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Autostima bambini esercizi - La stima di sé non sempre è presente e, sopratutto da bambini, può venir meno. Cercheremo quindi di fornire alcuni consigli utili

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Autostima bambini esercizi

Autostima del bambino

Prima di vedere le attività per aumentare l'autostima nei bambini, se non lo avete già fatto, vi consigliamo la lettura dell'articolo "autostima bambini" con il relativo approfondimento sulle lodi eccessive. La considerazione che un individuo ha di se stesso, influisce notevolmente nel rapporto con gli altri e nella sfera sociale. La stima di sé non sempre è presente e, sopratutto da bambini, può venir meno. Cercheremo quindi di fornire alcuni consigli utili per aumentare l'autostima nei bambini in modo da aiutarli ad avere un'identità sociale migliore quando saranno grandi.

Lavorare sull'autostima dei bambini è importante perché essa influenza anche l'autoefficacia, la consapevolezza di poter gestire le situazioni e raggiungere i propri obiettivi. Se si ha una bassa autostima potrebbero esserci delle ripercussioni sulle decisioni che si prendono, sulle relazioni affettive e sull'umore. I bambini con una bassa stima di sé vivono con un forte senso di inferiorità rispetto agli altri, reagiscono male alle critiche e sono spesso solitari. Tendono ad idealizzare gli altri e provano un forte timore del giudizio altrui.

Gli adulti che circondano i bambini, ed in particolare i genitori, sono le prime figure che possono fare qualcosa per migliorare la loro fiducia in sé. Anche se con approcci differenti, non è mai troppo presto per iniziare a lavorare su questo fronte perché il concetto di fiducia e stima di sé inizia a formarsi fin dai primi anni. Per partire con il piede giusto, è fondamentale porsi nei confronti dei bambini in un'ottica di guida, una figura di riferimento in grado di insegnar loro a superare gli ostacoli, non facendo le cose al posto loro ma promuovendo la loro autonomia. Per raggiungere determinati obiettivi può essere utile dividere il percorso di crescita in tappe progressive. L'autonomia in certi ambiti si ottiene con il tempo e, il modo in cui ci approcciamo, può fare la differenza. Anche nelle situazioni che potrebbero mettere a dura prova la pazienza, bisognerebbe sforzarsi di usare frasi del tipo: "prova a fare in questo modo", "vieni, ti faccio vedere come andrebbe fatto", ecc.. Per far crescere l'autostima è inoltre importate il sostegno e la gratificazione per i successi ("hai visto che sei riuscito a farlo da solo..."), stando però attenti a non incappare nelle insidie delle lodi eccessive. Un consiglio è quello di coinvolgere il bambino in attività nelle quali sappiamo che può riuscire, tenendo conto della sua età, in modo da fargli sperimentare le sue capacità.

Quando ci si approccia ai bambini bisogna stare attenti a non utilizzare etichette. Alcuni bambini vengono ad esempio etichettati come "timidi", sia parlando direttamente con loro che indirettamente. Queste etichette, nel tempo, rimangono addosso facendo diventare "reale" una condizione che in realtà era solo un aspetto transitorio collegato ad una situazione non compresa. Da evitare anche frasi quali "non riesci mai a fare nulla di giusto", "sei il solito imbranato", ecc., perché non fanno altro che rafforzare nel bambino una scarsa autostima. Con il tempo, a furia di usare queste etichette (anche in maniera generalizzata), i piccoli si convinceranno che una certa caratteristica è loro e non potranno fare nulla per cambiarla.

Bisogna aiutare il bambino ad avere una visione positiva di se stesso e, anche quando manifesta emozioni negative come ad esempio la paura, è importante insegnarli ad accettare i propri sentimenti. Per far ciò è fondamentale evitare di ignorare o minimizzare certi suoi timori con frasi del tipo "non essere sciocco, i grandi non hanno paura di ...". Questo approccio porterebbe il bambino a pensare che il proprio stato d'animo non sia adeguato, una situazione rischiosa che potrebbe causare distorsioni cognitive e confusione. Diversi studi hanno dimostrato che i bambini con genitori che comprendono e accettano i sentimenti, senza sminuirli, sono tendenzialmente più espressivi dal punto di vista emotivo e presentano una maggiore autostima e sicurezza.

