Una cura per Parkinson e Alzheimer dall'Aspirina e la liquirizia
L'acido salicilico, noto per essere utilizzato per combattere acne e macchie scure sulla pelle, potrebbe essere utilizzato nella cura del Parkinson e dell'Alzheimer. Questo particolare acido carbossilico, incolore e cristallino, si può ottenere dal metabolismo dell'aspirina o può essere estratto dalla radice di liquirizia. Un gruppo di ricercatori della Johns Hopkins University (Baltimora, USA) ha scoperto che l'acido salicilico è in grado di bloccare un particolare enzima (noto come GAPDH) che svolge un ruolo centrale in malattie neurodegenerative quali: Alzheimer, Parkinson e corea di Huntington (o malattia di Huntington). I risultati dello studio sono stati pubblicati su Plos One (Human GAPDH Is a Target of Aspirin's Primary Metabolite Salicylic Acid and Its Derivatives - DOI: 10 1371 / journal pone 0143447 - Novembre 2015).
Daniel Klessig, coordinatore della ricerca, spiega che l'acido salicilico è un composto chimico amarognolo presente in alcune specie vegetali ed è un ormone fondamentale per la regolazione del sistema immunitario delle piante. L'acido salicilico è anche un composto affine al principio attivo dell'aspirina (l'acido acetilsalicilico) e può essere prodotto sinteticamente in laboratorio. In seguito ad una serie di sperimentazioni si è scoperto che questo particolare acido carbossilico può legarsi all'enzima GAPDH (Gliceraldeide-3-fosfato deidrogenasi) bloccandolo. Un processo molto importante per la cura di determinate patologie perché si ritiene che all'enzima GAPDH svolga un ruolo cruciale in diverse malattie neurodegenerative quali Parkinson, Alzheimer, malattia di Huntington, ecc.
Sebbene l'acido salicilico può essere sintetizzato dall'organismo in seguito all'assunzione dell'aspirina, la forma derivata dalla liquirizia e la versione sintetizzate in laboratorio risultano più efficaci nel bloccare l'enzima. Attualmente nella terapia per il Parkinson viene utilizzato un farmaco (deprenyl) che agisce contro l'enzima GAPDH, i dati dello studio evidenziano però che risultati analoghi possono essere raggiunti anche con l'acido salicilico. Ulteriori approfondimenti consentiranno di scoprire se questa seconda strada può presentare meno effetti collaterali rispetto alla terapia attualmente utilizzata.
In un precedente studio, coordinato sempre da Daniel Klessig, è stato identificato un altro nuovo bersaglio di acido salicilico, noto come HMGB1 (High Mobility Group Box 1), una proteina non-istonica associata alla cromatina, collegata a diverse malattie tra cui: artrite, lupus, sepsi, aterosclerosi e alcuni tipi di cancro. Bassi livelli di acido salicilico contribuirebbero a bloccare le attività pro-infiammatorie che stanno dietro a numerose malattie. Lo studio ha dimostrato che i derivati dell'acido salicilico erano da 40 a 70 volte più potenti dell'acido salicilico nell'inibire questa attività pro-infiammatoria.
Ulteriori ricerche permetteranno di comprendere meglio come l'acido salicilico e i suoi derivati regolino le attività di GAPDH e HMGB1, queste nuove informazioni, insieme alla scoperta di potenti sintetici e derivati naturali dell'acido salicilico, potrebbero portare alla formulazione di nuovi farmaci utili per curare numerose malattie che hanno un notevole impatto nella vita sociale delle persone.
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