Disturbi alimentari: cause anoressia nervosa
Le persone affette da anoressia nervosa, quando si guardano in una foto o allo specchio, hanno una percezione alterata della propria immagine. In diversi studi si è rilevato che alcune persone hanno una visione distorta del proprio aspetto che le porta a smettere di mangiare perché non si sentono abbastanza magre. Una recente ricerca aggiunge un nuovo tassello nella comprensione delle cause di questo disturbo alimentare. Nelle persone affette da anoressia vi è meno materia grigia nelle aree del cervello coinvolte nella rappresentazione mentale di sé. Lo studio, coordinato dal medico psichiatra Santino Gaudio, è stato pubblicato sulle pagine di Psychiatry research: Neuroimaging (Gennaio 2011 - Gray matter decrease distribution in the early stages of Anorexia Nervosa restrictive type in adolescents).
Lo studio, condotto presso il Dipartimento di neuroscienze dell'ospedale Bambino Gesù di Roma, ha esaminato 32 adolescenti: 16 ragazze adolescenti normali e 16 adolescenti che da meno di un anno soffrivano di anoressia nervosa restrittiva. Per condurre la ricerca gli esperti si sono avvalsi della Voxel Based Morphometry (morfometria basata sui voxel), un tipo di analisi che permette di analizzare l'anatomia del cervello.
Il Dott. Santino Gaudio spiega che grazie alla Voxel Based Morphometry si è scoperto che le adolescenti con anoressia nervosa, rispetto al gruppo di controllo, presentavano una minor massa grigia nelle aree del cervello coinvolte nella rappresentazione mentale di se e nella manipolazione delle immagini mentali. In base ai risultati raccolti ci sarebbe quindi una base neurobiologica nella distorsione dell'immagine corporea, sintomo cardine dell'anoressia nervosa.
Gli esperti spiegano che sono state scelte delle adolescenti colpite da anoressia nervosa da meno di un anno, in media cinque mesi, per escludere una possibile alterazione della materia grigia dovuta al tipo di alimentazione. Il diverso volume della materia grigia, nelle ragazze colpite da anoressia, era quindi preesistente e poteva fare la sua parte nel fornire alla malata un'immagine distorta del proprio corpo. Fino ad oggi, alla base dell'anoressia, si consideravano una serie di fattori: biologici, genetici, ambientali, sociali, psicologici e psichiatrici. Ora invece entra in gioco un nuovo elemento: la struttura celebrale.
Queste nuove informazioni potranno essere utili per comprendere meglio la malattia e mettere a punto delle terapie più efficaci. Il Dott. Santino Gaudio spiega che, anche se si è ancora all'inizio e saranno necessarie ulteriori ricerche in questa direzione, si possono già ipotizzare nuovi trattamenti volti per esempio alla riorganizzazione dell'immagine del sé e del proprio corpo.
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