Conseguenze di una bassa autostima

  • Il bambino si tira indietro e si rifiuta di affrontare i compiti che gli vengono assegnati in diversi contesti (scuola, sport, famiglia, ecc.)

  • Il bambino tende ad idealizzare gli adulti o i coetanei attribuendo loro delle qualità eccessive

  • Il bambino si isola in contesti sociali

  • Nei disegni e nel gioco vengono messi in scena degli aspetti di disprezzo e svalutazione

  • Il bambino assume un atteggiamento aggressivo e apparentemente spavaldo (da bullo)

I vari punti appena elencati sono solo alcuni dei campanelli d'allarme che possono indicare un problema di bassa stima di sé. Vediamo quindi in che modo possiamo aiutare il bambino ad aumentare la propria autostima mediante alcuni consigli ed esercizi.

Autostima bambini esercizi

Come accennato, l'autostima si costruisce con il tempo, sin dai primi anni di vita, e dipende sopratutto dal rapporto con le figure di riferimento (solitamente i genitori). Il compito di chi accudisce i bambini è cruciale, molto dipenderà infatti dalle loro capacità di infondergli sicurezza e fiducia in se stessi e negli altri.

Il primo esercizio, che opportunamente adattato va bene ad ogni età, è quello di dare degli obiettivi realistici. In caso di compiti complessi, per evitare che si scoraggi troppo facilmente, il traguardo può essere raggiunto attraverso una serie di tappe intermedie. Il raggiungimento di una piccola vittoria è sicuramente molto importante per spingere il bambino a raggiungere traguardi più ambiziosi. Spesso si tende a rimarcare i fallimenti rispetto alla buona riuscita, un meccanismo che porta a pensare che il successo è "normale" mentre sbagliare è "anomalo".

Se dobbiamo "criticare" un bambino bisogna trovare il modo di farlo in maniera costruttiva. Se per esempio rompe un bicchiere mentre ci aiuta ad apparecchiare, dobbiamo stare attenti a non aggredirlo. Per prima cosa potremo complimentarci perché ha assolto il suo compito e, dopo, aggiungere che sarebbe però stato meglio se il bicchiere fosse stato ancora intero. Secondo alcuni esperti, in determinate situazioni funziona molto bene la "regola del sandwich", inserire una "critica" tra due complimenti (grazie per aver passato la scopa in cucina, devi però ancora sistemare camera tua. Ah, dimenticavo: bello il disegno che hai appeso sul frigo).

Il pedagogo francese Bruno Hourst evidenzia l'importanza di fortificare la "memoria dei successi". Quando un bambino si rifiuta di fare qualcosa accade solitamente perché non è sicuro di riuscire, ma se non ci prova non saprà mai se effettivamente non sarebbe stato in grado di svolgere quel compito. Questo rifiuto si basa solitamente sulla "memoria dei fallimenti" a cui è andato incontro in passato. Il bambino, ma lo stesso accade nell'adulto, pensa di non essere in grado di fare qualcosa perché non ha memoria di essere mai riuscito a fare qualcosa di analogo. Aiutarlo a ricordare i suoi successi, anche quelli più piccoli e in apparenza insignificanti, può essere importante per aumentare l'autostima. L'aver imparato ad andare in bicicletta senza rotelle, in mare senza braccioli, l'aver fatto un disegno da soli senza l'aiuto di nessuno, l'aver preso un bel voto a scuola o essere arrivati primi alla gara di pattinaggio, sono tante piccole vittorie che possono fortificare la stima in sé e possono aiutare ad intraprendere nuove sfide. Per rafforzare la memoria dei successi potrebbe essere utile creare un "calendario dei successi" sul quale segnare, uno a settimana, i traguardi raggiunti.

Nel caso dei più piccoli, si può dedicare anche un po' di tempo prima di andare a dormire. Insieme al bambino si possono individuare i piccoli e i grandi successi della giornata. Si crea così un momento di amore familiare e gratificazione utile per la crescita dei figli.

