BPCO polmonare, più rischi per chi fuma
Tosse, dispnea (difficoltà nel respiro) e respiro sibilante sono i principali sintomi della BPCO polmonare, una patologia che colpisce in particolar modo i fumatori. Uno studio frutto della collaborazione di tre centri (Ibim-Cnr e Ismett di Palermo e Università di Pittsburgh) ha portato alla scoperta di nuovi meccanismi molecolari che rendono i fumatori più soggetti alla patogenesi della broncopneumopatia cronica ostruttiva. I risultati della ricerca sono stati presentati all'European respiratoty society, all'American thoracic society e pubblicati su PlosOne (Beta defensin-2 is reduced in central but not in distal airways of smoker COPD patients - Marzo 2012).
In base ai dati di numerosi studi, entro il 2020 la BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) potrebbe rappresentare la terza causa di morte. Grazie al lavoro condotto dai ricercatori dell'Ibim-Cnr di Palermo, in collaborazione con gli esperti dell'Istituto mediterraneo per i trapianti e terapie ad alta specializzazione (Ismett) di Palermo e dell'Università di Pittsburgh, sono stati individuati dei meccanismi molecolari alla base della patogenesi che potrebbero essere il punto di partenza di nuove cure.
Elisabetta Pace, dell'Ibim-Cnr di Palermo, spiega che la BPCO è una malattia infiammatoria e ostruttiva delle vie aeree. Oggi si sa che il fumo di sigaretta è il principale fattore di rischio per la BPCO, ciò nonostante non si hanno ancora abbastanza informazioni su quali siano i meccanismi molecolari coinvolti nella patogenesi di questa patologia. L'esperta pone l'accento su un aspetto cruciale della patologia e spiega che la reazione infiammatoria, specie se di notevole intensità, oltre a comportare una distruzione tissutale, può interferire con i normali processi riparativi causando profonde alterazioni dell'architettura del tessuto.
Grazie ai dati di questo nuovo studio si è scoperto che una selettiva riduzione del marcatore "beta defensina 2", che promuove le difese immunitarie innate di tipo anti-microbico nelle vie aeree centrali di calibro maggiore, potrebbe predisporre il fumatore a contrarre la BPCO. Mark Gjomarkaj, dell'Ibim-Cnr di Palermo, evidenzia che questo difetto contribuirebbe a ridurre le diffese immunitarie in particolari aree generando un elevato carico infiammatorio in una zona del polmone strutturalmente molto più delicata e vicina al settore deputato agli scambi gassosi.
I risultati dello studio sono frutto di ricerche combinate: ex-vivo e in vitro. Gli esperti hanno valutato sia campioni chirurgici provenienti da pazienti affetti da BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva, sia appositi sistemi/modelli di malattia generati dalla stimolazione di cellule delle vie aeree con estratti di fumo di sigaretta.
Approfondimenti sull'argomento
Cerca nel sito
Se non hai trovato quello che ti serve, o vuoi maggiori informazioni, utilizza il motore di ricerca