco in terpeni e sostanze resinose e amare quali il lumulone e il lupulone. Il Luppolo entra anche nella composizione di alcune miscele per tisana previste dallo stesso Formulario Galenico Nazionale, e tra queste la tisana alla Melissa e la tisana alla Valeriana, consigliata come blando sedativo, ma dal sapore sgradevole!
Avvertenze
Il dato forse più importante è che il Luppolo contiene anche fitoestrogeni, tra i quali la 8-prenilnaringenina. Non esistono ancora dati sul suo impiego nei disturbi della menopausa, né esistono estratti di Luppolo standardizzati in fitoestrogeni. Può tuttavia interagire con psicofarmaci, barbiturici e con l'alcool per l'effetto sedativo, ma soprattutto con eventuali terapie ormonali. Non dovrebbe essere assunto dalle donne con tumori della mammella estrogeno-dipendenti.
Livelli di tossicità: considerata relativamente innocua se assunta in quantità appropriate per brevi periodi di tempo.
Gravidanza ed allattamento: non utilizzare; vista la possibile azione estrogeno simile le donne in gravidanze dovrebbero evitare l'uso della pianta così come le donne affette da cancro mammario estrogeno-dipendente.
Neonati e bambini: è rischioso somministrare qualsiasi preparato a base di piante medicinali a bambini sotto i due anni d'età.
Note sull'utilizzo delle piante medicinali