È importante credere nei bambini, potrebbe sembrare banale ma anche una semplice frase come "ho fiducia in te, ce la puoi fare" è molto importante perché gli aiuta ad avere fiducia nelle proprie capacità quando devono affrontare nuove situazioni. La fiducia si può rafforzare anche affidandogli delle responsabilità in casa, adeguate ovviamente all'età, senza però mettere "l'asticella" troppo in basso. Dare sempre dei compiti "troppo semplici" può infatti essere deleterio per l'obiettivo che ci siamo prefissati.

Se un bambino inciampa mentre prova a raggiungere il proprio obiettivo è importante l'incoraggiamento, bisogna aiutarlo a rialzarsi facendogli capire che non tutti i traguardi si ottengono facilmente. Fin da piccoli è importante che capiscano che i fallimenti possono sempre capitare, alla lunga, con la perseveranza, gli sforzi vengono comunque sempre ricompensati.

Un altro esercizio, che si può mettere in pratica fin da piccoli, è quello di far prendere delle decisioni ai bambini. Già a partire dai 3 anni, aiutati da un adulto, un bambino può essere messo davanti a delle scelte utili per la crescita dell'autostima. Si può ad esempio chiedere loro se vogliono un maglietta blu o una verde, se vogliono una mela o un'arancia per merenda, ecc.. Queste domande, in apparenza banali, fanno si che il bambino sia in grado di prendere decisioni autonomamente e migliorano la sua indipendenza.

Frasi da non dire ai figli

Frasi da non dire ai figli

I consigli dati fino ad ora sono molto utili per migliorare l'autostima dei bambini, tutto sarà però vanificato se si utilizzano abitualmente alcune frasi che non andrebbero dette ai figli.

  1. Ma sei stupido?
  2. Che disastro!
  3. Ti aiuto io, tu non sei capace
  4. Sbrigati! Muoviti
  5. Non piangere, non prendertela per una stupidaggine
  6. I maschi, o le femmine, non si comportano così!

Queste sei frasi sono solo alcune delle tante che bisognerebbe evitare, con il tempo vedremo di inserirne di nuove in base anche ai vostri suggerimenti ed esperienze personali. Cerchiamo ora di capire perché potrebbero essere deleterie per l'autostima del bambino.

Ma sei stupido?

Bisogna stare molto attenti ad utilizzare certi aggettivi (sei così... stupido, lento, noioso, cattivo, disordinato, ecc.) sui bambini. Essi credono infatti alle parole dei genitori e, dicendo loro tali cose, si convinceranno veramente di possedere quei difetti e di non poter fare nulla per cambiare. Prima di parlare a sproposito, adoperando qualche aggettivo in maniera inadeguata, cerchiamo di analizzare cosa ci ha infastidito dell'atteggiamento del bambino. Il modo giusto di reagire è quello di aiutarlo a risolvere un certo problema invece di giudicarlo. A seconda delle situazioni possiamo ad esempio chiedergli che cosa non ha capito, fargli capire che ha fatto o detto qualcosa involontariamente e spiegargli dove ha sbagliato, potremo anche esserci spiegati male e potrebbe essere il caso di ripetergli in modo diverso una determinata cosa. Altre volte potremo utilizzare degli approcci diversi, invece di dire "sei il solito disordinato" potremo utilizzare una frase del tipo "mi piacerebbe che tu fossi più ordinato". In questo modo evitiamo di minare la stima dei nostri figli e trasmettiamo un messaggio positivo poiché gli facciamo capire che, se lui vuole, può riuscirci.

Che disastro!

Quello che per noi può essere un disastro per lui può essere espressione di creatività, il risultato di un'azione maldestra o semplicemente di una fase di gioco. Un disegno, lo stesso "disordine" che crea quando gioca, un bicchiere d'acqua rovesciato, dei vestiti sporchi d'erba o di fango, ecc., non sono la fine del mondo. Quando accade qualcosa che per noi è un "disastro" possiamo porci nei confronti del bambino in maniera costruttiva, per esempio potremo dire: come possiamo rimediare? come possiamo pulire? Dopo che ha finito di giocare in giardino e si è tutto sporcato possiamo dirgli: ti sei divertito? adesso vieni che mettiamo dei vestiti puliti. Se ha rovesciato un bicchiere sul tavolo per giocare con l'acqua, invece di arrabbiarci possiamo dargli una bacinella con un bicchiere così da giocare senza fare danni.

