Aborto e pillola Ru486
La pillola abortiva RU486 sembrerebbe non incidere sul numero di aborti dei paesi dove viene adottata, secondo una recente notizia si stima che la percentuale degli aborti, indipendentemente dalla percentuale di uso della pillola abortiva, è stabile se non addirittura in lieve riduzione. Questi dati, esposti da alcuni esperti durante il VII Congresso della Federazione internazionale degli operatori di aborto e contraccezione (Fiapac) tenutosi a Roma, riporta al centro dell'attenzione nel nostro paese la pillola abortiva RU486.
Ora che il governo è cambiato, Alexandre Lumbroso, direttore di Exelgyn, l'azienda che produce la Ru-486, ripropone la richiesta di registrazione del farmaco anche nel nostro paese. Lumbroso è fiducioso, secondo lui ora ci sono le condizioni necessarie affinché non ci sia più una chiusura totale verso il farmaco com'era accaduto negli anni precedenti.
Al congresso, tenutosi quest'anno per la prima volta in Italia, hanno preso parte oltre quattrocento esperti provenienti da una quarantina di Paesi come la Cina, Taiwan, Stati Uniti, Nuova Zelanda, Russia, Tunisia, Georgia, Canada, Sud Africa e Turchia. La manifestazione è stata un'occasione che ha permesso di discutere sulle ultime novità nel campo della contraccezione e dei metodi abortivi, durante l'incontro erano presenti anche alcuni rappresentanti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Le polemiche sulla manifestazione non sono mancate, la Federazione internazionale degli operatori di aborto e contraccezione ha però evidenziato come lo stesso congresso, svolto nel 2004 a Vienna, non aveva sollevato nessuna polemica, il prossimo appuntamento sarà invece nel 2008 a Berlino. Gli esperti che ritengono tale congresso importante hanno commentato le polemiche, relative soprattutto all'introduzione della Ru486 in Italia, infondate. Secondo i sostenitori della pillola abortiva non esistono dati che dimostrano che l'introduzione della Ru-486 abbia incrementato il numero di aborti.
In un'intervista concessa alla rivista ZENIT, il dottor Renzo Puccetti, specialista di medicina interna e Vicepresidente dell'Associazione "Scienza & Vita" di Pisa-Livorno, evidenzia come l'unica pubblicazione che si è occupata dell'impatto della la pillola RU-486 in relazione al numero degli aborti, ha per autori ricercatori del Guttmacher Institute, un ente molto vicino alla Planned Parenthood Federation la maggiore organizzazione abortista in America.
Le polemiche nate intorno alla pillola abortiva Ru-486 non sono relative sicuramente all'incidenza del numero degli aborti. La maggiore opposizione all'introduzione di questo metodo abortivo anche in Italia non è perché si pensa che prendere una pillola potrebbe far diventare l'aborto come una "passeggiata", ma perché, paragonato ai metodi già adottati, presenta molteplici svantaggi. Se fossimo di fronte a un nuovo metodo che migliorasse anche solo in parte le tecniche attualmente in uso potremo considerare inutile l'opposizione all'introduzione della Ru-486, non si tratta quindi di una semplice opposizione etica ma che mira a proteggere la salute della donna.
Già in altri paesi la sperimentazione della Ru-486 è stata bloccata, in Canada per esempio questo è accaduto dopo un decesso accertato causato dalla pillola abortiva. Gli esperti a favore della Ru-486 non dicono comunque che l'aborto farmacologico sia migliore dell'aborto chirurgico, sostengono però che il servizio sanitario nazionale dovrebbe averli entrambi a disposizione, chi è contro invece non vede perché mettere a disposizione un metodo che si è rivelato essere più rischioso.
Approfondimenti sull'argomento
Cerca nel sito
Se non hai trovato quello che ti serve, o vuoi maggiori informazioni, utilizza il motore di ricerca