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Alzheimer: sintomi, cura e diagnosi

Sintomi Alzheimer: perdita di memoria

Il morbo di Alzheimer rappresenta la più comune forma di demenza neurologica degenerativa, si manifesta prevalentemente dopo i 65 anni e ha un decorso che dura mediamente tra gli 8 e i 14 anni. Sebbene la patologia si presenta in percentuale maggiore superata una certa età (circa il 20 per cento dei pazienti hanno più di 85 anni), in alcuni casi può presentarsi precocemente, ci possono essere infatti delle situazioni di Alzheimer giovanile (manifestazione della malattia intorno ai 50 anni). La malattia prende il nome da Alois Alzheimer, un neurologo tedesco che all'inizio del 1900 descrisse per la prima volta le caratteristiche del morbo.

Il morbo di Alzheimer non deve essere confuso con la demenza senile, alla base della prima patologia c'è infatti un accumulo di due proteine (la tau e la beta-amiloide) che contribuiscono alla distruzione dei neuroni, la seconda è solitamente causata da ripetuti "piccoli" infarti che progressivamente distruggono il tessuto cerebrale. Alcune demenze senili possono essere anche la conseguenza di determinate patologie cardiovascolari croniche, per questo motivo in alcuni casi si parla anche di demenze vascolari.

Le persone colpite da Alzheimer perdono progressivamente le proprie funzioni cognitive (ragionamento, memoria e linguaggio), una situazione che porta a una graduale perdita dell'autonomia fino al punto di dover dipendere dagli altri anche per le più semplici attività giornaliere. Questa situazione mette a dura prova i familiari in quanto vengono esposti a un eccessivo stress che può portare a gravi conseguenze sulla loro stessa salute, per questo motivo è importante anche il supporto ai familiari delle persone con diagnosi di Alzheimer.

Attualmente non si hanno ancora molte informazioni sulle cause dell'Alzheimer, in base alle indagini si è scoperto che circa l'1 per cento dei casi ha un origine genetica (un gene difettoso, trasmesso da una generazione all'altra, che determina un maggior rischio di Alzheimer ereditario), il restante 99 per cento dei casi non presentano però degli elementi ben definiti. Alla base del morbo di Alzheimer sembrerebbe esserci un'alterazione a livello metabolico della APP (Amyloid Precursor Protein), una proteina precursore della beta amiloide. Per motivi attualmente ignoti, in alcune persone si innesca un processo che altera il metabolismo della APP con la conseguente formazione di un sostanza neurotossica nota come beta amiloide. Tale sostanza, accumulandosi progressivamente nel cervello, porta a una progressiva morte dei neuroni del cervello (morte neuronale).

Quali sono i sintomi dell'Alzheimer?

Nella fase iniziale, la patologia non comporta dei problemi di memoria e anche un'eventuale visita effettuata presso un medico non evidenzierà alcuna prova di sintomi di demenza. Col progredire, ci si potrebbe accorgere di alcuni sintomi premonitori dell'Alzheimer, essi potrebbero essere verificati attraverso dei test per l'Alzheimer in grado di valutare le funzioni cognitive.

Sebbene essi possono variare notevolmente da persona a persona, i primi sintomi dell'Alzheimer a cui bisogna prestare maggiore attenzione sono la perdita di memoria: inizialmente può avvenire in forma lieve, e di conseguenza non facilmente rilevabile, con il passare del tempo si manifesterà però in maniera più marcata e grave. Alla perdita di memoria, che come abbiamo detto diventerà sempre più marcata con il passare del tempo, si associano altri problemi quali ad esempio: impoverimento e disturbi del linguaggio, problemi di concentrazione, difficoltà di orientamento nello spazio e nel tempo, non è inoltre raro che i soggetti colpiti da Alzheimer presentino delle alterazioni della personalità. Tutti questi disturbi tendo a peggiorare nel tempo fino a portare a una totale perdita dell'autonomia.

Di seguito riassumiamo i principali sintomi fisici dell'Alzheimer, alcuni di essi si manifestano quando la patologia è già in uno stadio avanzato.

  • Difficoltà a svolgere i consueti compiti familiari;

  • Tendenza ad avere dei comportamenti ripetitivi;

  • Ridotte capacità motorie;

  • Problemi di insonnia;

  • Letargia;

  • Scarsa igiene;

  • Depressione.

Chi è affetto da Alzheimer, se lasciato da solo, tende inoltre a vagare e si perde spesso.

Diagnosi e cura dell'Alzheimer

Sebbene alcuni esperti hanno realizzato dei test per l'Alzheimer, attualmente non esiste un test specifico riconosciuto universalmente in grado di determinare se una persona è affetta o meno dalla malattia. Per il momento si arriva alla diagnosi per esclusione, dopo aver esaminato le condizioni fisiche e mentali del paziente. Si parte da un'anamnesi e visita medica generale per poi approfondire eventuali dati mediante esami di laboratorio e strumentali.

In determinati centri si eseguono degli esami cerebrali specifici in grado di rilevare un eventuale accumulo della proteina neurotossica beta amiloide. Nei casi in cui il neurologo ha dei dubbi può prescrivere una risonanza magnetica ad alta definizione, una tomografia a emissione di positroni (PET) con fluorode-sossiglucosio o, in altri casi, una puntura lombare mediante la quale si può misurare la presenza nel liquido cerebrospinale di due proteine note per essere coinvolte nella malattia: la beta amiloide e la tau.

Ad oggi non esiste una cura per l'Alzheimer, esistono però delle terapie (che prevedono l'utilizzo di una particolare molecola, un inibitore dell'acetilcolinesterasi) in grado di rallentare temporaneamente la progressione della patologia e migliorare alcuni sintomi della malattia. Mediante altri farmaci si possono inoltre tenere sotto controllo alcuni riturbi, conseguenti sempre all'Alzheimer, quali: disturbi del sonno, disturbi comportamentali e depressione.

Essendo ignote le cause della malattia non si può neanche pianificare una prevenzione specifica per il morbo di Alzheimer. Secondo diverse ricerche si ipotizza che si possa diminuire il rischio della patologia diminuendo il rischio delle malattie cardiache, bisognerebbe quindi stare attenti al colesterolo alto, alla pressione alta, al sovrappeso, al diabete e a tutte quelle malattie che influiscono negativamente sul sistema cardiovascolare. Si potrebbe quindi prevenire l'Alzheimer grazie a una dieta equilibrata in abbinamento all'attività fisica, anche delle attività che stimolano il cervello (lettura, scacchi, programmazione, parole crociate, Sudoku, ecc.) possono rientrare in una strategia preventiva.

Sebbene attualmente non esiste una cura, numerosi ricercatori di tutto il mondo stanno cercando il modo di contrastare questa malattia neurodegenerativa che nei prossimi anni colpirà sempre più persone, per scoprire quali sono i progressi in campo medico vi rimandiamo ala sezione specifica:

Approfondimenti e Pubblicazioni Scientifiche relative all'Alzheimer


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