Greenpeace chiede all'industria italiana della carta un impegno concreto per l'ambiente
Orso di Greenpeace scarica una balla di celllosa per ricordare la distruzione delle foreste canadesi. Greenpeace ha portato un "regalo" all'industria della carta: una decina di attivisti hanno scaricato una balla di cellulosa del peso di oltre 200 kg. di fronte all'ingresso del convegno promosso dall'Assocarta a Roma in occasione della presentazione del rapporto ambientale. Un attivista mascherato da orso bruno ha distribuito materiale informativo sulla distruzione della "Foresta del Grande Orso" in Columbia Britannica (Canada) ad opera delle compagnie del legno, mentre altri sostenevano striscioni con scritto "Canadian Forest Crime" e "Salviamo le foreste".
La Columbia Britannica è una delle aree più critiche di produzione di cellulosa e pasta di legno. La sensibile fascia costiera di foresta pluviale temperata, che rappresenta l'ultimo vasto insieme di questo prezioso biotopo, è attualmente minacciata dall'attività della compagnia Interfor.
Interfor (International Forest Products) opera nelle antiche foreste boreali e nelle antiche foreste primarie praticando fino al 97% dei casi il metodo del "taglio a raso" (clear-cutting) anche in aree particolarmente critiche, come l'ultima grande foresta pluviale temperata, la "Foresta del Grande Orso".
La Interfor sta inoltre minacciando il buon esito del negoziato tra ambientalisti e industria del legno attualmente in corso in British Columbia. Nel 2000 le principali imprese del legno, sotto la sigla,della 'Coastal Forest Conservation Initiative' (CFCI) hanno aperto un confronto con le associazioni ambientaliste concordando un periodo di "tregua" finalizzato alla ricerca di una soluzione di lungo periodo in grado di preservare l'ambiente (CFCI/ENGO) e l'economia dell'industria forestale.
Lo scorso maggio Interfor ha abbandonato il tavolo negoziale, insieme ad un'altra compagnia, la West Fraser ed ha infranto la moratoria sul taglio nelle aree incontaminate.
L'Italia rappresenta un importantissimo mercato per l'industria forestale canadese collocandosi al quarto posto degli importatori mondiali di cellulosa dalla British Columbia, per valori annui superiori a 190 milioni di dollari. Le scelte dell'industria della carta italiana possono influire fortemente sugli esiti del decennale conflitto nella regione.
Lo scorso gennaio Assocarta ha inviato una lettera alla Canadian Pulp and Paper Association, chiedendo di intercedere affinchè la Interfor e la West Fraser riprendessero i negoziati con i movimenti ambientalisti. E' un passo molto importante, che ha certamente molto giovato all'immagine internazionale dell'industria della carta italiana che ha dimostrato responsabilità imprenditoriale.
Ora Greenpeace chiede alle cartiere italiane di dimostrare coerenza e di compiere passi concreti in sostegno del processo negoziale tra industria ed associazioni sospendendo gli ordinativi di cellulosa estratta a partire dalla distruzione delle foreste millenarie e chiedendo garanzie scritte ai propri fornitori sull'assenza di prodotti Interfor nelle partite destinate al nostro paese almeno fino a quando questa impresa non farà ritorno al tavolo negoziale.
In tutto il mondo importanti imprese che utilizzano legno e prodotti forestali, come Amdega, Ikea, Home Depot, Meyer International, B&Q si sono impegnate a non acquistare più prodotti estratti con pratiche distruttive. E' tempo che anche l'industria italiana della carta dia un segnale forte in questa direzione.
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