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Varicella (bambini e adulti): sintomi e vaccino - La varicella, una malattia determinata da un agente patogeno molto contagioso, può colpire sia i bambini che gli adulti

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Varicella (bambini e adulti): sintomi e vaccino

La varicella, una malattia determinata da un agente patogeno molto contagioso (noto come virus varicella-zoster / VZV o Human herpesvirus 3 / HHV-3), colpisce sia i bambini che gli adulti. Sebbene la patologia può presentarsi a tutte le età, interessa prevalentemente i più piccoli ed è per questo che, insieme a morbillo, parotite, pertosse e rosolia, viene annoverata fra le malattie contagiose dell'infanzia, una serie di malattie che solitamente colpiscono i bambini con un'età compresa tra i 5 e i 12 anni.

Il virus si trasmette esclusivamente da uomo a uomo e, una volta superata la malattia, si ha quasi sempre un'immunità di tipo permanente nei confronti di una successiva reinfezione. Sono molto rari i casi in cui uno stesso individuo sviluppi la varicella più di una volta. Quando si guarisce dalla malattia il virus non viene eliminato dall'organismo, almeno di norma, è rimane latente in specifiche strutture nervose per tutta la vita.

La varicella è considerata una delle malattie infettive più contagiose, basti pensare che un individuo infetto può contagiare più di 10 persone prima di accorgersene. Questo avviene perché la contagiosità inizia da 1 o 2 giorni (in alcuni casi si parla anche di 5 giorni) prima della comparsa dell'eruzione, di conseguenza si può entrare in contatto con un malato senza saperlo ed essere contagiati. La persona rimane poi contagiosa fino a 5 giorni dopo la comparsa delle prime eruzioni e tale situazione può perdurare fino alla comparsa delle croste. Il contagio della varicella avviene per via aerea attraverso le goccioline respiratorie, in seguito a uno starnuto o un colpo di tosse, o per contatto con il liquido delle vescicole o zoster.

Sintomi della varicella

Il periodo di incubazione della varicella può andare dalle 2 alle 3 settimane, dopo questo l'asso di tempo la malattia esordisce con uno dei sintomi tipici, un'eruzione cutanea (o rash) che molti definiscono "bolle". Nella fase iniziale compaiono delle piccole chiazze che, nel giro di qualche ora, diventano delle vescicole piene di un liquido chiaro. Queste "bolle" si diffondono ad ondate e, piano piano, ricoprono tutto il corpo. Talvolta, delle lesioni possono essere presenti anche nella bocca dove si sviluppano sotto forma di afte. L'eruzione cutanea non è però l'unico sintomo della malattia, essa è infatti accompagnata anche da mal di testa, febbre (che di solito non raggiunge temperature elevate), perdita dell'appetito e un malessere generale.

Normalmente, una persona colpita da varicella, può presentare dalle 250 alle 500 lesioni distribuite tra testa, tronco, viso e arti. Queste piccole papule rose, che causano molto prurito, con il tempo si trasformano in vescicole e, successivamente, evolvono in croste e cadono. I determinati casi, sopratutto nella fascia d'età compresa tra i 5 e i 12 anni, può anche capitare che le lesioni cutanee siano talmente poche da far passare inosservata la malattia, una situazione che può aumentare il rischio di contagiare altre persone.

Varicella nei bambini

Come accennato in precedenza la varicella rientra nell'elenco delle malattie contagiose dell'infanzia, ma non colpisce solo in questa fascia d'età. Sebbene sia una malattia benigna che guarisce nel giro di 7-10 giorni, e le complicanze sono rare nei bambini sani, in alcuni casi si possono presentare delle complicazioni di una certa entità come le polmoniti. Bisogna poi ricordarsi che i sintomi non sono altrettanto lievi, e le complicazioni sono tutt'altro che trascurabili, se la malattia colpisce delle persone con immunodeficienza (o immunodepressione), dei neonati, degli adolescenti, delle donne in gravidanza e, in generale, tutti gli adulti.

La percentuale di bambini "sani" che presentano una qualche complicazione legata alla varicella va dal 3 al 5 per cento, un numero basso ma non trascurabile in quanto a livello nazionale si parla di circa 20mila casi all'anno. Le complicanze possono essere diverse: sovrainfezioni batteriche delle pustole, polmoniti, meningo-encefaliti, ecc.. L'incidenza delle complicazioni aumenta inoltre nei casi di dermatite atopica, in chi soffre di fibrosi cistica e negli immunocompromessi. Il periodo di degenza, in questi casi, può essere anche piuttosto lungo e il bambino è costretto all'isolamento per evitare la trasmissione della malattia.

Se un neonato contrae la varicella si può sviluppare una forma dell'infezione molto grave che può avere un tasso di mortalità anche del 30 per cento. La varicella neonatale grave si può sviluppare se la mamma contrate l'infezione in un periodo compreso tra i 5 giorni prima del parto e i 2 giorni successivi.

Varicella negli adulti

Se nei bambini, nella maggior parte dei casi, gli effetti della varicella sono di poco conto e il più fastidioso è in linea di massima il prurito, il virus, se viene contratto in altre fasce d'età (compresa l'adolescenza e il periodo neonatale), può essere molto pericoloso. Quando il virus non colpisce i bambini si sviluppa una variante della malattia nota come varicella progressiva, una forma caratterizzata dall'interessamento di diversi organi. Sebbene la complicazione più comune è la polmonite, in determinati casi ci possono essere altre complicazioni quali: artriti, atassia cerebellare, cerebelliti (un'nfiammazione cerebrale), epatiti, encefaliti, meningoencefaliti , glomerulonefriti, superinfezione batterica delle lesioni cutanee e trombocitopenia (diminuzione del numero delle piastrine nel sangue). In questi casi, stando ad alcune statistiche, se il soggetto colpito non riceve delle cure adeguate c'è un rischio di mortalità stimato intorno al 7 per cento.

