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L'anima esiste !

Rappresentazione dell'anima

Questa volta non sono dei teologi a dirlo, ma due eminenti medici britannici, che hanno analizzato da un punto di vista strettamente scientifico i casi di pazienti sopravvissuti ad arresti cardiaci negli ultimi dodici mesi.

Peter Fenwick, neuropsichiatra all'Istituto di Psichiatria di Londra, e Sam Parnia, ricercatore clinico presso l'ospedale di Southampton,affermano che la mente sia indipendente dal cervello e che l'anima, intesa come coscienza di ciò che accade dopo la morte cerebrale, sopravviva al corpo e continui ad "essere".

Lo studio sarà  pubblicato dalla rivista medica "Resuscitation". Tale studio, condotto al General Hospital di Southampton, ha preso il via con l'intervista di 63 pazienti sopravvissuti ad arresto cardiaco. Fenwick e Parnia li hanno intervistati tutti entro una settimana dall'evento.

Di questi, 56 non ricordavano per quanto tempo erano rimasti privi di conoscenza. Fra i sette che hanno dichiarato di avere qualche rimembranza, solo quattro hanno superato la cosଠdetta scala Grayson, un criterio medico per valutare le esperienze di "quasi morte". Tutti e quattro hanno descritto sensazioni di pace e gioia, l'impressione di un tempo accelerato e la perdita di percezione del corpo, raccontando di una luce brillante e dell'ingresso in un altro mondo.

Dall'esame delle loro cartelle cliniche, Fenwick e Parnia escludono che l'esperienza raccontata possa spiegarsi con un collasso delle funzioni cerebrali, causato da mancanza di ossigeno. Escludono anche che siano frutto di combinazioni di medicinali, in quanto le tecniche di rianimazione praticate nell'ospedale sono uguali per tutti i pazienti. Il dottor Parnia ha dichiarato al Sunday Telegraph: "Queste persone hanno avuto tali esperienze in una condizione in cui il cervello non avrebbe dovuto essere in grado di sostenere processi lucidi o consentire loro di avere ricordi duraturi. Ciò potrebbe fornire una risposta alla domanda se la mente o la coscienza siano prodotte dal cervello, o se il cervello non sia invece una specie di intermediario della mente, la quale esiste indipendentemente".

Dunque, specula il suo collega Fenwick, "se la mente e il cervello sono indipendenti, allora la coscienza sopravvive al corpo".


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