Acido folico in gravidanza (vitamina B9)
Grazie all'acido folico si possono prevenire diverse malformazioni neonatali, in particolar modo quelle a carico del tubo neurale che si possono originare nelle prime fasi dello sviluppo embrionale. Quando si programma una gravidanza bisognerebbe assumere dei quantitativi adeguati di acido folico attraverso la dieta e in particolari casi anche con degli integratori. I ginecologi consigliano un'assunzione regolare a partire da almeno un mese prima del concepimento fino al terzo mese di gravidanza. Numerosi studi hanno dimostrato che la vitamina B9 è essenziale per la formazione dell'emoglobina, per la sintesi del DNA e delle proteine, ciò nonostante tutt'oggi il suo ruolo non è conosciuto nel dettaglio. Una recente ricerca pubblicata sul Journal of Pediatric conferma ancora una volta l'importanza dell'assunzione dell'acido folico prima e durante i primi mesi di gravidanza (Long Term Maintenance of Neural Tube Defects Prevention in a High Prevalence State, 2011).
Il nuovo studio, coordinato dal dottor Roger Stevenson, è stato condotto presso i laboratori della University of South Carolina. Gli studiosi hanno rilevato che i casi di difetti congeniti e spina bifida sono diminuiti da quando un numero sempre crescente di donne ha cominciato ad assumere acido folico. I risultati sono frutto di un'analisi, condotta nel South Carolina dal 1992 al 2009, che ha esaminato i tassi di malformazioni a carico del tubo. Quest'area geografica è stata scelta perché rispetto alla media nazionale USA il South Carolina è particolarmente colpito da malattie del tubo neurale.
Analizzando alcuni dati relativi ad un periodo che va dal 1992 e il 2009, si è rilevato che il numero di bambini nati con difetti del tubo neurale è crollato del 58 per cento, un traguardo che ha portato l'incidenza di particolari patologie in linea con la media USA. Nello stesso periodo si è registrato un considerevole aumento del consumo di acido folico, si è passati dal 5 per cento dei primi anni al 35 per ceno nel periodo finale dello studio. L'analisi dei ricercatori è stata condotta su due differenti tipi di dati: informazioni raccolte attraverso delle interviste di madri con un'età tra i 15 e i 45 anni e dati degli archivi.
Roger Stevenson spiega che i dati sono incoraggianti ma c'è ancora molto da fare. Nonostante ci sia stata una notevole crescita, la percentuale di donne che assumono acido folico è ancora bassa. Gli esperti spiegano inoltre che le malattie del tubo neurale non dipendono esclusivamente dalla carenza di acido folico (vitamina B9) ma possono essere anche favorite da obesità e diabete di tipo 2.
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