In un 10-20 per cento degli adulti che hanno passato la varicella da bambini, il virus può risvegliarsi a distanza di anni, o addirittura decenni, dando luogo all'herpes zoster, un'infezione virale meglio nota come fuoco di Sant'Antonio. Questa malattia, che solitamente insorge dopo i 50anni, è caratterizzata da lesioni a grappolo di tipo vescicolare nella zona del torace. L'eruzione cutanea è di solito accompagnata da un dolore localizzato, nevralgia post erpetica, che persiste oltre un mese.

Se si contrae il virus durante le settimane di gestazione esso può essere trasmesso al piccolo attraverso la placenta. Se la varicella si presenta entro i primi due trimestri della gravidanza, il feto può contrarre una embriopatia (sindrome della varicella congenita). I piccoli esposti al virus Varicella zoster in utero dopo la ventesima settimana di gestazione, potrebbero sviluppare successivamente una varicella asintomatica e, di seguito, herpes zoster nei primi anni di vita.

Rimedi per il prurito della varicella

L'amido di riso è un rimedio naturale contro il prurito causato dalle vescicole della varicella. Questo è il classico caso dove il rimedio della nonna può effettivamente essere una valida opzione per trattare una condizione fisica.

Se un adulto può avere un maggiore controllo e di conseguenza riesce a non grattarsi, un bambino con un'età compresa tra i 5 e i 12 anni può avere maggiori difficoltà nel trattenersi. Le vescicole che si formano sulla testa, sul tronco, sul viso e sugli arti, sono molto pruriginose ma un bagno tiepido, con disciolto nell'acqua dell'amido di riso, può aiutare concretamente a lenire il prurito. Evitare di grattarsi è importante perché se si rompono le vescicole il virus della varicella può essere trasmesso ad altre parti del corpo.

Nel caso in cui l'amido di riso non dovesse essere sufficiente si può ricorrere anche a un antistaminico specifico, ovviamente dopo aver sentito il parere del proprio medico. Per migliorare il processo di guarigione dalla varicella può inoltre essere utile incrementare l'assunzione di alimenti ricchi di vitamina C quali: kiwi, agrumi, lattuga e peperoni.

Vaccino per la varicella

Il vaccino contro la varicella non è obbligatorio ma è consigliato per i nuovi nati. La somministrazione avviene per via sottocutanea e sono previste due dosi: una tra il 12° e il 15° mese di età, l'altra tra il 5° e 6° anno di vita. La preparazione del primo vaccino per la varicella risale al 1974 ed è stato messo a punto da un gruppo di ricercatori giapponesi. Quando fu introdotto per la prima volta negli usa, nel 1995, si somministrava solo una dose, dopo alcuni anni si scopri però che le infezioni non diminuivano. Solo a partire dal 2006 si inizio a somministrare anche la seconda dose e si riuscì ad ottenere l'immunizzazione verso la varicella.

Sebbene dal 2015 nel nostro Paese il vaccino per la varicella è diventato gratuito per tutti i nuovi nati, non tutte le regioni hanno ancora recepito le direttive dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) decise dallo Stato italiano, in certe parti d'Italia bisogna quindi pagare per ricevere l'immunizzazione. Quando non mutuato, il costo per il vaccino della varicella può andare dai 40 ai 50 euro.

Già prima del 2015, in alcune regioni pilota, il vaccino era però somministrato gratuitamente; solitamente mediante l'iniezione di un vaccino combinato che protegge anche da morbillo, parotite e rosolia (vaccino MPRV).

Come accennato, la varicella ha un'incidenza minore negli adulti ma, quando viene contratta, colpisce in maniera più "pesante". Rispetto all'infezione che si sviluppa nei bambini la malattia dura di più e i sintomi sono molto più aggressivi. Per questo motivo, se un adulto non ha passato la varicella da piccolo, è consigliabile la vaccinazione sopratutto se svolge delle attività che potrebbero favorire il contagio (settori medico sanitari e attività dove si sta a contatto con i bambini). Anche per gli adulti sono necessarie due dosi a distanza di 4-8 settimane l'una dall'altra. Con la prima dose si riceve un'immunizzazione di circa il 60 per cento, per questo motivo ci potrebbero essere dei casi di infezione nel tempo che intercorre tra le due iniezioni (nell'eventualità si contrae però una forma più lieve della malattia e meglio tollerata).

Fra gli effetti collaterali del vaccino per la varicella possiamo annoverare un leggero indolenzimento, gonfiore e arrossamento nella zona dove viene effettuato,disturbo (statisticamente riscontrato in 1 persona su 5) che sparisce nel giro di poco tempo. In linea di massima il vaccino è ben tollerato, ci possono però essere altri effetti non particolarmente preoccupanti quali: febbre (1 persona su 15) o qualche vescicola sulla pelle come quelle che appaiono in chi contrae la malattia (1 persona su 20), solitamente le lesioni sulla pelle non si formano subito ma tra il 7° e il 21° giorno dopo il vaccino.

Approfondimenti e Pubblicazioni Scientifiche relative alla Varicella


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