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Eccesso di ferro nel cervello e Alzheimer - Un eccesso di ferro nel cervello potrebbe avere un ruolo nella comparsa della più comune causa di demenza, il morbo di Alzheimer

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Eccesso di ferro nel cervello e Alzheimer

Eccesso di ferro e Alzheimer

Un eccesso di ferro nel cervello potrebbe avere un ruolo nella comparsa della più comune causa di demenza, il morbo di Alzheimer. Dopo il rame, anche la concentrazione di un altro metallo nel cervello sembrerebbe influire su questa patologia dai costi sociali molto elevati. I nuovi dati arrivano da una ricerca, condotta presso l'università di Los Angeles, pubblicata sul Journal of Alzheimer's Disease (Increased Iron Levels and Decreased Tissue Integrity in Hippocampus of Alzheimer's Disease Detected in vivo with Magnetic Resonance Imaging - Doi: 10 3233 / JAD 130209 - Agosto 2013).

I ricercatori, coordinati da George Bartzokis, hanno scoperto che le regioni neurali danneggiate nell'Alzheimer, come ad esempio l'ippocampo, presentano degli accumuli di ferro non presenti nei soggetti sani. Grazie a delle sofisticate tecniche di neuro-imaging, si è inoltre scoperto che il ferro si accumula in maniera proporzionale all'entità del danno cerebrale in specifiche aree coinvolte nell'Alzheimer ma non si trova in quantità eccessive in aree neurali non implicate nella malattia.

Numerose ricerche si sono concentrate su due proteine coinvolte nella malattia di Alzheimer, la Tau e la Beta Amiloide, George Bartzokis ha però fatto un passo indietro andando a ricercare delle alterazioni precedenti al loro accumulo. Si è così scoperto che il ferro, che si può assimilare attraverso degli alimenti come ad esempio la carne rossa, si accumula in proporzione alla gravità della condizione clinica del paziente: maggiori sono i segni clinici maggiore è la concentrazione del ferro in determinate aree del cervello.

Ora bisognerà approfondire il legame tra il ferro e l'Alzheimer, un'ipotesi è che in una fase iniziale il ferro contribuisca a causare dei disturbi nella trasmissione tra neurone e neurone e successivamente li "avveleni". Un processo indipendente, e probabilmente prioritario, rispetto all'azione delle proteine Tau e Beta Amiloide. Bisogna inoltre evidenziare che i dati attualmente in possesso dei ricercatori non permettono di dire se l'accumulo di ferro nel cervello è una conseguenza della patologia o un fattore all'origine di essa. Considerando che i primi sintomi della patologia emergono diversi anni dopo l'inizio biologico dell'Alzheimer, limitare i quantitativi di ferro quando ormai il processo è avviato non darebbe inoltre nessun beneficio.


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