Ti aiuto io, tu non sei capace

Questa è un'altra frase che un genitore non dovrebbe mai dire ai propri figli, un'affermazione che gli fa sentire incapaci, aumenta la loro insicurezza e li rende timorosi nel prendere iniziativa. Secondo il metodo di Maria Montessori non bisognerebbe mai, in nessun modo, inibire un bambino che sta cercando di fare qualcosa. In genere, è bene lasciarlo fare intervenendo solo nel caso in cui sia lui stesso a chiedere il nostro aiuto o se vediamo che sta iniziando ad innervosirsi perché non riesce a fare quello che vuole. In questi casi potremo intervenire chiedendogli se lo trova difficile o, secondo lui, perché non riesce a fare qualcosa. Se lo si vuole correggere perché quello che sta facendo è pericoloso, si può valutare di farlo con lui riducendo, di conseguenza, il possibile pericolo (in alternativa possiamo mostrargli virtualmente le conseguenza senza però mettergli paura o spaventarlo più del dovuto). È importante che i bambini provino a fare le cose da soli e, anche se inizialmente le cose non vengono come noi vorremmo, è bene lasciarli fare. Solo in questo modo potranno diventare degli adulti autonomi e con un'autostima migliore.

Sbrigati! Muoviti

Sopratutto nei primi anni di vita, da 0 a 7 anni, siamo noi che dobbiamo cercare di adattarci (nel possibile) ai tempi del bambino. Solo dopo questo periodo si può iniziare ad avere un approccio diverso perché il bambino comprende i bisogni degli altri. Prima dell'età scolare non si ha ancora una piena consapevolezza del tempo, concetti come presto o tardi sono quindi delle parole come altre. Inoltre, nei primi anni di vita, i bambini non dovrebbero avere la giornata scandita come gli adulti. Dirgli "sbrigati, fai in fretta!" induce nei nostri figli un senso di colpa e non ha nessun risulto positivo, meglio invece usare frasi differenti del tipo "purtroppo dobbiamo proprio andare" e, nel caso non ci seguano, possiamo prenderli in braccio (con dolcezza) e portarli in macchina. Il modo migliore per arrivare puntuali è quello di organizzarsi tenendo conto dei tempi che servono per prepararsi. In alcuni casi, pensando di fargli un favore (facendoli dormire un po' di più), svegliamo i bambini all'ultimo minuto, sarebbe meglio invece, mettere la sveglia mezz'ora prima in modo da dargli la possibilità di prepararsi e fare colazione secondo i loro tempi.

Non piangere, non prendertela per una stupidaggine

Un altro errore che spesso si fa è quello di sminuirne i dispiaceri, dobbiamo invece ascoltare i loro problemi senza ridicolizzare le loro delusioni, anche se per un adulto possono sembrare cose di poco conto. Per i bambini anche le piccole cose possono essere molto importanti, bisogna quindi cercare di mettersi al loro livello facendogli capire che capiamo il loro stato d'animo. Bisogna trovare delle parole adeguate per consolarli, solo in questo modo non perderemo la loro fiducia e, quando cresceranno, continueranno a parlare con noi anche quando si troveranno davanti a problemi più seri.

I maschi, o le femmine, non si comportano così!

Tu sei una femmina e dovresti fare così, tu sei un maschio e dovresti comportarti così. Bisogna stare attenti a non bloccare i nostri figli in certi stereotipi comportamentali. Non esistono comportamenti femminili o maschili per eccellenza, esistono invece predisposizioni naturali che andrebbero incoraggiate. Bisogna quindi supportare, senza pregiudizi, eventuali interessi e passioni, solo così possono crescere felici e sereni. Altrettanto sbagliato è dire "gli altri bambini lo fanno / gli altri bambini non lo fanno", ogni bambino è unico e questa sua unicità va preservata. Diversi studi in questo campo hanno dimostrato che i confronti non sortiscono nessun effetto positivo e, in alcuni casi, contribuiscono a far crescere un senso di inferiorità difficile da superare.


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