Spazio-velocità e variabili
E' stata formulata un'ipotesi scientifica eterodossa, la quale partendo da evidenze concrete e sperimentabili propone di considerare fittizia la dimensione fisica del Tempo, la sua unità fisica di misura e conseguentemente la dimensione spaziotemporale adottata dalla fisica tradizionale.
Da questa ipotesi eterodossa consegue la definizione del modello bidimensionale spazio-velocità a quattro variabili (x,y,z,v) per la rappresentazione in forma bidimensionale della realtà fisica e dei fenomeni fisici, dal momento che lo spazio è considerato non come tre differenti dimensioni fisiche fra di loro distinte ma come un'unica dimensione fisica a tre variabili e la velocità è rappresentata da un campione diretto e concreto di unità di misura, il raggio di luce, anzichè dalla rappresentazione indiretta fornita dalla formula matematica V=S/T espressa dalla fisica ortodossa ed in cui compare una dimensione fisica, il Tempo, non identificabile come entità fisica separata e dimensione fisica fondamentale a se stante.
Questo modello fisico e matematico spazio-velocità , contiene il pregio di abbassare di un grado il livello di indeterminazione delle formule matematiche utilizzate nella scienza della fisica, unitamente al pregio di fondarsi su due campioni diretti e concreti di unità di misura delle rispettive dimensioni fisiche: il metro lineare come campione dell'unità di misura dimensionale dello spazio ed il raggio di luce come campione dell'unità di misura dimensionale di velocità .
Questo modello spazio-velocità detto continuum delle accellerazioni (accellerazione scritta con la doppia elle per distinguerla dall'accelerazione della fisica ortodossa), è formato quindi da due dimensioni fisiche; lo spazio e la velocità , la quale rappresenta la caratteristica fondamentale del moto.
Ciascuna dimensione fisica viene campionata e misurata in modo diretto attraverso due campioni di unità di misura fisicamente concreti: un unico campione concreto di spazio lineare (il metro lineare) per misurare lo spazio lungo le sue tre variabili spaziali (x,y,z) ed un unico campione concreto di velocità (il raggio la luce) ad una sola variabile (v).
Come campione di unità di misura delle velocità basato sul raggio di luce, si può ad esempio assumere un ciclo di moto a velocità costante realizzato attraverso un raggio di luce che percorre uno spazio lineare circolare oppure rettilineo alternato (la luce ha la proprietà di avere velocità costante nel mezzo di propagazione).
Nel tradizionale continuum spaziotemporale, invece, manca la concreta e diretta misurazione sia della dimensione fisica del Tempo sia della Velocità , la quale costituisce la caratteristica principe del moto; di qui scaturisce l'indeterminazione intrinseca della terna delle omologhe espressioni delle formule matematiche S=TV, V=S/T, T=S/V alla base dello studio della cinematica e della dinamica contenuta nella fisica ortodossa e tradizionale.
Inoltre, il nuovo modello di rappresentazione della realtà e degli eventi detto continuum delle accellerazioni, abbassa di un grado il livello d'indeterminazione di calcolo di tutte le formule matematiche contenute nella cinematica e nella fisica e questo potrebbe rivelarsi determinante in futuro per un proseguimento efficace dello sviluppo delle nostre conoscenze dei fenomeni e dell'universo, potendosi eliminare una delle costanti di indeterminazione nel calcolo matematico della funzione di integrale.
IMPORTANTE: questo nuovo modello, il "continuum delle accellerazioni", non ha nulla a che vedere con il cosiddetto "spazio delle fasi" trattato nella fisica ortodossa, poichè lo spazio delle fasi utilizza ancora la relazione T=S/V, totalmente inesistente nel continuum delle accellerazioni!
L'originale formula dimensionale a=dV/dS e cioè:
"accelerazione=variazione di velocità in relazione allo spazio percorso"
in cui non interviene in nessun modo la dimensione fisica del tempo, costituisce una novità assoluta e senza precedenti nella storia della fisica, una vera e propria innovazione e rivoluzione concettuale della formulazione del modello fisico di rappresentazione della realtà e degli eventi, il quale ci consente di abbassare di un livello l'indeterminazione della nostra capacità di descrivere la realtà fisica attraverso la sua formulazione matematica e, specificamente, nella risoluzione della funzione di integrale.
I fondamenti di questa innovativa e rivoluzionaria ipotesi eterodossa, si trovano pubblicati all'indirizzo web internet:
Claudio Pipitone
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