Cambiamenti climatici: a rischio milioni di uccelli dell'artico
I cambiamenti climatici hanno più che dimezzato le popolazioni di rari uccelli acquatici dell'artico, e nei prossimi decenni rischiano di far sparire le loro aree preferite di sosta e nidificazione. Il maggiore riscaldamento si avrà sulle aree del Canada nord occidentale, dell'Alaska e del centro-nord della Russia. Lo rivela la prima stima dell'impatto dei cambiamenti climatici sugli uccelli nidificanti in Artico realizzato dal WWF, in occasione dell'apertura, avvenuta ieri, del Summit di Cambridge sui cambiamenti climatici in Artico.
Utilizzando sofisticati modelli climatici, gli esperti del WWF prevedono che nel prossimo secolo sparira' dal 40 al 57% di tundra artica: dal 2070 al 2099, 4-5 milioni di oche e circa 7 milioni e mezzo di caradriformi perderanno il loro babitat. Lo studio prevede infatti un aumento generale della temperatura da 1,3 a 2,4 gradi nei prossimi 70-100 anni, ma la regione artica (dove l'aumento della temperatura sara' maggiore, come conferma anche l'edizione 2000 dello State of the World) sopporterà un riscaldamento fino a 5 gradi. Con l'innalzamento della temperatura le foreste avanzeranno verso nord, e prenderanno il posto della tundra artica, la maggiore area riproduttiva per milioni di uccelli acquatici: vi nidificano piu' di due terzi delle specie di oche (circa 9 milioni di uccelli) e il 95% dei Caradriformi (piovanelli, gambecchi, piro piro), che contano una popolazione complessiva di oltre 14 milioni di individui.
Secondo lo studio del WWF le conseguenze peggiori si avranno probabilmente per le specie gia' minacciate, come l'oca collo rosso. Questi uccelli rischiano di perdere almeno il 50% del loro habitat con un incremento della temperatura di 1,7 gradi al 2070; con previsioni piu' pessimistiche (piu' 5 gradi) perderebbero addirittura il 99% dell'habitat. "Lo studio dimostra, semmai ce ne fosse stato bisogno, che i cambiamenti climatici sono gia' in atto - sottolinea Gianfranco Bologna, Segretario generale del WWF- e' necessario preservare la tundra artica attraverso un'oculata gestione, promuovere studi e ricerche ma soprattutto ridurre le emissioni di anidride carbonica del 20% entro il 2010, come annunciato dal Governo inglese, attraverso la promozione dell'efficienza energetica e della mobilita' sostenibile." (WWF)
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