Spingere durante il parto
Secondo un recente studio, spingere durante il parto non sarebbe necessario. Per decenni si è pensato che la spinta nella fase del travaglio potesse aiutare la nascita del bambino, ora questa pratica viene messa in discussione.
I dettagli di questa ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Journal of Obstetrics and Gynecology. Nello studio si evidenzia come non esistano prove a favore della "spinta" durante il parto che mostrino gli effettivi benefici per la madre partoriente e per il neonato tali da poter reputare l'azione migliore rispetto a quello che la donna fa per istinto.
Per lo studio i ricercatori hanno esaminato 300 donne durante la fase del parto. le gestanti sono state divise in due gruppi, il primo gruppo è stato istruito a spingere per 10 secondi durante la contrazione, al secondo gruppo è stato invece chiesto di comportarsi in maniera naturale senza compiere alcuno sforzo particolare.
I due gruppi non hanno evidenziato nessuna differenza sulla salute dei figli, le uniche differenze riscontrate erano relativa alla durata del parto. Le donne che spingevano durante il travaglio hanno avuto un parto mediamente più breve di 13 minuti, in alcuni casi hanno però sofferto più complicazioni alle vie urinarie.
I ricercatori ipotizzano che la pratica di istruire le partorienti a spingere, è nata con lo scopo di diminuire la durata del malessere per la donna durante la fase del travaglio.
Già in un altro studio pubblicato sempre sulla rivista specializzata Obstetrics and Gynecology si erano fatti degli studi relativi alla spinta durante il parto. In quel caso furono analizzate 252 donne sottoposte ad anestesia epidurale per attenuare il dolore.
Durante la fase del parto, ad alcune donne era stato permesso di riposarsi, per altre invece si era seguito il normale iter del travaglio. Si è notato che nel momento in cui la faccia del neonato si trovava in prossimità dell'apertura vaginale, la donna aveva un impulso del tutto naturale a spingere e anche se la gestante si riposava, il bambino continuava comunque la discesa lungo il canale del parto.
Questo studio suggerisce quindi che si potrebbero conservare le forze per l'ultima fase del travaglio riducendo l'impegno e le energie rispetto all'iter dei parti più diffusi.
Cosa è l'anestesia epidurale ?
L'anestesia epidurale (o peridurale) è considerata da molti una delle tecniche migliori e più sicure per abolire il dolore del travaglio e del parto.
In pochi minuti determina la scomparsa delle doglie, lasciando inalterata la sensibilità cutanea, i movimenti e, soprattutto, la sensazione della contrazione, che continua ad essere percepita, ma non più come dolorosa.
La capacità di spinta non viene alterata e la donna, liberata dal dolore, può partorire attivamente ed in modo spontaneo.
L'analgesia epidurale viene sempre e solo eseguita da un medico anestesista esperto in questa tecnica.
Per poter attuare questa tecnica, bisognerà essere visitate dal medico anestesista con un certo anticipo rispetto alla data prevista per il parto, successivamente si prenderà cura della donna durante il parto e le praticherà la analgesia peridurale.
Durante le visita preliminare verranno spiegati tutti i benefici ed i vantaggi dell'analgesia peridurale ma anche le sue potenziali, anche se eccezionali, complicanze.
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